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lunedì 25 Maggio 2020

Ufficio delle letture

LUNEDI' - VII SETTIMANA DI PASQUA - III SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
 
Ecco il gran giorno di Dio,
splendente di santa luce:
nasce nel sangue di Cristo
l’aurora di un mondo nuovo.
Torna alla casa il prodigo,
splende la luce al cieco;
il buon ladrone graziato
dissolve l’antica paura.
Gli angeli guardano attoniti
il supplizio della croce,
da cui l’innocente e il reo
salgono uniti al trionfo.
O mistero insondabile
dell’umana redenzione:
morendo sopra il patibolo
Cristo sconfigge la morte.
Giorno di grandi prodigi!
La colpa cerca il perdono,
l’amore vince il timore,
la morte dona la vita.
Irradia sulla tua Chiesa
la gioia pasquale, o Signore,
unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.
Sia lode e onore a Cristo,
vincitore della morte,
al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.
 
Oppure:

Ætérne rex, altíssime,
redémptor et fidélium,
quo mors solúta déperit,
datur triúmphus grátiæ,
Scandis tribúnal déxteræ
Patris tibíque cælitus
fertur potéstas ómnium,
quæ non erat humánitus.
Ut trina rerum máchina
cæléstium, terréstrium
et inferórum cóndita,
flectat genu iam súbdita.
Tremunt vidéntes ángeli
versam vicem mortálium:
culpat caro, purgat caro,
regnat caro Verbum Dei.
Tu, Christe, nostrum gáudium,
manens perénne præmium,
mundi regis qui fábricam,
mundána vincens gáudia.
Hinc te precántes quæ´sumus,
ignósce culpis ómnibus
et corda sursum súbleva
ad te supérna grátia,
Ut, cum rubénte coeperis
clarére nube iúdicis,
poenas repéllas débitas,
reddas corónas pérditas.
Iesu, tibi sit glória,
qui scandis ad cæléstia
cum Patre et almo Spíritu
in sempitérna sæcula. Amen.
 
1 ant.
Viene il nostro Dio,
          non si nasconde e non tace, alleluia.
SALMO 49    Il culto gradito a Dio
 
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua
perfezione; disse infatti: Non sono venuto per abolire,
ma per dare compimento
(cfr. Mt 5, 17).
 
I    (1-6)
Parla il Signore, Dio degli dèi, *
    cònvoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, splendore di bellezza, *
    Dio rifulge.
Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; †
    davanti a lui un fuoco divorante, *
    intorno a lui si scatena la tempesta.
Cònvoca il cielo dall’alto *
    e la terra al giudizio del suo popolo:
«Davanti a me riunite i miei fedeli, *
    che hanno sancito con me l’alleanza
      offrendo un sacrificio».
Il cielo annunzi la sua giustizia: *
    Dio è il giudice.
1 ant.
Viene il nostro Dio,
          non si nasconde e non tace, alleluia.
2 ant.
Offri a Dio un sacrificio di lode, alleluia.
II   (7-15)
​«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, †
   testimonierò contro di te, Israele: *
   Io sono Dio, il tuo Dio.
​Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; *
   i tuoi olocausti mi stanno sempre dinanzi.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, *
   né capri dai tuoi recinti.
Sono mie tutte le bestie della foresta, *
   animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo, *
   è mio ciò che si muove nella campagna.
​Se avessi fame, a te non lo direi: *
   mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori, *
   berrò forse il sangue dei capri?
​Offri a Dio un sacrificio di lode *
   e sciogli all’Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno della sventura: *
   ti salverò e tu mi darai gloria».
2 ant.
Offri a Dio un sacrificio di lode, alleluia.
3 ant.
Amore voglio, non sacrifici;
          non offerte ma comunione con me,
          dice il Signore, alleluia.
III   (16-23)
​All’empio dice Dio: †
   «Perché vai ripetendo i miei decreti *
   e hai sempre in bocca la mia alleanza,
​tu che detesti la disciplina *
   e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui; *
   e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male *
   e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, *
   getti fango contro il figlio di tua madre.
​Hai fatto questo e dovrei tacere? †
   Forse credevi ch’io fossi come te! *
   Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati».
​Capite questo voi che dimenticate Dio, *
   perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
​Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, †
   a chi cammina per la retta via *
   mostrerò la salvezza di Dio.
3 ant.
Amore voglio, non sacrifici;
          non offerte ma comunione con me,
          dice il Signore, alleluia.
V.
Esultano il mio cuore e la mia carne, alleluia,
R.
nel Dio vivente, alleluia.
PRIMA LETTURA

Dalla prima lettera di san Giovanni,
apostolo
4, 1-10
 

Dio ci ha amati per primo
 
   Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio.  Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.  Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore.
   Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
 
RESPONSORIO                       Cfr. 1 Gv 4, 9; Gv 3, 16
R.
In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi:
Dio ha mandato il suo unico Figlio nel mondo,
*
perché
chiunque crede in lui abbia la vita eterna, alleluia.

V.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio
unigenito,

R.
perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna,
alleluia.
SECONDA LETTURA

Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo

(Catech. 16, sullo Spirito Santo 1, 11-12. 16;
PG 33, 931-935. 939-942)

L’acqua viva dello Spirito Santo
 
   «L’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).
Nuova specie di acqua che vive e zampilla, ma zampilla solo per chi ne è degno. Per quale motivo la grazia dello Spirito è chiamata acqua? Certamente perché tutto ha bisogno dell’acqua. L’acqua è generatrice delle erbe e degli animali. L’acqua della pioggia discende dal cielo. Scende sempre allo stesso modo e forma, ma produce effetti multiformi. Altro è l’effetto prodotto nella palma, altro nella vite e così in tutte le cose, pur essendo sempre di un’unica natura e non potendo essere diversa da se stessa. La pioggia infatti non discende diversa, non cambia se stessa, ma si adatta alle esigenze degli esseri che la ricevono e diventa per ognuno di essi quel dono provvidenziale di cui abbisognano.
   Allo stesso modo anche lo Spirito Santo, pur essendo unico e di una sola forma e indivisibile, distribuisce ad ognuno la grazia come vuole. E come un albero inaridito, ricevendo l’acqua, torna a germogliare, così l’anima peccatrice, resa degna del dono dello Spirito Santo attraverso la penitenza, porta grappoli di giustizia. Lo Spirito appartiene ad un’unica sostanza, però, per disposizione divina e per i meriti di Cristo, opera effetti molteplici.
   Infatti si serve della lingua di uno per la sapienza. Illumina la mente di un altro con la profezia. A uno conferisce il potere di scacciare i demoni, a un altro largisce il dono di interpretare le divine Scritture.
Rafforza la temperanza di questo, mentre a quello insegna la misericordia. Ispira a un fedele la pratica del digiuno, ad altri forme ascetiche differenti. C’è chi da lui apprende la saggezza nelle cose temporali e chi perfino riceve da lui la forza di accettare il martirio. Nell’uno lo Spirito produce un effetto, nell’altro ne produce uno diverso, pur rimanendo sempre uguale a se stesso. Si verifica così quanto sta scritto: «A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune» (1 Cor 12, 7).
   Mite e lieve il suo avvento, fragrante e soave la sua presenza, leggerissimo il suo giogo. Il suo arrivo è preceduto dai raggi splendenti della luce e della scienza. Giunge come fratello e protettore. Viene infatti a salvare, a sanare, a insegnare, a esortare, a rafforzare e a consolare. Anzitutto illumina la mente di colui che lo riceve e poi, per mezzo di questi, anche degli altri.
   E come colui che prima si trovava nelle tenebre, all’apparire improvviso del sole riceve la luce nell’occhio del corpo e ciò che prima non vedeva, vede ora chiaramente, così anche colui che è stato ritenuto degno del dono dello Spirito Santo, viene illuminato nell’anima e, elevato al di sopra dell’uomo, vede cose che prima non conosceva.
 
RESPONSORIO                           1 Cor 12, 6-7. 27
R.
Vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è
Dio, che opera tutto in tutti.
*
A ciascuno è data una
manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità
comune, alleluia.

V.
Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno
per la sua parte.

R.
A ciascuno è data una manifestazione particolare
dello Spirito per l’utilità comune, alleluia.
ORAZIONE
   Venga su di noi, Signore, la forza dello Spirito Santo, perché aderiamo pienamente alla tua volontà, per testimoniarla con amore di figli. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.