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Per una gestione trasparente
delle finanze della Chiesa

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La Chiesa non ha nulla da nascondere, anche nell’ambito della gestione delle sue finanze! L’attuale società, incentrata su una cultura del consumo, ha elevato il criterio della trasparenza, anche finanziaria, a principio di credibilità. Conscia di questa nuova sfida, la Chiesa capisce che la nuova evangelizzazione passa anche attraverso la comunicazione di una gestione credibile del denaro. Numerose iniziative sono già in corso, perché la vocazione alla santità di ogni cristiano passa anche attraverso questa responsabilità.
A Colonia, dall’11 al 14 luglio 2012, i portavoce delle Conferenze episcopali d’Europa si sono incontrati per confrontarsi sulle modalità di comunicazione delle finanze della Chiesa. Dopo aver preso conoscenza dei vari sistemi di finanziamento della Chiesa in Europa, e sentito l’esperienza di comunicazione dei bilanci delle Conferenze episcopali di Francia e Polonia, i portavoce si sono confrontati con Roger Molitor, membro del Consiglio di Stato del Lussemburgo, già partner di KPMG-Luxembourg.
L’impegno per una comunicazione trasparente sulle finanze della Chiesa è un dovere che deve toccare l’insieme delle istituzioni ecclesiali: dalle parrocchie, alle associazioni e movimenti cattolici, alle scuole. La Chiesa non ha nulla da nascondere, anche nell’ambito della gestione delle sue finanze! Quello che a volte potrebbe sembrare opaco o poco trasparente, in realtà può essere ricondotto alla difficoltà di comunicare le finanze di una moltitudine di strutture e realtà istituzionali che costituiscono la Chiesa. Di fatto non esiste un unico bilancio economico della Chiesa: esistono migliaia e migliaia di bilanci di parrocchie, diocesi, scuole, ospedali, ospizi che costituiscono nel loro insieme il bilancio della Chiesa. Tutte queste realtà sono già da tempo impegnate, con risultati più o meno felici, nel tentativo di comunicare in modo trasparente il frutto del loro esercizio economico. Questa comunicazione non deve essere intesa come una risposta a una crescente richiesta di informazione da parte di giornalisti, di istituzioni o semplicemente dell’opinione pubblica. Essa è in realtà insita nella dimensione di gestione comunitaria della Chiesa. Da tempo infatti molte realtà ecclesiali e Conferenze episcopali hanno preso l’abitudine di condividere le modalità di utilizzo dei doni dei propri fedeli attraverso conferenze stampa, pubblicazioni di bilancio, etc…
Oggi, tuttavia, l’opinione pubblica sembra essere più attenta a una presentazione trasparente della gestione dei beni degli Stati, delle imprese, delle associazioni e anche della Chiesa. L’attuale cultura socio-economica ha elevato il criterio della trasparenza a principio di credibilità. La trasparenza è di fatto divenuta il prezzo della fiducia. La questione della trasparenza è quindi innanzitutto una questione di responsabilità e di credibilità, anche per la Chiesa. Pertanto tutte le realtà ecclesiali, e le Conferenze episcopali in primo luogo, devono attrezzarsi per presentare nel modo migliore la propria realtà e la loro missione: presentazione che comporta anche una dimensione economica.
Se la Chiesa riconosce di aver ancora molto da fare in questo ambito, molti degli attuali preconcetti sono spesso anche frutto di una disinformazione che purtroppo rischia di modificare la percezione, anche nella cultura ecclesiale, del rapporto che la Chiesa intrattiene con il denaro. La Chiesa non è una società di profitto; e il denaro è solo un mezzo per realizzare la propria missione di annuncio di Cristo nella storia, facendosi prossima anche materialmente specialmente nei confronti dei più bisognosi e poveri. In questo senso, il giusto anelito a una maggiore trasparenza non deve tuttavia andare contro alla gratuità del dono. In questo caso, saranno le testimonianze della carità compiuta ad essere il vero termometro della credibilità della Chiesa.
In varie occasioni, i portavoce hanno voluto esprimere il loro apprezzamento e la loro stima per la politica di trasparenza, anche nelle finanze della Santa Sede, sostenuta dal Santo Padre, e rammaricati per le sofferenze che un giornalismo poco rispettoso delle leggi, gli ha recato, ribadiscono, come comunicatori, la loro piena fedeltà al successore di Pietro.
Gran parte dell’incontro è stata poi dedicata alla conoscenza della Chiesa cattolica in Germania e dei mezzi di comunicazione che vi operano, attraverso i contributi del portavoce della Conferenza episcopale tedesca, Matthias Kopp, del capo redattore dell’Agenzia stampa cattolica (KNA), Ludwig Ring-Eifel, la testimonianza del vescovo ausiliare di Colonia, Mons. Heiner Koch, che si è soffermato sulla cura alle comunità cattoliche tedesche sparse nel mondo, e la visita della Katholische Medienhaus. La Chiesa tedesca è particolarmente attenta al mondo della comunicazione come testimonia l’opera delle numerose realtà ecclesiali che lavorano in questo campo. Di fronte ai cambiamenti in atto nell’editoria tedesca e mondiale, è stato illustrato il piano di ristrutturazione interna ai vari media, avviato e gestito dalla Katholische Medienhaus, volto ad una maggior sinergia ed valorizzazione del lavoro dei numerosi e diversificati media cattolici.
I partecipanti hanno anche potuto visitare gli studi radio della Deutsche Welle, l’istituzione che promuove la cultura e l’informazione tedesca nei cinque continenti. Nella serata di mercoledì 11 luglio, i portavoce hanno incontrato i dirigenti della Pax-Bank, l’istituto bancario che cerca di promuovere una finanza etica.
Trasferiti a Bonn, venerdì 13 luglio, presso la sede centrale della Conferenza episcopale tedesca, i portavoce hanno incontrato il Segretario generale, P. Hans Langendörfer, con il quale si sono confrontati sugli effetti positivi che la visita ufficiale compiuta in Germania da Papa Benedetto XVI nel settembre 2011 ha avuto sul Paese in generale e sulla Chiesa cattolica tedesca in particolare.
I lavori hanno visto anche la presentazione dei rapporti delle singole Conferenze episcopali, del CCEE, della Comece e le attività dell’Agenzia europea SirEuropa (www.agensir.eu).
All’incontro ha preso parte il dott. Angelo Scelzo, Sotto-segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che ha informato i partecipanti delle attività del Pontificio Consiglio.
 
L’incontro 2013 si svolgerà a Bucarest dal 12 al 15 giugno su invito dell’Arcivescovo di Bucarest, Mons. Ioan Robu.
16 Luglio 2012

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Come prendersi cura di qualcuno è un tema che da sempre affascina l’umanità. Abbiamo iniziato dalla semplicità di piccoli gesti di aiuto per poi definire nel tempo forme di cura organizzata sempre più evolute. La sapienza del cristianesimo e il senso di una solidarietà diffuse hanno generato l’ospedale insieme ad altre strutture specializzate. Nel tempo, tutti i paesi nel mondo si sono dotati di un sistema più o meno ampio di assistenza.In Italia, la cura delle persone affette da problemi di salute ha un carattere universalistico. Chiunque risieda, anche temporaneamente, sul nostro territorio ha diritto ad essere curato. Oggi, questo sistema presenta punti di crescente criticità. Cosa pensare? Che fare? Quali correttivi applicare? Quale contributo può dare la comunità cristiana?Sono alcune delle domande che questo convegno nazionale vuole affrontare.Per le modalità di iscrizione e il Programma provvisorio in continuo aggiornamento visita il Sito web del Convegno nazionale di Pastorale della salute CEINote organizzative