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mercoledì 21 Aprile 2021

Ufficio delle letture

MERCOLEDI' - III SETTIMANA DI PASQUA - III SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Ecco il gran giorno di Dio,
splendente di santa luce:
nasce nel sangue di Cristo
l’aurora di un mondo nuovo.
Torna alla casa il prodigo,
splende la luce al cieco;
il buon ladrone graziato
dissolve l’antica paura.
Gli angeli guardano attoniti
il supplizio della croce,
da cui l’innocente e il reo
salgono uniti al trionfo.
O mistero insondabile
dell’umana redenzione:
morendo sopra il patibolo
Cristo sconfigge la morte.
Giorno di grandi prodigi!
La colpa cerca il perdono,
l’amore vince il timore,
la morte dona la vita.
Irradia sulla tua Chiesa
la gioia pasquale, o Signore,
unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.
Sia lode e onore a Cristo,
vincitore della morte,
al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.
Oppure:
Hic est dies verus Dei,
sancto serénus lúmine,
quo díluit sanguis sacer
probrósa mundi crímina.
Fidem refúndit pérditis
cæcósque visu illúminat;
quem non gravi solvit metu
latrónis absolútio?
Opus stupent et ángeli,
poenam vidéntes córporis
Christóque adhæréntem reum
vitam beátam cárpere.
Mystérium mirábile,
ut ábluat mundi luem,
peccáta tollat ómnium
carnis vitia mundans caro.
Quid hoc potest sublímius,
ut culpa quærat grátiam,
metúmque solvat caritas
reddátque mors vitam novam?
Esto perénne méntibus
paschále, Iesu, gáudium,
et nos renátos grátiæ
tuis triúmphis ággrega.
Iesu, tibi sit glória,
qui morte victa prǽnites,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sǽcula. Amen.
1 ant.
Davanti al tuo volto, Signore,
          grazia e fedeltà, alleluia.
SALMO 88, 2-38
La misericordia di Dio per la casa di Davide
Dalla discendenza di Davide secondo la promessa, Dio
trasse per Israele un salvatore, Gesù
(At 13, 23).
I    (2-19)
​Canterò senza fine le grazie del Signore, *
   con la mia bocca
     annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
perché hai detto:
     «La mia grazia rimane per sempre»; *
   la tua fedeltà è fondata nei cieli.
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, *
   ho giurato a Davide mio servo:
stabilirò per sempre la tua discendenza, *
   ti darò un trono che duri nei secoli».
I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, *
   la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.
Chi sulle nubi è uguale al Signore, *
   chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
Dio è tremendo nell’assemblea dei santi, *
   grande e terribile tra quanti lo circondano.
Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti? *
   Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
Tu domini l’orgoglio del mare, *
   tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
Tu hai calpestato Raab come un vinto, *
   con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.
Tuoi sono i cieli, tua è la terra, *
   tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, *
   il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome.
È potente il tuo braccio, *
   forte la tua mano, alta la tua destra.
Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, *
   grazia e fedeltà precedono il tuo volto.
Beato il popolo che ti sa acclamare *
   e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
esulta tutto il giorno nel tuo nome, *
   nella tua giustizia trova la sua gloria.
Perché tu sei il vanto della sua forza *
   e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
Perché del Signore è il nostro scudo, *
   il nostro re, del Santo d’Israele.
1 ant.
Davanti al tuo volto, Signore,
          grazia e fedeltà, alleluia.
2 ant.
Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide,
          Cristo, Figlio di Dio, alleluia.
II    (20-30)
​Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo: †
   «Ho portato aiuto a un prode, *
   ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
Ho trovato Davide, mio servo, *
   con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno, *
   il mio braccio è la sua forza.
Su di lui non trionferà il nemico, *
   né l’opprimerà l’iniquo.
Annienterò davanti a lui i suoi nemici *
   e colpirò quelli che lo odiano.
La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui *
   e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
Stenderò sul mare la sua mano *
   e sui fiumi la sua destra.
Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, *
   mio Dio e roccia della mia salvezza.
Io lo costituirò mio primogenito, *
   il più alto tra i re della terra.
Gli conserverò sempre la mia grazia, *
   la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza, *
   il suo trono come i giorni del cielo.
2 ant.
Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide,
          Cristo, Figlio di Dio, alleluia.
3 ant.
Dio ha promesso a Davide, suo servo:
          Per sempre durerà la tua discendenza,
          alleluia.
III    (31-38)
​Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge *
   e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti *
   e non osserveranno i miei comandi,
punirò con la verga il loro peccato *
   e con flagelli la loro colpa.
Ma non gli toglierò la mia grazia *
   e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
Non violerò la mia alleanza; *
   non muterò la mia promessa.
Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: *
   certo non mentirò a Davide.
In eterno durerà la sua discendenza, *
   il suo trono davanti a me quanto il sole,
sempre saldo come la luna, *
   testimone fedele nel cielo».
3 ant.
Dio ha promesso a Davide, suo servo:
          Per sempre durerà la tua discendenza,
          alleluia.
V.
Dio ha fatto risorgere Cristo dai morti, alleluia.

R.
perché in Dio sia la nostra fede e la speranza, alleluia.
PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo
9, 1-12

La piaga delle cavallette
     
   Io, Giovanni, vidi: Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; egli aprì il pozzo dell’Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l’atmosfera. Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà.
     Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d’oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni. Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all’assalto. Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. Il loro re era l’angelo dell’Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore.
     Il primo «guai» è passato. Rimangono ancora due «guai» dopo queste cose.
 
RESPONSORIO                        Gl 3, 3. 5; Mc 13, 33
R.
Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco
e colonne di fumo. 
*
Chiunque invocherà il nome
del Signore sarà salvato, alleluia.

V.
State attenti, vegliate, perché non sapete
quando sarà il momento.

R.
Chiunque invocherà il nome del Signore sarà
salvato, alleluia.
SECONDA LETTURA

Dalla «Prima Apologia a favore dei cristiani» di san Giustino, martire

(Cap. 61; PG 6, 418-422)

Il lavacro della rigenerazione
     
   Esporremo come noi, rinnovati per mezzo di Cristo, ci siamo consacrati a Dio. Coloro che, arrivati alla certezza, hanno creduto alle verità da noi insegnate e proclamate e hanno promesso di vivere in modo ad esse conforme, vengono guidati a pregare, e a domandare a Dio il perdono dei peccati. Noi insegniamo loro ad accompagnare la preghiera con il digiuno, ma anche noi preghiamo e digiuniamo in piena solidarietà con essi.
     Quindi li conduciamo al fonte dell’acqua e là vengono rigenerati allo stesso modo con cui siamo stati rigenerati anche noi. Infatti allora ricevono il lavacro dell’acqua nel nome del Creatore e Dio Signore di tutte le cose, del Salvatore nostro Gesù Cristo e dello Spirito Santo.
     Gesù infatti ha detto: Se non rinascerete, non entrerete nel regno dei cieli (cfr. Mt 18, 3). Non si tratta, ovviamente, di rientrare nel grembo materno, perché la nascita di cui parliamo è spirituale.
     Il profeta Isaia ha spiegato in quale modo si liberano dai peccati coloro che li hanno commessi e fanno penitenza: Lavatevi, purificatevi, togliete il male dalle vostre anime. Imparate a fare il bene, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova. Su, venite e discutiamo, dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, li renderò bianchi come la neve. Ma se non ascolterete, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato (cfr. Is 1, 16-20).
     Questa dottrina l’abbiamo ricevuta dagli apostoli. Nella nostra prima nascita siamo stati messi al mondo dai genitori per istinto naturale e in modo inconscio. Ora non vogliamo restare figli della semplice natura e dell’ignoranza, ma di una scelta consapevole. Vogliamo ottenere nell’acqua salutare la remissione delle colpe commesse. Per questo su chi desidera di essere rigenerato e ha fatto penitenza dei peccati, si pronunzia il nome del Creatore e Signore Dio dell’universo. È questo solo nome che invochiamo su colui che viene condotto al lavacro per il battesimo.
     Il lavacro si chiama illuminazione, perché coloro che imparano le verità ricordate sono illuminati nella loro mente. Colui che viene illuminato è anche lavato. È illuminato e lavato nel nome di Gesù Cristo crocifisso sotto Ponzio Pilato, è illuminato e lavato nel nome dello Spirito Santo, che ha preannunziato per mezzo dei profeti tutte le cose riguardanti Gesù.
 
RESPONSORIO                      Cfr. Gv 3, 5-6
R.
Disse Gesù a Nicodemo: In verità, in verità ti
dico,
*
chi non nasce da acqua e da Spirito, non può
entrare nel regno di Dio, alleluia.

V.
Quel che è nato dalla carne è carne; quel che è
nato dallo Spirito è Spirito;

R.
chi non nasce da acqua e da Spirito, non può
entrare nel regno di Dio, alleluia.
ORAZIONE
   Assisti, o Dio nostro Padre, questa tua famiglia raccolta in preghiera: tu che ci hai dato la grazia della fede, donaci di aver parte all’eredità eterna con il nostro Signore risorto. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.