«Primerear» ossia prendere l’iniziativa. Mons. Nunzio Galantino – intervenendo venerdì 2 maggio alla presentazione del Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia (Il Mulino), realizzato dalla Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII – fa ricorso al neologismo spagnolo usato da Papa Francesco per rigettare “l’atteggiamento sterile di chi si ferma ai numeri e alle analisi” e si rivela “incapace di affacciarsi sul piano degli impegni richiesti per avviare risposte credibili”.
Il Segretario Generale si sofferma, quindi, sugli ambiti nei quali occorre prendere l’iniziativa: l’ambito scolastico, quello della produzione legislativa sulla libertà religiosa e l’ambito della ricerca universitaria che attiene alle «scienze religiose».
In particolare, Mons. Galantino conviene con il Rapporto, laddove contestualizza la questione dell’analfabetismo religioso inserendola nella «dissociazione tra elementi culturali e [elementi] religiosi e la conseguente difficoltà ad apprendere e comprendere i secondi all’interno dell’orizzonte segnato dai primi». Nel contempo, invita “le istituzioni che hanno voce in capitolo – lo Stato, da un lato, la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose – particolarmente quelle già titolari di un’Intesa con lo Stato –, dall’altro lato” a non smettere di “interrogarsi sull’effettiva rispondenza delle attuali forme di alfabetizzazione religiosa presenti nella scuola italiana, e in primis dell’IRC, alle mutate circostanze storico-civili”.
Nel suo intervento il Segretario si sofferma anche sull’ambito costituito dal sistema della comunicazione, rilevando che “l’informazione religiosa risente, come e più degli altri giornalismi «specialistici», di un processo di contaminazione con gli altri generi giornalistici che risulta secolarizzante e di conseguenza minaccia di accrescere l’analfabetismo religioso o perlomeno – in parallelo a quanto un altro autore del Rapporto afferma a proposito dei manuali scolastici – di produrre un’alfabetizzazione mediocre”.
In conclusione, Mons. Galantino rileva la necessità di fornire contenuti di fede da adulti, per superare quella che definisce una “fede light”: “Il preoccupante tasso di analfabetismo religioso registrato dal Rapporto – spiega il Vescovo – penso che, almeno in parte, sia anche il frutto amaro ma evidente di un sentimento religioso che poggia su tracce cristiane infantilistiche, anche nel linguaggio e nelle immagini, che rivelano tutta la loro inadeguatezza e tutta la loro marginalità rispetto a ciò che nel conta nel “mondo adulto”; un mondo adulto che domanda sempre di più al credente di saper «dare ragione della speranza» che lo anima e che innerva le sue progettualità; un mondo adulto che, proprio per questo, domanda contenuti di fede da adulti”.
Tra i partecipanti alla presentazione Alberto Melloni, curatore del volume, Giuliano Amato, Paolo Naso, Massimo Campanini, e Marco Morselli.