Messaggio per la 70ª Giornata Nazionale del Ringraziamento (8 novembre 2020)

L'acqua, benedizione della terra

In molti modi Dio benedice la nostra terra, ma quando lo ringraziamo per i suoi doni, l’acqua sta al primo posto: «Dalle tue dimore tu irrighi i monti, e con il frutto delle tue opere si sazia la terra» (Sal 104, 13). Per questo il racconto di creazione descrive il giardino in cui l’essere umano viene posto come custode e coltivatore parlando dell’abbondanza d’acqua che lo caratterizza, ad esprimerne la natura accogliente e vivificante (Gen 2,11-17). Fin dalle prime righe della Scrittura lo Spirito di Dio aleggia sulle acque, quasi preparandole al coinvolgimento nel gesto creatore.
L’acqua purifica: lo evidenzia il gesto del lavarsi le mani, cui continuamente siamo stati richiamati nel tempo della pandemia; l’acqua è al contempo realtà vivificante, che rende possibile l’esistenza delle creature. Due dimensioni che per la fede cristiana vengono assunte ed espresse sul piano sacramentale nel Battesimo: esso purifica l’esistenza credente e la rigenera ad una nuova forma.
L’acqua è vita. Numerose immagini bibliche ci consentono di scoprire quanto l’uomo e la creazione ricevano vita grazie alla presenza dell’acqua, che porta rigoglio. La Parola di Dio si serve dell’immagine dell’albero piantato lungo un corso d’acqua (Sal 1,3; Ger 17,8; Ez 47,12) per far capire chi è l’uomo saggio, che confida nel Signore. Dove scorre acqua in abbondanza c’è vita che prende forma, radici che vengono alimentate e vegetazione che cresce.
Papa Francesco nell’esortazione apostolica postsinodale Querida Amazonia descrive con linguaggio poetico «un sogno fatto di acqua», proponendo uno sguardo contemplativo sulla realtà: «In Amazzonia – scrive – l’acqua è la regina, i fiumi e i ruscelli sono come vene, e ogni forma di vita origina da essa: “Lì, nel pieno delle estati ardenti, quando svaniscono, morte nell’aria immobile, le ultime folate di vento orientale, il termometro viene sostituito dall’igrometro nella definizione del clima. Le esistenze dipendono da un alternarsi doloroso di abbassamenti e innalzamenti dei grandi fiumi”» (QA 43). La citazione dello scrittore brasiliano Euclides da Cunha mostra con efficacia la dipendenza dell’uomo dall’acqua. Un insegnamento già presente in Laudato si’ 28: «L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. Le fonti di acqua dolce riforniscono i settori sanitari, agropastorali e industriali».
L’acqua è soprattutto vitale per la pratica dell’agricoltura, che da essa dipende in modo determinante. La sua disponibilità è infatti centrale perché la terra produca le messi e gli uomini e le donne della terra possano adempiere alla loro vocazione di produrre cibo per la vita.
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COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE

27 Settembre 2020

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