Nel centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, sabato 13 settembre Papa Francesco ha celebrato al Sacrario di Redipuglia, con Cardinali e Vescovi italiani, austriaci, croati, sloveni e ungheresi.
“La guerra è una follia” – ha detto nell’omelia – il cui “piano di sviluppo è la distruzione”; “non guarda in faccia a nessuno”, si nutre della “risposta di Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?», che è “l’esatto opposto di quello che ci chiede Gesù nel Vangelo”.
Ha, quindi, aggiunto: “Anche oggi le vittime sono tante perché dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere e c’è l’ideologia delle armi”.
E ha concluso: “Qui si vede – e la si vede anche nei nostri giorni – l’ombra di Caino. Chiedo la conversione del cuore, per passare dall’ «A me che importa» al pianto. Per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo, l’umanità ha bisogno di piangere, e questa è l’ora del pianto”.