In Sardegna, san Simplicio, sacerdote.
A Lámpsaco in Ellesponto, nell’odierna Turchia, passione dei santi Pietro, Andrea, Paolo e Dionisia, martiri.
A Clermont-Ferrand in Aquitania, nel territorio dell’odierna Francia, santi Cassio e Vittorino, martiri, che si ritiene abbiano subito il martirio sotto Croco, capo degli Alamanni.
Ad Autun nella Gallia lugdunense, in Francia, san Retizio, vescovo, ricordato da sant’Agostino per la sua grande autorità di presule nella Chiesa e da san Girolamo come grande esegeta della Sacra Scrittura.
In Etiopia, san Caleb o Elésbaan, re, che per vendicare l’uccisione dei martiri di Nagran affrontò vittoriosamente in battaglia i nemici di Cristo; dopo avere inviato, al tempo dell’imperatore Giustino, il suo diadema regale a Gerusalemme, si ritiene che, come era stato nei suoi desideri, si sia riturato a vita monastica, prima di fare ritorno al Signore.
A Bingen sul fiume Reno vicino a Magonza, nel territorio dell’odierna Germania, san Ruperto, che, duca, partito giovane in pellegrinaggio presso le tombe degli Apostoli, al ritorno nei suoi domini, fece costruire molte chiese e a soli diciannove anni si addormentò nel Signore.
Presso Córdova nell’Andalusia in Spagna, commemorazione di san Vitesindo, martire, che per timore dei Mori abbandonò la fede cristiana, ma, rifiutatosi poi di praticare pubblicamente il loro culto, fu ucciso in odio alla fede cristiana.
Ad Aix-en-Provence in Francia, beato Andrea Abellon, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che ripristinò nei conventi l’osservanza della regola, amministrandoli con pazienza e con un sobrio tenore di vita.