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Consiglio permanente 26-28 gennaio 2009, comunicato finale

oni.
– S.E. Mons. Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina, membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.
– S.E. Mons. Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza – Bobbio, delegato presso la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE).
– Don Domenico Pompili (Anagni – Alatri) Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana, mantenendo l’incarico di Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali.
– Padre Joseph Rabenirina, SJ, Coordinatore nazionale per la pastorale dei cattolici malgasci in Italia.
– Don Adam Dalach (Kielce) Coordinatore nazionale per la pastorale dei cattolici polacchi in Italia.
– Don Giuseppe Masiero (Padova) Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il Movimento Lavoratori.
– Don Antonio Mastantuono (Termoli – Larino) Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il Movimento di Impegno Educativo.
– Don Nicolò Tempesta (Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi) Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il Movimento Studenti.
– Don Marco Belladelli (Mantova) Assistente Ecclesiastico dell’Unione Cattolica Farmacisti Italiani.
– Mons. Giovanni Battista Gandolfo (Albenga – Imperia) Consulente Ecclesiastico dell’Unione Cattolica Artisti Italiani.
– Mons. Claudio Paganini (Brescia) Consulente Ecclesiastico Nazionale del Centro Sportivo Italiano.
– Prof.ssa Mirella Arcamone Presidente Nazionale del Movimento di Impegno Educativo dell’Azione Cattolica Italiana.
– Prof. Carlo Cirotto Presidente Nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale.

Conferenza Episcopale Italiana
CONSIGLIO PERMANENTE
Roma, 26-28 gennaio 2009

COMUNICATO FINALE

Il Consiglio Episcopale Permanente, presieduto da S. Em. il Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, si è riunito per la sua sessione invernale dal 26 al 28 gennaio 2009, presso la sede della CEI in Roma. I Vescovi hanno apprezzato lo stile dialogico e propositivo della prolusione del Presidente, che ha rimesso al centro “la questione di Dio”, che resta il criterio più valido anche per interpretare i cambiamenti sociali e culturali in atto. A questo proposito è stato pure sottolineato come la recente Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, per un prezioso disegno di grazia, abbia esplicitato la consapevolezza che la Parola di Dio è “la vera realtà sulla quale basare la propria vita”. Sarebbe perciò assolutamente improprio attribuire alla Chiesa “la volontà di alzare muri e scavare fossati”, mentre è a tutti evidente che il suo compito in mezzo alla gente è offrire ragioni di vita e di speranza. Da questa costante attenzione è maturato anche l’orientamento a promuovere forme di aiuto a sostegno delle famiglie colpite dalla difficile congiuntura economica. Occorre, peraltro, mentre si dà voce alla gente e alle sue preoccupazioni, evitare di “seminare panico e uccidere la speranza”.
Nel corso dei lavori, è stato individuato il tema principale dell’Assemblea Generale della CEI prevista nel prossimo mese di maggio: essa tratterà dell’educazione, così da definire la linea portante degli Orientamenti pastorali per il prossimo decennio, in continuità con le scelte elaborate dalla CEI nei decenni passati. E stata autorizzata la ripresentazione alla prossima Assemblea Generale del testo del “Documento comune per una pastorale dei matrimoni fra cattolici e battisti in Italia” e sono state definite talune iniziative nazionali nella ricorrenza del 50° anniversario della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Il Consiglio Permanente ha preso atto dei cambiamenti che comporta nel sistema delle comunicazioni sociali il progressivo passaggio alla televisione digitale terrestre, con i suoi riflessi in rapporto alla reti delle emittenti locali di ispirazione cattolica, e ha sviluppato una riflessione sul ruolo delle Chiese in Europa, ascoltando una relazione sull’attività svolta dalla Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) nell’ultimo triennio.

1. La centralità della “questione di Dio”

“La questione di Dio, che non è certo inedita, ma la gente del nostro tempo la vive con accenti talora inediti” (prolusione), ha fatto emergere la vera sfida che è sottesa al grande cambiamento culturale in atto. Infatti il “lasciar credere che l’uomo di oggi debba fare titanicamente da sé” (prolusione) rischia di rivelarsi un’impostura, alla quale è tuttavia possibile sottrarsi. Ciò richiede di ritrovare la bellezza e la grandezza del destino dell’uomo, e per questo è necessario “imparare o re-imparare che Dio non è suo nemico”, secondo l’ispirazione di fondo che guida il pontificato di Benedetto XVI. I Vescovi hanno convenuto che l’indebolimento del senso di Dio produce un affievolimento del senso dell’uomo e di riflesso una “fibrillazione etica”, che non tarda a manifestare i suoi effetti negativi anche sul piano sociale ed economico, come la recente crisi finanziaria ha messo in drammatica evidenza. Tale scenario esige – d’altro canto – non una disamina pessimistica o peggio rassegnata dei fatti, ma una terapia positiva, di cui proprio la recente Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi si è fatta interprete. Infatti, l’aver dedicato alla Parola di Dio una specifica attenzione ha reso più convinti che solo questa, come ha detto il Papa, “può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità”. Tale convinzione – ampiamente richiamata in diversi interventi – provoca la comunità cristiana a ritrovare l’audacia del primo annuncio per risvegliare le domande profonde che sono nel cuore dei nostri contemporanei, specialmente tra le giovani generazioni. Se l’evangelizzazione diventa capace di “trafiggere il cuore”, cioè di toccare le corde profonde dell’animo umano, immediatamente si crea lo spazio per un rinnovato ascolto e per una disponibilità della libertà all’incontro con Dio. E questa la strada per ridimensionare quell’ateismo pratico, che è più insidioso dell’ateismo teoretico e che consiste precisamente nel vivere come se Dio non ci fosse, facendo a meno della luce e della forza che proviene dall’ascolto della Parola di Dio.

2. La “Chiesa del sì”, che annuncia e accompagna

Come sottolineato dal Cardinale Presidente, “alla scuola delle Scritture la Chiesa matura il suo ‘sì’ a Dio; è questo l’atteggiamento che la fa essere se stessa prima di ogni altra cosa. E il ‘sì’ di Gesù Cristo alla Chiesa, così trabocchevole e misericordioso, a sollecitare il ‘sì’ della Chiesa”. Ciò spinge a rivisitare taluni luoghi comuni – diffusi per lo più mediaticamente – che tentano di accreditare l’immagine di una “Chiesa dei no”, attestata su posizioni di conservazione e sempre pregiudizialmente avversa al progresso e alle esigenze della persona. Al contrario, la Chiesa sperimenta nel suo quotidiano essere popolo di Dio nella storia di agire ed essere percepita come fattore di autentico sviluppo e concreto punto di riferimento sul territorio, come del resto testimonia una recente indagine demoscopica, secondo la quale il 91% degli intervistati dichiara che la parrocchia è una realtà importante (cfr. anche prolusione, 10). Essa resta, spesso, l’unico presidio in contesti sociali frammentati, insidiati da un pericoloso individualismo, nei quali anche i soggetti istituzionali faticano a intervenire in maniera efficace. Questa percezione diffusa conferma e sprona la Chiesa italiana nel rafforzare il suo profilo educativo e popolare, facendo in modo che a un’azione di discernimento esigente della realtà, attenta a distinguere il vero dal falso e a non confondere il bene con il male, si affianchi costantemente un accompagnamento amorevole, attento alle persone nelle loro differenti condizioni di età, provenienza, ceto ed esperienza. Più di un membro del Consiglio Permanente ha richiamato l’importanza di declinare il tema dell’educazione come oggetto specifico dell’azione ecclesiale, facendone non solo oggetto di approfondimento nella prossima Assemblea Generale, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio, ma anche l’asse intorno a cui costruire il futuro cammino pastorale, destinato a orientare i progetti e le iniziative della Chiesa in Italia nel prossimo decennio. Educare – è stato sottolineato – appartiene alla dimensione materna della Chiesa e ne fa emergere la fecondità, attraverso l’ininterrotta catena generazionale. Proprio tale catena, che garantiva in passato la trasmissione della fede e della cultura, pare oggi sfilacciata, comportando un vero disagio di civiltà. Sembra infatti che molti abbiano smarrito la capacità di penetrare nel mistero della vita, insieme drammatico e stupendo. Il tempo che ci è posto innanzi impegna ogni comunità cristiana a ritrovare il gusto e la gioia dell’educare, superando quel ricorrente dualismo che separa le convinzioni di fede dagli atteggiamenti pratici e riuscendo a far emergere – come anche il Convegno ecclesiale di Verona (2006) ha più volte richiamato – nella persona ricondotta a unità l’interlocutore dell’annuncio evangelico e della proposta pastorale. Solo così sarà possibile integrare nell’esperienza di fede gli ambiti quotidiani dell’esistenza.

3. Crisi economica e iniziative di carità

Non poteva mancare, all’interno dei lavori del Consiglio Permanente, un’ampia riflessione sul delicato momento sociale ed economico suscitato dalla crisi finanziaria internazionale, le cui conseguenze toccano ormai anche l’Italia. Già in vaste aree del Paese sono percepibili i primi effetti della recessione. Tutti i presenti hanno apprezzato e condiviso le parole del Cardinale Presidente: “La crisi – è noto – tocca i singoli, le famiglie, le comunità. Quel lavoro che già prima era precario, ora lo è di più, e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza”. Dopo avere preso atto delle numerose iniziative promosse a livello locale dalle diocesi, sia ricorrendo al canale della Caritas sia avviando apposite fondazioni, si è approfondita l’ipotesi di promuovere un’iniziativa nazionale a sostegno di quelle famiglie che, attualmente attestate sulla soglia della sussistenza, rischiano di accrescere il numero degli indigenti. Si intende in questo modo ribadire anche la priorità della famiglia: “essa infatti è il nucleo vitale, su cui si intesse la comunità. Non è un peso ma un soggetto economico, non è un terminale ma un ‘volano’ per l’uscita dalla crisi e la crescita comune” (prolusione). Spetterà alla sessione di marzo del Consiglio Permanente definire nel dettaglio i particolari del progetto, approvato ora nelle sue linee fondamentali. E peraltro chiaro che gli interventi di carità promossi dalla Chiesa, pur essendo un’espressione irrinunciabile della sua cura alla persona nei suoi bisogni reali, non hanno la pretesa di costituire la soluzione di un problema che ha proporzioni assai vaste e chiama in gioco responsabilità che la travalicano, ma rappresentano piuttosto il segno di un’attenzione solidale. Fin da ora si intensificherà l’attività delle Caritas diocesane, delle molteplici opere di volontariato e delle parrocchie, quotidianamente chiamate a rispondere ai bisogni prioritari di quanti sono in stato di necessità.

4. Ulteriori riflessioni e adempimenti giuridici

 Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha dato l’assenso alla ripresentazione alla prossima Assemblea Generale del testo del “Documento comune per una pastorale dei matrimoni fra cattolici e battisti in Italia”, tenendo conto delle osservazioni formulate dalla Congregazione per la dottrina della fede. E stato definito il programma di massima degli eventi destinati a ricordare a livello nazionale il 50° anniversario della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria, avvenuta nel 1959. In particolare, una speciale celebrazione liturgica avrà luogo in concomitanza con l’Assemblea Generale della CEI prevista ad Assisi nel mese di novembre. I Vescovi hanno preso atto degli effetti prodotti nel sistema delle comunicazioni sociali dal progressivo passaggio alla televisione digitale terrestre, con particolare attenzione alla rete delle emittenti locali di ispirazione cattolica. La relazione sulle attività svolte dalla Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) nell’ultimo triennio ha dato motivo di riflettere sul ruolo delle Chiese in Europa.
In ambito giuridico, è stato dato parere positivo alla richiesta di trasferire dal Tribunale Ecclesiastico di Benevento a quello di Chieti la competenza sulle cause di nullità matrimoniali provenienti dalla Provincia ecclesiastica di Campobasso. Infine, sono stati approvati i parametri per l’edilizia di culto per l’anno corrente.
Per mancanza di tempo, sono state rinviate alla prossima sessione le riunioni separate dei Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali e dei Presidenti delle Commissioni Episcopali, come pure l’esame del nuovo statuto della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali e l’approvazione delle modifiche agli statuti di talune associazioni ecclesiali.

5. Nomine

Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha provveduto alle seguenti nomine:
– S.E. Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, membro della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute.
– S.E. Mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Matera – Irsina, membro della Commissione Episcopale per le migrazi

Ufficio Stampa

03 Febbraio 2009

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