Attenzione ai giovani, economia di comunione, sussidiarietà e ricerca costante di buone prassi: questi gli elementi per far ripartire il Mezzogiorno individuati da Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Cei, al convegno “Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani nel Sud?”. L’appuntamento organizzato a Napoli dalle Conferenze episcopali di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, è una delle tappe nazionali in preparazione alla 48ª Settimana sociale “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale” (Cagliari, 26-29 ottobre 2017).
La perdurante situazione di disagio e di incertezza economica dei giovani interpella la Chiesa, che non può e non deve eludere le “domande di senso” di una generazione che chiede “ragioni per non morire” e si sente defraudata di risposte, come i giovani della Grande Guerra mandati a morire nelle trincee francesi della Marna. “Dinanzi alla preoccupante mancanza di risposte concrete e credibili” – esorta il Vescovo –, non bisogna finire “per rassegnarci all’ineluttabilità della Marna, che vedo come il simbolo dell’incapacità di accogliere domande reali”.
Gli altissimi tassi di disoccupazione determinano “una calamità sociale”, spiega Mons. Galantino, e se “dopo ogni calamità naturale l’uomo si adopera per ricostruire, ripartire, dare speranza facendo le opere”, allo stesso modo per il Sud è necessaria una ricostruzione “per il lavoro e la nuova occupazione”.
In allegato il testo dell’intervento.