Sempre a Roma, commemorazione dei santi Sulpicio e Serviziano, martiri, la cui deposizione avvenne al secondo miglio della via Latina.
A Córdova nell’Andalusia in Spagna, san Secondino, martire.
A Embrun nella Francia meridionale, san Marcellino, primo vescovo di questa città, che, giunto dall’Africa, convertì alla fede di Cristo molti abitanti della regione delle Alpi Marittime e fu ordinato da sant’Eusebio da Vercelli vescovo di questa sede.
Presso Costantinopoli, san Teodoro, che, detto Trichinas per la ruvida veste di crine con cui si copriva, condusse una vita virtuosa in solitudine.
Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, sant’Anastasio, vescovo e martire, che, sotto l’impero di Foca, fu crudelmente ucciso da sicari.
Nel territorio di Laurino vicino a Paestum in Campania, santa Eliena, vergine, che, salda nelle opere di Cristo, si ritirò in un luogo deserto, dove servì senza sosta Dio nelle necessità dei religiosi e degli infermi.
A Osnabrück in Sassonia, nell’odierna Germania, san Vione, vescovo, che, nato in Frisia, fu mandato da Carlo Magno come primo abate di questo luogo ad annunciare il Vangelo e, divenuto poi vescovo della Chiesa di Osnabrück, patì molto per Cristo.
Nel monastero di Châteliers nel territorio di Poitiers in Francia, beato Gerardo di Salles, che, povero canonico e poi ancor più povero eremita e cultore di un’austera vita di penitenza, molti infiammò all’amore di Dio attirandoli alla vita eremitica e fondò anche numerose case di canonici regolari.
A Pisa, beato Domenico Vernagalli, sacerdote dell’Ordine Camaldolese, che costruì un orfanotrofio.
A Bologna, beato Simone Rinalducci da Todi, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che istruì i giovani studenti e il popolo di Dio con la parola della dottrina e con l’esempio di vita.
A Lancaster in Inghilterra, beati Giacomo Bell e Giovanni Finch, martiri: il primo, sacerdote, dopo venti anni trascorsi in altra confessione, su esortazione di una pia donna si riconciliò con la Chiesa cattolica; l’altro, padre di famiglia, contadino e catechista, per la sua fede subì per molti anni il carcere, la fame e altre sofferenze; entrambi pervennero insieme all’eterno gaudio sotto la regina Elisabetta I.
A Londra sempre in Inghilterra, beati Riccardo Sargeant e Guglielmo Thomson, sacerdoti e martiri, che, condannati a morte per essere entrati come sacerdoti in Inghilterra ed esservi rimasti, patirono a Tyburn l’estremo supplizio.
A Clonmel in Irlanda, beato Maurizio MacKenraghty, sacerdote e martire, che, dopo due anni di prigione, rifiutandosi di riconoscere la potestà della regina Elisabetta I negli affari spirituali, fu consegnato al supplizio del patibolo.
A York in Inghilterra, beato Antonio Page, sacerdote e martire, che, uomo mite e onesto, fu condannato per il suo sacerdozio a crudeli torture.
A Londra sempre in Inghilterra, beati Francesco Page, della Compagnia di Gesù, e Roberto Watkinson, sacerdoti e martiri, che per il loro sacerdozio, per uno dei quali iniziato da appena un mese, furono costretti, sotto la regina Elisabetta I, a salire insieme sul patibolo di Tyburn.
A Pianello sul lago di Como, beata Chiara (Dina) Bosatta, vergine, che, con l’aiuto del beato Luigi Guanella, fondò la Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Lungo il percorso dal campo di prigionia di Dachau ad Hartheim vicino a Linz in Austria, beato Anastasio Pankiewicz, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che contro un regime oppressivo della dignità cristiana testimoniò la sua fede fino alla morte.