Presso Le Mans in Francia, san Cenerico, monaco e diacono, che, dopo aver visitato i sepolcri dei santi Martino di Tours e Giuliano di Le Mans, passò la vita in solitudine e austerità.
A Beverley in Northumbria, nell’odierna Inghilterra, transito di san Giovanni, vescovo prima di Hexham e poi di York, che associò l’impegno pastorale alla preghiera personale e, deposto l’incarico, visse per il resto della sua vita come monaco nel monastero da lui stesso fondato in questo luogo.
Nel monastero di Niedernburg nella Baviera, in Germania, beata Gisella, che, sposata con santo Stefano re d’Ungheria, aiutò il marito nell’opera di propagazione della fede e, dopo la sua morte, spogliatasi di tutti i suoi beni e in esilio dal regno, si ritirò in questo monastero, di cui fu poi badessa.
A Kiev nell’odierna Ucraina, sant’Antonio, eremita, che proseguì nel monastero delle Grotte la vita monastica che aveva appreso sul monte Athos.
A Cremona, beato Alberto da Bergamo, contadino, che sopportò con pazienza i rimproveri della moglie per la sua eccessiva generosità verso i poveri e, lasciati i campi, visse povero come frate della Penitenza di San Domenico.
A Roma, beata Rosa Venerini, vergine di Viterbo, che insieme alle Maestre Pie aprì le prime scuole in Italia per l’istruzione della gioventù femminile.
A Genova, sant’Agostino Roscelli, sacerdote, che istituì la Congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria per la formazione delle fanciulle.