V Domenica di Pasqua

Dal Sussidio Liturgico-Pastorale della Conferenza Episcopale Italiana "Cristo, mia speranza, è risorto" - Celebrazioni domestiche  nel Tempo di Pasqua

MEDITAZIONE (Papa Francesco)
Rimanere in Gesù significa essere unito a Lui per ricevere la vita da Lui, l’amore da Lui, lo Spirito Santo da Lui. E’ vero, tutti noi siamo peccatori, ma se noi rimaniamo in Gesù, come i tralci con la vite, il Signore viene, ci pota un po’, perché noi possiamo dare più frutto. Lui sempre ha cura di noi. Ma se noi ci stacchiamo da lì, non rimaniamo nel Signore, siamo cristiani a parole soltanto, ma non di vita; siamo cristiani, ma morti, perché non diamo frutto, come i tralci staccati dalla vite. Rimanere in Gesù vuol dire avere la volontà di ricevere la vita da Lui, anche il perdono, anche la potatura, ma riceverla da Lui. Rimanere in Gesù significa cercare Gesù, pregare, la preghiera. Rimanere in Gesù significa accostarsi ai sacramenti: l’Eucaristia, la Riconciliazione. Rimanere in Gesù – e questa è la cosa più difficile – significa fare quello che ha fatto Gesù, avere lo stesso atteggiamento di Gesù. Io rimango in Gesù o sono lontano da Gesù? Sono unito alla vite che mi dà vita o sono un tralcio morto, che è incapace di dare frutto, dare testimonianza? Ma se il tralcio è unito alla vite, cioè “se voi rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete, vi sarà fatto”. E questa è la preghiera onnipotente. Da dove viene questa onnipotenza della preghiera? Dal rimanere in Gesù; dall’essere unito a Gesù, come il tralcio alla vite. Che il Signore ci dia questa grazia.