Carissimi
e venerati fratelli,
eccoci assieme! Grazie di aver accolto l’invito che, a nome della Chiesa italiana, vi ho rivolto per questo momento di spiritualità e di riflessione. In questo nostro nobile convenire prendono voce tutte le C hiese rivierasche: siamo qui per riscoprire il s ignificato di una comune appartenenza al Mediterraneo, quindi per attingere alla bellezza e alla forza della comunione fraterna, e per mettere a fuoco una profezia di unità.
La storia e la maestosità del castello che ci accoglie, grazie alla squisita ospit alità della città di Bari e della sua comunità, dicono molto della ricchezza e al tempo stesso delle contraddizioni del Mediterraneo. Questa fortificazione, più volte distrutta e ricostruita, è memoria indelebile della violenza che questa città, nel cors o della sua storia millenaria, ha tante volte subito; per ultimo, con un terribile bombardamento durante la seconda guerra mondiale.
Come sappiamo bene, carissimi fratelli, il Mediterraneo non è solo bellezza generata dall’incontro delle diversità, ma anch e violenza che esplode a causa dell’incapacità di comporre i giochi di potere, gli interessi contrapposti e le paure che queste stesse diversità possono alimentare.
In prossimità del porto e della cattedrale quindi del mare e della terra questo castell o testimonia che il Vangelo non giunge da alcuna parte se non incontrando la vita di persone concrete, col loro vissuto di lingue e culture, di attese e speranze. Nessuna cattedrale esisterebbe senza “ nemmeno nell’Europa continentale; tutte portano i segni e sono il frutto delle diverse modalità di comprendere, incarnare e trasmettere la fede in Gesù. Il Vangelo stesso, la vita cristiana vissuta fra i popoli, l’arte, la liturgia, la teologia hanno costituito, costituiscono e possono costituire ancor a, luogo d'incontro e di sintesi, di genio e di creatività culturale, a beneficio di tutti.
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