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mercoledì 10 Agosto 2022

Ufficio delle letture

SAN LORENZO, DIACONO E MARTIRE - FESTA - LITURGIA PROPRIA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell’amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

 
Oppure:
 
Rex glorióse mártyrum,
coróna confiténtium,
qui respuéntes térrea
perdúcis ad cæléstia.
Aurem benígnam prótinus
appóne nostris vócibus;
tropæa sacra pángimus,
ignósce quod delíquimus.
Tu vincis in martyribus
parcéndo confessóribus;
tu vince nostra crimina
donándo indulgéntiam.
Præsta, Pater piíssime,
Patríque compar Unice,
cum Spíritu Paráclito
regnans per omne sæculum. Amen.
1 ant.
Sarete odiati a causa del mio nome:
          ma chi sarà fedele sino alla fine sarà salvo.
SALMO 2
Perché le genti congiurano, *
   perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra †
   e i principi congiurano insieme *
   contro il Signore e contro il suo Messia:
«Spezziamo le loro catene, *
   gettiamo via i loro legami».
Se ne ride chi abita i cieli, *
   li schernisce dall’alto il Signore.
Egli parla loro con ira, *
   li spaventa nel suo sdegno:
«Io l’ho costituito mio sovrano *
   sul Sion, mio santo monte».
Annunzierò il decreto del Signore. †
   Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, *
   io oggi ti ho generato.
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti *
   e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro, *
   come vasi di argilla le frantumerai».
E ora, sovrani, siate saggi, *
   istruitevi, giudici della terra;
servite Dio con timore *
   e con tremore esultate;
che non si sdegni
      e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira. *
   Beato chi in lui si rifugia.
1 ant.
Sarete odiati a causa del mio nome:
          ma chi sarà fedele sino alla fine sarà salvo.
2 ant.
Non sono paragonabili le sofferenze presenti
          alla gloria futura che apparirà in noi.
SALMO 10
Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi: *
   «Fuggi come un passero verso il monte»?
Ecco, gli empi tendono l’arco, †
   aggiustano la freccia sulla corda *
   per colpire nel buio i retti di cuore.
Quando sono scosse le fondamenta, *
il giusto che cosa può fare?
Ma il Signore nel tempio santo, *
   il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi sono aperti sul mondo, *
   le sue pupille scrutano ogni uomo.
Il Signore scruta giusti ed empi, *
   egli odia chi ama la violenza.
Farà piovere sugli empi
      brace, fuoco e zolfo, *
   vento bruciante toccherà loro in sorte.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste, *
   gli uomini retti vedranno il suo volto.
2 ant.
Non sono paragonabili le sofferenze presenti
          alla gloria futura che apparirà in noi.
3 ant.
Come oro nel fuoco il Signore li ha provati;
          li ha graditi come un olocausto.
SALMO 16
Accogli, Signore, la causa del giusto, *
   sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera: *
   sulle mie labbra non c’è inganno.
Venga da te la mia sentenza, *
   i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte, *
   provami al fuoco, non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole, *
   secondo l’agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra, *
   ho evitato i sentieri del violento.
Sulle tue vie tieni saldi i miei passi *
   e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco, mio Dio: *
   dammi risposta;
porgi l’orecchio, *
   ascolta la mia voce,
mostrami i prodigi del tuo amore: *
   tu che salvi dai nemici
      chi si affida alla tua destra.
Custodiscimi come pupilla degli occhi, *
   proteggimi all’ombra delle tue ali,
di fronte agli empi che mi opprimono, *
   ai nemici che mi accerchiano.
Essi hanno chiuso il loro cuore, *
   le loro bocche parlano con arroganza.
Eccoli, avanzano, mi circondano, *
   puntano gli occhi per abbattermi;
simili a un leone che brama la preda, *
   a un leoncello che si apposta in agguato.
Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo; *
   con la tua spada scampami dagli empi,
con la tua mano, Signore, dal regno dei morti *
   che non hanno più parte in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, †
   se ne sazino anche i figli *
   e ne avanzi per i loro bambini.
Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, *
   al risveglio mi sazierò della tua presenza.
3 ant.
Come oro nel fuoco il Signore li ha provati;
          li ha graditi come un olocausto.
V.
Mi afferrano l’angoscia e l’oppressione,

R.
ma la tua parola mi sostiene.
PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli 
6, 1-6; 8, 1. 4-8
​                                                                              
I sette ministri eletti dagli apostoli
 
   In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest’incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenas e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

   (Dopo l’uccisione di Stefano) scoppiò una violenta persecuzione contro la chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria.
   Quelli però che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la parola di Dio.
   Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande gioia in quella città.
 
RESPONSORIO                    Cfr. Mt 10, 32; Gv 12, 26
R.
Chi mi confesserà davanti agli uomini, dice il
Signore,
*
anch'io lo confesserò davanti al Padre mio
che è nei cieli.

V.
Se uno mi vuol servire, mi segua; e dove sono io,
là sarà anche il mio servo;

R.
anch'io lo confesserò davanti al Padre mio che è
nei cieli.
SECONDA LETTURA

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo

​(Disc. 304, 14; PL 38, 1395-1397)

Fu ministro del sangue di Cristo
 
     Oggi la chiesa di Roma celebra il giorno del trionfo di Lorenzo, giorno in cui egli rigettò il mondo del male. Lo calpestò quando incrudeliva rabbiosamente contro di lui e lo disprezzò quando lo allettava con le sue lusinghe. In un caso e nell'altro sconfisse satana che gli suscitava contro la persecuzione.
     San Lorenzo era diacono della chiesa di Roma. Ivi era ministro del sangue di Cristo e là, per il nome di Cristo, versò il suo sangue.
     Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della morte del Signore, dicendo: «Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L'ha compreso e messo in pratica. E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa. Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte.
     Anche noi, fratelli, se davvero amiamo, imitiamo. Non potremmo, infatti, dare in cambio un frutto più squisito del nostro amore di quello consistente nell'imitazione di Cristo, che «patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme» (1 Pt 2, 21). Con questa frase sembra quasi che l'apostolo Pietro abbia voluto dire che Cristo patì solamente per coloro che seguono le sue orme, e che la passione di Cristo giova solo a coloro che lo seguono. I santi martiri lo hanno seguito fino all'effusione del sangue, fino a rassomigliargli nella passione. Lo hanno seguito i martiri, ma non essi soli. Infatti, dopo che essi passarono, non fu interrotto il ponte; né si è inaridita la sorgente, dopo che essi hanno bevuto.
     Il bel giardino del Signore, o fratelli, possiede non solo le rose dei martiri, ma anche i gigli dei vergini, l'edera di quelli che vivono nel matrimonio, le viole delle vedove. Nessuna persona deve dubitare della propria chiamata: Cristo ha sofferto per tutti. Con tutta verità fu scritto di lui: «Egli vuole che tutti gli uomini siano salvati, e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2, 4).
     Dunque cerchiamo di capire in che modo, oltre all'effusione del sangue, oltre alla prova della passione, il cristiano debba seguire il Maestro. L'Apostolo, parlando di Cristo Signore, dice: «Egli, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio». Quale sublimità! 
     «Ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso» (Fil 2, 7-8). Quale abbassamento!
     Cristo si è umiliato: eccoti, o cristiano l'esempio da imitare. Cristo si è fatto ubbidiente: perché tu ti insuperbisci? Dopo aver percorso tutti i gradi di questo abbassamento, dopo aver vinto la morte, Cristo ascese al cielo: seguiamolo. Ascoltiamo l'Apostolo che dice: «Se siete risorti in Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3, 1).
 
RESPONSORIO                           Cfr. Sal 17, 3

R.
Il martire Lorenzo proclamava ad alta voce:
Adoro il vero Dio, e servo a lui solo;
*
perciò non 
mi spaventa la tortura.

V.
Dio è il mio aiuto, in lui ho fiducia:

R.
perciò non mi spaventa la tortura.
INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.
*
Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
*
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.
* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.
ORAZIONE
    
   O Dio, che hai comunicato l'ardore della tua carità al diacono san Lorenzo e lo hai reso fedele nel ministero e glorioso nel martirio, fa' che il tuo popolo segua i suoi insegnamenti e lo imiti nell'amore di Cristo e dei fratelli. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.