A Cartagine, nell’odierna Tunisia, santa Guddene, martire, che, per ordine del proconsole Rufino, torturata quattro diverse volte sul cavalletto e con il supplizio delle unghie, fu poi per lungo tempo gettata in un sordido carcere e infine trafitta con la spada.
A Córdova nell’Andalusia in Spagna, san Zóilo, martire.
A Costantinopoli, san Sansone, sacerdote, che fu rifugio dei poveri e si dice abbia allestito un ospedale su invito dell’imperatore Giustiniano, che egli aveva guarito da una malattia.
Nel castello di Chinon nel territorio di Tours in Francia, san Giovanni, sacerdote, che, di origine britannica, volle per amore di Dio sottrarsi allo sguardo degli uomini e visse di preghiera in una piccola cella costruita davanti alla chiesa del paese.
A Milano, sant’Arialdo, diacono e martire, che combatté con forza gli insani costumi del clero simoniaco e depravato e per la premura verso la casa di Dio fu ucciso da due chierici tra atroci sofferenze.
A Corneto vicino a Bovino in Puglia, beato Benvenuto da Gubbio, religioso dell’Ordine dei Minori, che nell’umile servizio ai malati si conformò alla vita di Cristo povero.
Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Tommaso Toán, martire, che, catechista e responsabile della missione di Trung Linh, patì per Cristo inaudite e crudeli torture in carcere, dove morì di fame e di sete sotto l’imperatore Minh Mang.
Nel territorio di Friburgo in Svizzera, beata Margherita Bays, vergine, che, esercitando in famiglia il mestiere di sarta, si adoperò con tutta se stessa per i molteplici bisogni del prossimo senza mai trascurare la preghiera.
A Moulins in Francia, beata Luisa Teresa Montaignac de Chauvance, vergine, che fondò la Pia Unione delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù.