V.
O Dio, vieni a salvarmi
R.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
O Trinità beata,
oceano di pace,
la Chiesa a te consacra
la sua lode perenne.
oceano di pace,
la Chiesa a te consacra
la sua lode perenne.
Padre d’immensa gloria,
Verbo d’eterna luce,
Spirito di sapienza
e carità perfetta.
Verbo d’eterna luce,
Spirito di sapienza
e carità perfetta.
Rovéto inestinguibile
di verità e d’amore,
ravviva in noi la gioia
dell’àgape fraterna.
di verità e d’amore,
ravviva in noi la gioia
dell’àgape fraterna.
O principio e sorgente
della vita immortale,
rivelaci il tuo volto
nella gloria dei cieli. Amen.
della vita immortale,
rivelaci il tuo volto
nella gloria dei cieli. Amen.
1 ant.
Buono è Dio con i giustie i puri di cuore.
SALMO 72 Perché il giusto soffre
Beato colui che non si scandalizza di me
(Mt 11, 6).
I (1-12)
Quanto è buono Dio con i giusti, *
con gli uomini dal cuore puro!
con gli uomini dal cuore puro!
Per poco non inciampavano i miei piedi, *
per un nulla vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti, *
vedendo la prosperità dei malvagi.
per un nulla vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti, *
vedendo la prosperità dei malvagi.
Non c’è sofferenza per essi, *
sano e pasciuto è il loro corpo.
Non conoscono l’affanno dei mortali *
e non sono colpiti come gli altri uomini.
sano e pasciuto è il loro corpo.
Non conoscono l’affanno dei mortali *
e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell’orgoglio si fanno una collana *
e la violenza è il loro vestito.
Esce l’iniquità dal loro grasso, *
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
e la violenza è il loro vestito.
Esce l’iniquità dal loro grasso, *
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
Scherniscono e parlano con malizia, *
minacciano dall’alto con prepotenza.
minacciano dall’alto con prepotenza.
Levano la loro bocca fino al cielo *
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto, *
non li raggiunge la piena delle acque.
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto, *
non li raggiunge la piena delle acque.
Dicono: «Come può saperlo Dio? *
C’è forse conoscenza nell’Altissimo?».
Ecco, questi sono gli empi: *
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
C’è forse conoscenza nell’Altissimo?».
Ecco, questi sono gli empi: *
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
1 ant.
Buono è Dio con i giustie i puri di cuore.
2 ant.
I malvagi, che oggi ridono,domani piangeranno.
II (13-20)
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore *
e ho lavato nell’innocenza le mie mani,
poiché sono colpito tutto il giorno, *
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
e ho lavato nell’innocenza le mie mani,
poiché sono colpito tutto il giorno, *
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
Se avessi detto: «Parlerò come loro», *
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere: *
ma fu arduo agli occhi miei,
finché non entrai nel santuario di Dio *
e compresi qual è la loro fine.
ma fu arduo agli occhi miei,
finché non entrai nel santuario di Dio *
e compresi qual è la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi, *
li fai precipitare in rovina.
li fai precipitare in rovina.
Come sono distrutti in un istante, *
sono finiti, periscono di spavento!
Come un sogno al risveglio, Signore, *
quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
sono finiti, periscono di spavento!
Come un sogno al risveglio, Signore, *
quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
2 ant.
I malvagi, che oggi ridono,domani piangeranno.
3 ant.
Chi si allontana da te perisce:mio bene è stare vicino a Dio.
III (21-28)
Quando si agitava il mio cuore *
e nell’intimo mi tormentavo,
io ero stolto e non capivo, *
davanti a te stavo come una bestia.
e nell’intimo mi tormentavo,
io ero stolto e non capivo, *
davanti a te stavo come una bestia.
Ma io sono con te sempre: *
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio *
e poi mi accoglierai nella tua gloria.
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio *
e poi mi accoglierai nella tua gloria.
Chi altri avrò per me in cielo? *
Fuori di te nulla bramo sulla terra.
Fuori di te nulla bramo sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore; †
ma la roccia del mio cuore è Dio, *
è Dio la mia sorte per sempre.
ma la roccia del mio cuore è Dio, *
è Dio la mia sorte per sempre.
Ecco, perirà chi da te si allontana, *
tu distruggi chiunque ti è infedele.
tu distruggi chiunque ti è infedele.
Il mio bene è stare vicino a Dio: *
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere *
presso le porte della città di Sion.
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere *
presso le porte della città di Sion.
3 ant.
Chi si allontana da te perisce:mio bene è stare vicino a Dio.
V.
Dolci al mio palato le tue parole, Signore,
R.
PRIMA LETTURA
Dalla prima lettera ai Tessalonicesi di san Paolo, apostolo
2, 13 – 3, 13
L’affettuosa corrispondenza dei Tessalonicesi
alle sollecitudini di Paolo
Fratelli, ringraziamo Dio continuamente, perché, avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l’avete accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete. Voi infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle chiese di Dio in Gesù Cristo, che sono nella Giudea, perché avete sofferto anche voi da parte dei vostri connazionali come loro da parte dei Giudei, i quali hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma ormai l’ira è arrivata al colmo sul loro capo.
Quanto a noi, fratelli, dopo poco tempo che eravamo separati da voi, di persona ma non col cuore, eravamo nell’impazienza di rivedere il vostro volto, tanto il nostro desiderio era vivo. Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io Paolo, di venire da voi, ma satana ce lo ha impedito. Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo vantare, davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta? Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia.
Per questo, non potendo piu resistere, abbiamo deciso di restare soli ad Atene e abbiamo inviato Timòteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede, perché nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi, infatti, sapete che a questo siamo destinati; già quando eravamo tra voi, vi preannunziavamo che avremmo dovuto subire tribolazioni, come in realtà è accaduto e voi ben sapete. Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie sulla vostra fede, per timore che il tentatore vi avesse tentati e così diventasse vana la nostra fatica.
Ma ora che è tornato Timòteo, e ci ha portato il lieto annunzio della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che conservate di noi, desiderosi di vederci come noi lo siamo di vedere voi, ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta l’angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede; ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio, noi che con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra fede?
Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù dirigere il nostro cammino verso di voi! Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Quanto a noi, fratelli, dopo poco tempo che eravamo separati da voi, di persona ma non col cuore, eravamo nell’impazienza di rivedere il vostro volto, tanto il nostro desiderio era vivo. Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io Paolo, di venire da voi, ma satana ce lo ha impedito. Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo vantare, davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta? Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia.
Per questo, non potendo piu resistere, abbiamo deciso di restare soli ad Atene e abbiamo inviato Timòteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede, perché nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi, infatti, sapete che a questo siamo destinati; già quando eravamo tra voi, vi preannunziavamo che avremmo dovuto subire tribolazioni, come in realtà è accaduto e voi ben sapete. Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie sulla vostra fede, per timore che il tentatore vi avesse tentati e così diventasse vana la nostra fatica.
Ma ora che è tornato Timòteo, e ci ha portato il lieto annunzio della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che conservate di noi, desiderosi di vederci come noi lo siamo di vedere voi, ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta l’angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede; ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio, noi che con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra fede?
Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù dirigere il nostro cammino verso di voi! Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
RESPONSORIO Cfr. 1 Ts 3, 12. 13; 2 Ts 2, 16-17
R.
Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amorea vicenda e verso tutti,
*
vi renda saldi nella santità.
V.
R.
SECONDA LETTURA
Dai «Trattati sui salmi» di sant’Ilario di Poitiers, vescovo
(Sal 132; PLS 1, 244-245)
Tutti i credenti
avevano un cuor solo e un’anima sola
avevano un cuor solo e un’anima sola
«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!» (Sal 132, 1), perché quando vivono insieme, fraternamente, si riuniscono nell’assemblea della Chiesa, si sentono concordi nella carità e in un solo volere.
Leggiamo che agli albori della predicazione apostolica questo grande precetto era molto sentito e praticato. Si dice infatti: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola» (At 4, 32). In realtà ben si conviene al popolo di Dio sentirsi fratelli sotto un unico Padre, sentirsi una cosa sola in un medesimo Spirito, vivere concordi nella stessa casa ed essere membra vive di uno stesso corpo.
È davvero bello e soave abitare insieme come fratelli. Il profeta presenta il paragone di questa serena giocondità dicendo: «Come olio profumato sul capo, che scende sulla barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste» (Sal 132, 2). L’unguento che servì per la consacrazione sacerdotale di Aronne fu preparato con vari profumi. Dio si compiacque che questa consacrazione fosse fatta anzitutto per il suo sacerdote e che anche nostro Signore fosse invisibilmente unto «a preferenza dei suoi eguali» (Sal 44, 8). Questa unzione non è terrena. Non fu consacrato come si ungevano i re con il corno pieno di olio profumato, ma «con olio di letizia» (Sal 44, 8). Perciò, dopo questa unzione, Aronne per legge fu chiamato «unto».
Orbene, come questo unguento, su chiunque venga infuso, scaccia dai cuori gli spiriti immondi, così mediante l’unzione della carità, noi emaniamo la concordia, cosa veramente soave a Dio, come afferma l’Apostolo: «Noi siamo il profumo di Cristo» (2 Cor 2, 15). Come dunque questo unguento fu gradito a Dio nel primo sacerdote Aronne, così è bello e giocondo che i fratelli vivano insieme.
Ma l’unguento discende dal capo sulla barba e la barba è il decoro dell’età virile. È necessario perciò che noi siamo dei bambini in Cristo unicamente per quel tanto che fu detto, che siamo bambini cioè solo in quanto privi di malizia, ma adulti nell’intelligenza e nella sapienza.
L’Apostolo chiama bambini tutti gli infedeli, perché, non essendo capaci di cibo solido, hanno ancora bisogno di latte, proprio come dice lo stesso Aposto- lo: «Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci e neanche ora lo siete» (1 Cor 3, 2). Noi invece dobbiamo essere adulti.
Leggiamo che agli albori della predicazione apostolica questo grande precetto era molto sentito e praticato. Si dice infatti: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola» (At 4, 32). In realtà ben si conviene al popolo di Dio sentirsi fratelli sotto un unico Padre, sentirsi una cosa sola in un medesimo Spirito, vivere concordi nella stessa casa ed essere membra vive di uno stesso corpo.
È davvero bello e soave abitare insieme come fratelli. Il profeta presenta il paragone di questa serena giocondità dicendo: «Come olio profumato sul capo, che scende sulla barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste» (Sal 132, 2). L’unguento che servì per la consacrazione sacerdotale di Aronne fu preparato con vari profumi. Dio si compiacque che questa consacrazione fosse fatta anzitutto per il suo sacerdote e che anche nostro Signore fosse invisibilmente unto «a preferenza dei suoi eguali» (Sal 44, 8). Questa unzione non è terrena. Non fu consacrato come si ungevano i re con il corno pieno di olio profumato, ma «con olio di letizia» (Sal 44, 8). Perciò, dopo questa unzione, Aronne per legge fu chiamato «unto».
Orbene, come questo unguento, su chiunque venga infuso, scaccia dai cuori gli spiriti immondi, così mediante l’unzione della carità, noi emaniamo la concordia, cosa veramente soave a Dio, come afferma l’Apostolo: «Noi siamo il profumo di Cristo» (2 Cor 2, 15). Come dunque questo unguento fu gradito a Dio nel primo sacerdote Aronne, così è bello e giocondo che i fratelli vivano insieme.
Ma l’unguento discende dal capo sulla barba e la barba è il decoro dell’età virile. È necessario perciò che noi siamo dei bambini in Cristo unicamente per quel tanto che fu detto, che siamo bambini cioè solo in quanto privi di malizia, ma adulti nell’intelligenza e nella sapienza.
L’Apostolo chiama bambini tutti gli infedeli, perché, non essendo capaci di cibo solido, hanno ancora bisogno di latte, proprio come dice lo stesso Aposto- lo: «Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci e neanche ora lo siete» (1 Cor 3, 2). Noi invece dobbiamo essere adulti.
RESPONSORIO Cfr. Rm 12, 5; Ef 4, 7; 1 Cor 12, 13
R.
Sebbene molti, noi siamo un solo corpo in Cristo,e siamo membra gli uni degli altri.
*
A ciascuno èdata la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
V.
formare un solo corpo; tutti abbiamo bevuto a un solo
Spirito.
R.
dono di Cristo.
ORAZIONE
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Benediciamo il Signore.
R.
Rendiamo grazie a Dio.
R.