II domenica di Quaresima

Dal Sussidio CEI - Quaresima 2016, a cura dell'Ufficio Liturgico Nazionale

Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà,
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici;
libera il tuo popolo, Signore,
da tutte le sue angosce.

Antifona d’ingresso (Sal 24,6.3-22)

 

Salvezza dalle angosce
Il percorso quaresimale è sempre scandito dalla celebrazione del mistero della Trasfigurazione, nella seconda domenica. Nel percorso dell’anno C, il lezionario guida la comunità a rileggere nella prima lettura il culto gradito a Dio. Dio promette e rassicura Abramo, nel vissuto drammatico mentre offre il sacrificio di alleanza – a cui fa eco anche la citazione delle “angosce” del salmista, in una delle due antifone d’ingresso. Questo elemento può certamente risuonare nella preghiera domenicale, ma l’eucologia prevista è decisamente “catturata” dalla trasfigurazione del Cristo.

La trasfigurazione, mistero di misericordia
La Colletta chiede per noi che celebriamo oggi l’obbedienza alla voce di Dio risuonata sul Tabor “Ascoltatelo!”, insieme alla purificazione per poter godere della visione gloriosa. L’assemblea liturgica è quindi misteriosamente convocata sul monte della trasfigurazione, perché riceva il dono fatto al Figlio e ai discepoli, di poter intuire il senso del sacrificio. Il percorso di santificazione quaresimale, volto alla Pasqua, è citato nell’orazione sulle offerte. Il prefazio risuona dello stesso mistero, in cui diciamo grazie al Padre, perché la trasfigurazione ha indicato ai discepoli che “solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione”. L’anticipo dei beni futuri che permette a noi di continuare il pellegrinaggio sulla terra è il motivo per il quale, dopo la Comunione, preghiamo rendendo fervide grazie.

La liturgia, rinnovo del mistero oggi
Si coglie dunque il chiaro apparato teologico che tiene insieme i testi, che parte dalla memoria del mistero per aprirsi alla gratitudine. Le tenebre e il sacrificio possono turbare il cuore, ma riceviamo la forza del cammino dalla misericordia del Padre che rassicura il Figlio, i discepoli e noi. Le monizioni siano scritte a partire da questa ricca offerta.

La croce e la Parola
Si suggerisce valorizzare i segni liturgici della la croce astile e dell’Evangeliario. Il senso della processione aperta dal ministro che reca la croce astile è la ripetizione della sequela dei credenti nel Crocifisso risorto.
In processione si rechi anche il libro della Parola, l’Evangeliario – mai il Lezionario – che ripete in liturgia il comando del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato, ascoltatelo!”.
 
Esempio di monizione prima del canto d’inizio                 
Il giubileo straordinario della Misericordia ci aiuta a rileggere la salvezza in Gesù come atto di tenerezza del Padre, per il Figlio e per tutti. Il mistero della trasfigurazione sempre nella seconda domenica di Quaresima nutre il nostro cammino verso la Gloria. La Croce e la Parola guidano il nostro percorso.
 
Una quaresima penitenziale e catecumenale
Come già detto, per tutto il tempo quaresimale, si suggerisce l’adozione per l’atto penitenziale – almeno nelle domeniche – della seconda forma (MR p. 296); si consiglia di proclamare la professione di fede, utilizzando il simbolo detto “degli Apostoli” (p. 306) per mantenere esplicito il carattere catecumenale del percorso. Si offra una breve monizione che ricordi il motivo di tale scelta
Il cammino quaresima ci aiuta a rendere vitale il dono del battesimo. Rinnoviamo la fede con la formula più antica del Credo, utilizzata un tempo per il cammino dei catecumeni.
Anche oggi, tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe richiamare l’occasione di iniziare un tempo di penitenza anche con il sacramento della Riconciliazione.

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