In Bitinia, nell’odierna Turchia, sant’Autonomo, vescovo e martire.
Ad Alessandria d’Egitto, santi Crónide, Leonzio e Serapione, martiri, che si dice siano stati affogati in mare per aver confessato il nome di Cristo sotto l’imperatore Massimino.
A Emly nel Munster in Irlanda, sant’Albeo, vescovo, che nel suo peregrinare predicò a molti il Vangelo.
Ad Anderlecht in Brabante, nell’odierno Belgio, san Guido, che fu dapprima custode della chiesa di Mariensee; noto per la sua generosità verso i poveri, si fece pellegrino per sette anni ai luoghi santi e, tornato infine nella sua terra, vi morì piamente.
A Omura in Giappone, beati Apollinare Franco, dell’Ordine dei Frati Minori, Tommaso Zumárraga, dell’Ordine dei Predicatori, sacerdoti, e quattro compagni50, martiri, che in odio alla fede cristiana furono gettati in carcere e poi messi al rogo.
I loro nomi sono: beati Francesco di San Bonaventura e Pietro di Santa Chiara, religiosi dell’Ordine dei Frati Minori, e Domenico Magoshichi e Matteo di San Tommaso
Chiwiato, religiosi dell’Ordine dei Predicatori.
Nel mare di Rochefort in Francia, beato Pietro Sulpizio Cristoforo Faverge, fratello delle Scuole Cristiane e martire, che, messo in una galera durante la rivoluzione francese in quanto religioso, prestò ogni cura ai compagni di prigionia, finché divorato dal contagio piamente morì.
A Seul in Corea, san Francesco Ch’oe Kyong-hwan, martire, che, catechista, condotto davanti al prefetto non volle rinnegare la fede cristiana e, detenuto in carcere, pervenne al martirio tra torture e supplizi senza però mai desistere dalla preghiera e dall’opera di catechesi.