Ascensione del Signore

Solennità dell’Ascensione del Signore nostro Gesù Cristo, in cui egli, a quaranta giorni dalla  risurrezione, fu elevato in cielo davanti ai suoi discepoli, per sedere alla destra del Padre, finché verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. (Dal Martirologio)

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Dal Sussidio Liturgico-Pastorale della Conferenza Episcopale Italiana "Cristo, mia speranza, è risorto" - Celebrazioni domestiche  nel Tempo di Pasqua

MEDITAZIONE (P. R. Cantalamessa)
Se vogliamo che la festa dell’Ascensione sia davvero una “festa” e non somigli invece a un mesto addio, è necessario comprendere la differenza radicale che c’è fra una scomparsa e una partenza. Chi parte non c’è più; chi scompare può essere ancora lì, a due passi, solo che qualcosa impedisce di vederlo. La partenza causa un’assenza; la scomparsa inaugura una presenza nascosta. Con l’Ascensione Gesù non è partito, non si è “assentato”, si è invece stabilito per sempre in mezzo a noi. Su questo punto le rappresentazioni tradizionali dell’Ascensione possono portarci completamente fuori strada. Come hanno rappresentato l’Ascensione i pittori? Gesù sale in cielo, Maria e gli apostoli lo guardano allontanarsi e restano con il capo in su. La vera Ascensione non è stata mai rappresentata e non può essere rappresentata. Si può rappresentare una partenza, un addio, ma non una scomparsa, perché ciò che scompare, per definizione, non appare più. Gesù scompare, sì, dalla vista degli apostoli, ma per essere presente in altro modo, più intimo, non fuori, ma dentro di loro. Avviene come nell’Eucaristia: finché l’ostia è fuori di noi la vediamo, la adoriamo; quando la riceviamo non la vediamo più, è scomparsa, ma per essere ormai dentro di noi. Si è inaugurata una presenza nuova e più forte. L’Ascensione è dunque un’intensificazione della presenza di Cristo, non un’ascensione locale che lo allontanerebbe da noi. Come egli non ha lasciato il Padre venendo da noi nell’incarnazione, così non si è separato da noi ritornando al Padre. Non ha ristabilito le distanze tra cielo e terra, ha, al contrario, assicurato stabilmente la comunicazione tra di loro. Se non fosse scomparso secondo la carne, sarebbe stato visibile in Giudea, da alcuni uomini; in questo modo nuovo, spiritualizzato, è presente a tutti gli uomini, di tutti i tempi.