Nello stesso luogo, santi Caritóne e Caríto, Evelpisto e Gerace, Peone e Liberiano, martiri, che, discepoli dello stesso Giustino, ricevettero insieme a lui la corona della gloria.
Ad Alessandria d’Egitto, santi martiri Ammone, Zenone, Tolomeo, Ingene, soldati, e il vecchio Teofilo, i quali, presenti al processo, cercavano con il volto, con lo sguardo e con cenni di incoraggiare un cristiano intimorito dai supplizi ai quali era sottoposto e ormai sul punto di rinnegare la fede; levatosi per questo contro di loro il clamore dell’intera folla, essi, accorsi nel mezzo, confessarono di essere cristiani: così, nella loro vittoria trionfò gloriosamente Cristo stesso, che aveva dato ai suoi fedeli tale fermezza d’animo.
Ad Asyut sempre in Egitto, santi martiri Ischirione, comandante dell’esercito, e altri cinque soldati, che, per ordine del prefetto Arriano, sotto l’imperatore Decio furono uccisi per la loro fede in Cristo con diversi generi di martirio.
A Bologna, san Procolo, martire, che per la verità cristiana fu trafitto con dei chiodi da trave.
Presso Montefalco in Umbria, san Fortunato, sacerdote, che, come si tramanda, povero egli stesso, provvide con assiduo lavoro ai bisogni dei poveri, mettendo la sua vita a servizio dei fratelli.
Nell’isola di Lérins in Provenza, in Francia, san Caprasio, eremita, che insieme a sant’Onorato si ritirò in questo luogo e vi diede inizio alla vita monastica.
A Clermont-Ferrand in Aquitania, in Francia, san Floro, del cui nome furono in seguito insigniti il monastero innalzato sul suo sepolcro, la città e la sede episcopale.
In Bretagna, sempre in Francia, san Ronano, vescovo, che giunse per mare dall’Irlanda e condusse nei boschi vita eremitica.
Nella campagna di Lichester in Inghilterra, san Vistano, martire, che, della stirpe dei re di Mercia, essendosi opposto al matrimonio incestuoso della madre reggente, fu trafitto con la spada del tiranno.
A Treviri in Lorena, oggi in Germania, san Simeone, che, nato a Siracusa da padre greco, dopo aver condotto vita eremitica presso Betlemme e sul monte Sinai e avere a lungo peregrinato, morì infine recluso nella torre della Porta Nigra in questa città.
Nel monastero di Oña nel territorio di Burgos nella Castiglia in Spagna, sant’Enecóne, abate: uomo di pace, alla sua morte fu pianto anche dai Giudei e dai Mori.
Ad Alba in Piemonte, beato Teobaldo, che, spinto dall’amore per la povertà, rimise tutti i suoi averi a una vedova e divenne per spirito di umiltà facchino, per portare su di sé i pesi altrui.
A Urbino nelle Marche, beato Giovanni Pelingotto, del Terz’Ordine di San Francesco, che, mercante, arricchiva gli altri più che se stesso e, ritiratosi in una cella, ne usciva soltanto per aiutare i poveri e i malati.
A Londra in Inghilterra, beato Giovanni Storey, martire, che, esperto di diritto, fu fedelissimo al Romano Pontefice; dopo il carcere e l’esilio, per la sua fede cattolica fu condannato a morte e, impiccato a Tyburn, migrò alle gioie della vita eterna.
A Omura in Giappone, beati martiri Alfonso Navarrete, dell’Ordine dei Predicatori, Ferdinando di San Giuseppe de Ayala, dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, sacerdoti, e Leone Tanaka, religioso della Compagnia di Gesù, che in odio alla fede cristiana, per editto del comandante supremo Hidetada, insieme furono decapitati.
In una galera ancorata al largo di Rochefort in Francia, beato Giovanni Battista Vernoy de Montjournal, sacerdote e martire, che, canonico di Moulins, durante la rivoluzione francese, condannato per il suo sacerdozio agli arresti navali, morì colpito da malattia.
Nella città di Hung Yên nel Tonchino, ora Viet Nam, san Giuseppe Túc, martire, che giovane contadino, fu più volte messo in carcere e torturato per essersi rifiutato di calpestare la croce e venne infine decapitato sotto l’imperatore Tu Duc.
A Piacenza, beato Giovanni Battista Scalabrini, vescovo, che si adoperò con ogni mezzo per la sua Chiesa e rifulse per la sollecitudine verso i sacerdoti, i contadini e gli operai; in particolare, ebbe a cuore gli emigranti nelle città d’America, per i quali fondò le Congregazioni dei Missionari e delle Suore Missionarie di San Carlo.
A Messina, sant’Annibale Maria di Francia, sacerdote, che fondò le Congregazioni dei Rogazionisti del Cuore di Gesù e delle Figlie del Divino Zelo per pregare il Signore di rendere la sua Chiesa feconda di santi sacerdoti; si adoperò con particolare dedizione per gli orfani distendendo a tutti i poveri le mani misericordiose di Dio.