III domenica di Pasqua

Dal Sussidio Liturgico-Pastorale della Conferenza Episcopale Italiana "Cristo, mia speranza, è risorto" - Celebrazioni domestiche  nel Tempo di Pasqua
 
MEDITAZIONE (Papa Francesco)
I discepoli sapevano che Gesù era risorto, perché lo aveva detto Maria Maddalena al mattino; poi Pietro lo aveva visto; poi i discepoli che erano tornati da Emmaus avevano raccontato l’incontro con Gesù risorto. Lo sapevano: è risorto e vive. Ma quella verità non era entrata nel cuore. Quella verità, sì, la sapevano, ma dubitavano. Preferivano avere quella verità nella mente, forse. È meno pericoloso avere una verità nella mente che averla nel cuore. È meno pericoloso. Erano tutti riuniti e apparve il Signore. E loro dapprima si spaventarono e credevano che fosse un fantasma. Ma Gesù stesso disse loro: “No, guardate, toccatemi. Vedete le piaghe. Un fantasma non ha corpo. Vedete, sono io!”. Ma perché non credevano? Perché dubitavano? C’è una parola nel Vangelo che ci dà la spiegazione: “Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore…”. Per la gioia non potevano credere. Era tanta quella gioia! Se questo è verità, è una gioia immensa! “Ah, io non ci credo. Non posso”. Non potevano credere che ci fosse tanta gioia; la gioia che porta a Cristo. Fratelli e sorelle, chiediamo la grazia di credere che Cristo è vivo, è risorto! Questa è la nostra fede, e se noi crediamo a questo, le altre cose sono secondarie. Questa è la nostra vita, questa è la nostra vera gioventù. La vittoria di Cristo sulla morte, la vittoria di Cristo sul peccato. Cristo è vivo.