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domenica 19 Luglio 2020

Ufficio delle letture

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - IV SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Splende nel giorno ottavo
l’era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.
O Gesù, re di gloria,
unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale
sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo
incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo
nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine,
noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Chi salirà il monte del Signore?
          Chi starà nel suo luogo santo?
SALMO 23    Il Signore entra nel suo tempio

Le porte del cielo si sono aperte a Cristo Signore,
quando salì al cielo
(sant’Ireneo).
Del Signore è la terra e quanto contiene, *
   l’universo e i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari, *
   e sui fiumi l’ha stabilita.
Chi salirà il monte del Signore, *
   chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
   chi non pronunzia menzogna, *
   chi non giura a danno del suo prossimo.
Egli otterrà benedizione dal Signore, *
   giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
   che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
   alzatevi, porte antiche, *
   ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria? †
   Il Signore forte e potente, *
   il Signore potente in battaglia.
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
   alzatevi, porte antiche, *
   ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria? *
   Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
1 ant.
Chi salirà il monte del Signore?
          Chi starà nel suo luogo santo?
2 ant.
Popoli, benedite il nostro Dio:
          è lui che salvò la nostra vita, alleluia.
SALMO 65     Inno di grazie in occasione del sacrificio
Sulla risurrezione del Signore e la conversione dei pagani (Esichio).

I    (1-12)
Acclamate a Dio da tutta la terra, †
   cantate alla gloria del suo nome, *
   date a lui splendida lode.
Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere! *
   Per la grandezza della tua potenza
      a te si piegano i tuoi nemici.
A te si prostri tutta la terra, *
   a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio, *
   mirabile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terra ferma, †
   passarono a piedi il fiume; *
   per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno, †
   il suo occhio scruta le nazioni; *
   i ribelli non rialzino la fronte.
Benedite, popoli, il nostro Dio, *
   fate risuonare la sua lode;
è lui che salvò la nostra vita *
   e non lasciò vacillare i nostri passi.
Dio, tu ci hai messi alla prova; *
   ci hai passati al crogiuolo, come l’argento.
Ci hai fatti cadere in un agguato, *
   hai messo un peso ai nostri fianchi.
Hai fatto cavalcare uomini sulle nostre teste; †
   ci hai fatto passare per il fuoco e l’acqua, *
   ma poi ci hai dato sollievo.
2 ant.
Popoli, benedite il nostro Dio:
          è lui che salvò la nostra vita, alleluia.
3 ant.
Ascoltate, voi che temete Dio,
          quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.
II    (13-20)
Entrerò nella tua casa con olocausti, *
   a te scioglierò i miei voti,
i voti pronunziati dalle mie labbra, *
   promessi nel momento dell’angoscia.
Ti offrirò pingui olocausti con fragranza di montoni, *
   immolerò a te buoi e capri.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, *
   e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui ho rivolto il mio grido, *
   la mia lingua cantò la sua lode.
Se nel mio cuore avessi cercato il male, *
   il Signore non mi avrebbe ascoltato.
Ma Dio ha ascoltato, *
   si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
Sia benedetto Dio: non ha respinto la mia preghiera, *
   non mi ha negato la sua misericordia.
3 ant.
Ascoltate, voi che temete Dio,
          quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.
V.
Viva ed efficace è la parola di Dio,

R.
più penetrante che una spada a due tagli.
PRIMA LETTURA

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo,
apostolo                                                                                               
1, 1-14
 
Rendimento di grazie
in mezzo alle tribolazioni
 
   Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell’intera Acaia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
   Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione.        
   Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita. Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora, grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi, affinché per il favore divino ottenutoci da molte persone, siano rese grazie per noi da parte di molti.
   Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza della carne ma con la grazia di Dio. Non vi scriviamo in maniera diversa da quello che potete leggere o comprendere; spero che comprenderete sino alla fine, come ci avete già compresi in parte, che noi siamo il vostro vanto, come voi sarete il nostro, nel giorno del Signore nostro Gesù.
 
RESPONSORIO                  Sal 93, 18-19; 2 Cor 1, 5

R.
La tua grazia, Signore, mi ha sostenuto;
*
oppresso
dall’angoscia, il tuo conforto mi ha consolato.

V.
Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi,
così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la consolazione:

R.
oppresso dall’angoscia, il tuo conforto mi ha consolato.
SECONDA LETTURA

Dalla «Lettera ai cristiani di Magnesia» di sant’Ignazio
di Antiochia, vescovo e martire
 
(Intr.; Capp. 1, 1 – 5, 2; Funk 1, 191-195)
 
Non basta essere chiamati cristiani,
ma bisogna esserlo davvero
 
   Ignazio, detto anche Teoforo, alla chiesa benedetta dalla grazia di Dio Padre, in Cristo Gesù nostro Salvatore: in lui saluto questa chiesa che è a Magnesia sul Meandro e le auguro di godere ogni bene in Dio Padre e in Gesù Cristo.
   Ho appreso che la vostra carità è perfettamente ordinata secondo Dio. Ne ho provato grande gioia e ho deciso di rivolgere a voi la parola nella fede di Gesù Cristo. Insignito di un’altissima onorificenza, cioè delle catene che porto ovunque con me, canto le lodi delle chiese e auguro loro l’unione con la carne e lo spirito di Gesù Cristo, nostra vita eterna, nella fede e nella carità, più desiderabile e preziosa d’ogni bene. Auspico per loro soprattutto l’unione con Gesù e il Padre. In lui resisteremo a ogni assalto del principe di questo mondo, sfuggiremo dalle sue mani e giungeremo a Dio.
   Ho avuto la grazia di vedervi nella persona del vostro vescovo Damas, uomo veramente degno di Dio, dei santi presbiteri Basso e Apollonio e del diacono Sozione, mio compagno nel servizio del Signore. Possa io trarre profitto dalla presenza di Sozione, perché è sottomesso al vescovo come alla grazia di Dio e al collegio dei presbiteri come alla legge di Gesù Cristo.
   Non dovete approfittare della giovane età del vescovo, ma avere per lui ogni rispetto, considerando l’autorità che gli è stata conferita da Dio Padre. So che fanno così anche i venerandi presbiteri, che non abusano della sua evidente età giovanile, ma, da uomini prudenti in Dio, gli stanno soggetti vedendo in lui non la sua persona, ma il Padre di Gesù Cristo, vescovo di tutti. Ad onore di colui che ci ama conviene ubbidire senza ombra di finzione perché altrimenti non si inganna questo vescovo visibile, ma si cerca di ingannare quello invisibile. Qui non si tratta di cose che riguardano la carne, ma Dio, che conosce i segreti dei cuori.
   Non basta essere chiamati cristiani, ma bisogna esserlo davvero. Ci sono alcuni che hanno sì il nome del vescovo sulle labbra, ma poi fanno tutto senza di lui. Mi pare che costoro non agiscano con retta coscienza, perché le loro riunioni non sono legittime, secondo il comando del Signore.
   Tutte le cose hanno fine, e due termini ci stanno davanti, la vita e la morte. Ciascuno andrà al posto che gli spetta. Vi sono, per così dire, due monete, quella di Dio e quella del mondo, e ciascuna porta impresso il proprio contrassegno. I non credenti hanno l’impronta di questo mondo, ma i fedeli che sono nella carità portano impressa l’immagine di Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. Se noi, con la grazia sua, non siamo pronti a morire per partecipare alla sua passione, la sua vita non è in noi.
 
RESPONSORIO                            1 Tm 4, 12. 16. 15
R.
Sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento,
nella carità, nella fede, nella purezza;
*
così
facendo, salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.

V.
Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse
interamente, e tutti vedano il tuo progresso.

R.
Così facendo, salverai te stesso e coloro che ti
ascoltano.
INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.
*
Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
*
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.
* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.
ORAZIONE
   Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di fede, speranza e carità, restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.