Ad Ankara in Galazia nell’odierna Turchia, santi Proclo e Ilarione, martiri sotto l’impero di Traiano e la prefettura di Massimo.
A Fano nelle Marche, san Paterniano, vescovo.
A Lione in Francia, san Vivenzíolo, vescovo, che, promosso dalla scuola del monastero di Sant’Eugendo all’episcopato, indusse chierici e laici a partecipare al Concilio di Epaone, perché il popolo potesse conoscere meglio le decisioni dei pontefici.
A Passignano in Toscana, san Giovanni Gualberto, abate, che, soldato fiorentino, perdonò per amore di Cristo l’uccisore di suo fratello e, vestito poi l’abito monastico, desideroso di condurre una vita di maggior rigore, gettò a Vallombrosa le fondamenta di una nuova famiglia monastica.
Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, san Leone I, abate, che provvide ai poveri con il lavoro delle proprie mani e li difese dai potenti.
Presso Londra in Inghilterra, beato Davide Gunston, martire, che, cavaliere dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, non riconobbe il potere del re Enrico VIII negli affari spirituali e fu per questo sospeso al patibolo a Southwark.
Sempre a Londra, san Giovanni Jones, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, originario del Galles, fattosi religioso in Francia, fu condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per essere entrato da sacerdote in Inghilterra e compì il suo martirio appeso a un laccio fino alla morte.
A Nagasaki in Giappone, beati Mattia Araki e sette compagni, martiri, che subirono il martirio per Cristo.
I loro nomi sono: beati Pietro Arakiyori Chobioye e Susanna, coniugi; Giovanni Tanaka e Caterina, coniugi; Giovanni Nagai Naisen e Monica, coniugi, e il piccolo Ludovico, loro figlio.
A Orange nella Provenza in Francia, beate Rosa di San Saverio (Maddalena Teresa) Tallien, Marta dell’Angelo Buono (Maria) Cluse, Maria di Sant’Enrico (Margherita Eleonora) de Justamond e Giovanna Maria di San Bernardo di Romillon, vergini e martiri, che conseguirono la palma del martirio durante la rivoluzione francese.
Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Clemente Ignazio Delgado Cebrián, vescovo e martire, che, dopo cinquant’anni trascorsi a predicare il Vangelo, fu arrestato per ordine dell’imperatore Minh Mang per la sua fede in Cristo e morì in carcere tra molte sofferenze.
Nella provincia di Ninh Bình sempre nel Tonchino, sant’Agnese Lê Thi Thành (Dê), martire, che, madre di famiglia, sebbene sottoposta a crudeli torture per aver nascosto in casa sua un sacerdote, si rifiutò di rinnegare la fede e morì in carcere sotto l’imperatore Thieu Tri.
Nella provincia di Nghe An nell’antico An Nam, ora Viet Nam, san Pietro Khanh, sacerdote e martire, che, riconosciuto come cristiano al banco delle imposte, fu messo in prigione per sei mesi e, dopo vani inviti ad abiurare, fu decapitato sempre per ordine dell’imperatore Thieu Tri.