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martedì 22 Dicembre 2020

Ufficio delle letture

MARTEDI' - FERIA DI AVVENTO - IV SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO

Adoriamo il mistero
del Cristo redentore,
nato da Maria Vergine.
Nel suo grembo purissimo
egli si è fatto uomo
per divino consiglio.
​Maria, piena di grazia,
intatta, sempre vergine,
è il tempio dell’Altissimo.
Come sole che sorge,
come sposo dal talamo,
Dio viene a salvarci.
​O luce, che risplendi
nella notte del mondo,
vinci le nostre tenebre.
O Gesù, re di gloria,
mediatore per gli uomini,
da’ il perdono e la pace.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
ora e sempre nei secoli. Amen.
Oppure:
​Veni, redémptor géntium,
osténde partum Vírginis;
mirétur omne sæculum:
talis decet partus Deum.
Non ex viríli sémine,
sed mystico spirámine
Verbum Dei factum est caro
fructúsque ventris flóruit.
Alvus tuméscit Vírginis,
claustrum pudóris pérmanet,
vexílla virtútum micant,
versátur in templo Deus.
Procédat e thálamo suo,
pudóris aula régia,
géminæ gigas substántiæ
álacris ut currat viam.
Æquális ætérno Patri,
carnis tropæo cíngere,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.
Præsépe iam fulget tuum
luménque nox spirat novum,
quod nulla nox intérpolet
fidéque iugi lúceat.
Sit, Christe, rex piíssime,
tibi Patrique glória
cum Spíritu Paráclito,
in sempitérna sæcula. Amen.
1 ant.
A te giunga, Signore, il mio grido:
          non nascondermi il tuo volto.
SALMO 101    Aspirazioni e preghiere di un esule

Sia benedetto Dio... il quale ci consola in ogni nostra
tribolazione
(2 Cor 1, 4).
 
I   (2-12)
Signore, ascolta la mia preghiera, *
   a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto; †
   nel giorno della mia angoscia
      piega verso di me l’orecchio. *
   Quando ti invoco: presto, rispondimi.
Si dissolvono in fumo i miei giorni *
   e come brace ardono le mie ossa.
Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, *
   dimentico di mangiare il mio pane.
Per il lungo mio gemere *
   aderisce la mia pelle alle mie ossa.
Sono simile al pellicano del deserto, *
   sono come un gufo tra le rovine.
Veglio e gemo *
   come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, *
   furenti imprecano contro il mio nome.
Di cenere mi nutro come di pane *
   alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, *
   perché mi sollevi e mi scagli lontano.
I miei giorni sono come ombra che declina, *
   e io come erba inaridisco.
1 ant.
A te giunga, Signore, il mio grido:
          non nascondermi il tuo volto.
2 ant.
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.
II    (13-23)
Ma tu, Signore, rimani in eterno, *
   il tuo ricordo per ogni generazione.
Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, †
   perché è tempo di usarle misericordia: *
   l’ora è giunta.
Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre *
   e li muove a pietà la sua rovina.
I popoli temeranno il nome del Signore *
   e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion *
   e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera del misero *
   e non disprezza la sua supplica.
Questo si scriva per la generazione futura *
   e un popolo nuovo darà lode al Signore.
Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, *
   dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gemito del prigioniero, *
   per liberare i condannati a morte;
perché sia annunziato in Sion il nome del Signore *
   e la sua lode in Gerusalemme,
quando si aduneranno insieme i popoli *
   e i regni per servire il Signore.
2 ant.
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.
3 ant.
In principio, Signore, hai fondato la terra,
          i cieli sono opera delle tue mani.
III    (24-29)
Ha fiaccato per via la mia forza, *
   ha abbreviato i miei giorni.
Io dico: Mio Dio, †
   non rapirmi a metà dei miei giorni; *
   i tuoi anni durano per ogni generazione.
In principio tu hai fondato la terra, *
   i cieli sono opera delle tue mani.
Essi periranno, ma tu rimani, *
   tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai *
   ed essi passeranno.
Ma tu resti lo stesso *
   e i tuoi anni non hanno fine.
I figli dei tuoi servi avranno una dimora, *
   resterà salda davanti a te la loro discendenza.
3 ant.
In principio, Signore, hai fondato la terra,
          i cieli sono opera delle tue mani.
V.
Ascoltate, popoli, la parola del Signore,

R.
annunziatela sino ai confini della terra.
PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Isaia
49, 14 – 50, 1
La restaurazione di Sion
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio del suo seno?
Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse,
io invece non ti dimenticherò mai.
Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani,
le tue mura sono sempre davanti a me.
I tuoi costruttori accorrono,
i tuoi distruttori e i tuoi devastatori
si allontanano da te.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si radunano, vengono a te.
«Com’è vero ch’io vivo – oracolo del Signore –
ti vestirai di tutti loro come di ornamento,
te ne ornerai come una sposa».
Poiché le tue rovine e le tue devastazioni
e il tuo paese desolato
saranno ora troppo angusti per i tuoi abitanti,
benché siano lontani i tuoi divoratori.
Di nuovo ti diranno agli orecchi
i figli di cui fosti privata:
«Questo spazio è per me troppo angusto;
scostati, che mi possa adagiare».
Tu penserai:
«Chi mi ha generato costoro?
Io ero priva di figli e sterile;
questi chi li ha allevati?
Ecco, ero rimasta sola
e costoro dove erano?».
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io farò cenno con la mano ai popoli,
per le nazioni isserò il mio vessillo.
Riporteranno i tuoi figli in braccio,
le tue figlie saran portate sulle spalle.
I re saranno i tuoi tutori,
le loro principesse tue nutrici.
Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te,
baceranno la polvere dei tuoi piedi;
allora tu saprai che io sono il Signore
e che non saranno delusi quanti sperano in me».
Si può forse strappare la preda al forte?
Oppure può un prigioniero sfuggire al tiranno?
Eppure dice il Signore:
«Anche il prigioniero sarà strappato al forte,
la preda sfuggirà al tiranno.
Io avverserò i tuoi avversari;
io salverò i tuoi figli.
Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori,
si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto.
Allora ogni uomo saprà
che io sono il Signore, tuo salvatore,
io il tuo redentore e il Forte di Giacobbe».
Dice il Signore:
«Dov’è il documento di ripudio
di vostra madre, con cui l’ho scacciata?
Oppure a quale dei miei creditori
io vi ho venduti?
Ecco, per le vostre iniquità siete stati venduti,
per le vostre scelleratezze
è stata scacciata vostra madre».
 
RESPONSORIO                   Is 49, 15; cfr. Sal 26, 10

R.
Può una donna dimenticare il suo bambino, non
sentire pietà per il figlio delle sue viscere?
*
Anche se
vi fosse una donna che si dimenticasse, io non ti
dimenticherò mai, dice il Signore.

V.
Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.

R.
Anche se vi fosse una donna che si dimenticasse,
io non ti dimenticherò mai, dice il Signore.
SECONDA LETTURA

Dal «Commento su san Luca» di san Beda il Venerabile, sacerdote
 
(1, 46-55; CCL 120, 37-39)
 
​Magnificat
 
   «Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1, 46). Dice: il Signore mi ha innalzato con un dono così grande e così inaudito che non è possibile esprimerlo con nessun linguaggio: a stento lo può comprendere il cuore nel profondo. Levo quindi un inno di ringraziamento con tutte le forze della mia anima e mi do, con tutto quello che vivo e sento e comprendo, alla contemplazione della grandezza senza fine di Dio, poiché il mio spirito si allieta della eterna divinità di quel medesimo Gesù, cioè del Salvatore, di cui il mio seno è reso fecondo con una concezione temporale.
   Perché ha fatto in me cose grandi l’Onnipotente, e santo è il suo nome (cfr. Lc 1, 49). Si ripensi all’inizio del cantico dove è detto: «L’anima mia magnifica il Signore». Davvero solo quell’anima a cui il Signore si è degnato di fare grandi cose può magnificarlo con lode degna ed esortare quanti sono partecipi della medesima promessa e del medesimo disegno di salvezza: Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome (cfr. Sal 33, 4). Chi trascurerà di magnificare, per quanto sta in lui, il Signore che ha conosciuto e di santificarne il nome, «sarà considerato il minimo nel regno dei cieli» (Mt 5, 19).
   Il suo nome poi è detto santo perché con il fastigio della sua singolare potenza trascende ogni creatura ed è di gran lunga al di là di tutto quello che ha fatto.
   «Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia» (Lc 1, 54). Assai bene dice Israele servo del Signore, cioè ubbidiente e umile, perché da lui fu accolto per essere salvato, secondo quanto dice Osea: Israele è mio servo e io l’ho amato (cfr. Os 11, 1). Colui infatti che disdegna di umiliarsi non può certo essere salvato né dire con il profeta: «Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore mi sostiene» (Sal 53, 6) e: Chiunque diventerà piccolo come un bambino sarà il più grande nel regno dei cieli (cfr. Mt 18, 4).
   «Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre» (Lc 1, 55). Si intende la discendenza spirituale, non carnale, di Abramo; sono compresi, cioè, non solo i generati secondo la carne, ma anche coloro che hanno seguito le orme della sua fede, sia nella circoncisione, sia nell’incirconcisione. Anche lui credette quando non era circonciso, e gli fu ascritto a giustizia. La venuta del Salvatore fu promessa ad Abramo e alla sua discendenza, cioè ai figli della promessa, ai quali è detto: «Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3, 29).
   È da rilevare poi che le madri, quella del Signore e quella di Giovanni, prevengono profetando la nascita dei figli: e questo è bene perché, come il peccato ebbe inizio da una donna, così da donne comincino anche i benefici, e come il mondo ebbe la morte per l’inganno di una donna, così da due donne, che a gara profetizzano, gli sia restituita la vita.
 
RESPONSORIO                                        Lc 1, 48-50

R.
Tutte le generazioni mi chiameranno beata: grandi
cose ha fatto in me l’Onnipotente:
*
Santo è il suo
nome.

V.
Di generazione in generazione la sua misericordia
su quelli che lo temono:

R.
Santo è il suo nome.
ORAZIONE
 
   O Dio, che nella venuta del tuo Figlio hai risollevato l’uomo dal dominio del peccato e della morte, concedi a noi, che professiamo la fede nella sua incarnazione, di partecipare alla sua vita immortale. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.