Tornare alle origini

Omelia di S.Em.za Card. Angelo Bagnasco in occasione del Venerdì Santo – 3 aprile 2015

Omelia di S.Em.za Card. Angelo Bagnasco in occasione del Venerdì Santo - 3 aprile 2015

“Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire (…)
era disprezzato e non ne avevamo nessuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze
si è addossato i nostri dolori (…)
per le sue piaghe siamo stati guariti” (Is 52)
 
L’uomo sente ancora il bisogno di essere guarito, di essere salvato? Lo sentiamo noi? Oppure ci sembra di bastare a noi stessi? Sceso nell’abisso dell’abbandono, della sofferenza e della morte, il Figlio di Dio da che cosa ci ha salvati? Ci ha salvati innanzitutto dall’indegnità morale che insidia la nostra esistenza e che deturpa la nostra interiore bellezza. Ci ha salvati dall’ assurdità di vivere e di morire senza significato perché senza futuro, con l’unica prospettiva del vuoto e del nulla. Con la sua solitudine, il Crocifisso  ha riempito di amore i nostri deserti. Nulla sarà più come prima, e il nostro destino è segnato per sempre: le sue piaghe sono dei varchi verso la vita, delle finestre sull’infinito, delle fessure che portano al cielo. Il cielo ormai è aperto, le braccia del Padre resteranno spalancate per sempre verso il Figlio unigenito, che – sulla croce – ha abbracciato per l’umanità così che, da quell’amplesso, nessuno potrà più uscirne. Gesù si consegna nella mani degli uomini, ma, consegnandosi, ci prende in consegna. È questa l’eccedenza di Dio, la sua sovrana sovrabbondanza. Sulla croce Cristo sale liberamente. Il suo è il supremo atto di fedeltà al Padre, che ha voluto che il suo amore per gli uomini si rivelasse come perdono: la vita che si dona fino al sacrificio di sé.    
           Contemplando il crocifisso, noi scorgiamo un’umanità nuova, quella che Gesù inaugura: in Lui, la diffidenza verso Dio è sostituita dal perfetto abbandono; al sospetto verso il Creatore subentra la gioia e la lode filiale; la ribellione è trascesa nell’obbedienza; l’adorazione succede alla pretesa e al potere; alla rivendicazione dei propri diritti divini è preferito il ruolo di colui che serve, che si pone all’ultimo posto e che dona la vita. L’antico disegno del Creatore ora ricomincia.
Il Crocifisso svela il volto vero di Dio e il volto vero dell’uomo: guardarlo significa risalire alle nostre origini, scoprire la forma della nostra esistenza, leggere gli eventi che sono nostri e che lo saranno in seguito. Significa ritrovare il vero senso delle cose, del mondo, della nostra vita. Riscoprire la nostra  umanità è necessario, perché stiamo perdendo l’alfabeto, l’ ABC dell’umano: chi è l’uomo? chi siamo noi? Basterebbe guardare Lui, il Cristo crocifisso, perché – cristiani o no – sapremmo risponderci con verità e sapienza.
 

S. Em. Card. Angelo Bagnasco

03 Aprile 2015

Agenda »

Giovedì 19 Settembre 2024
LUN 16
MAR 17
MER 18
GIO 19
VEN 20
SAB 21
DOM 22
LUN 23
MAR 24
MER 25
GIO 26
VEN 27
SAB 28
DOM 29
LUN 30
MAR 01
MER 02
GIO 03
VEN 04
SAB 05
DOM 06
LUN 07
MAR 08
MER 09
GIO 10
VEN 11
SAB 12
DOM 13
LUN 14
MAR 15
Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace 19ª Giornata per la Custodia del Creato "Spera e agisci con il Creato"
Messaggio del Papa  Sussidio per l'animazione liturgica-teologica-culturale Locandina personalizzabile
Partirà i primi giorni di novembre la XVIII edizione del Corso di Musica Liturgica On LIne
Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilita‘ Incontro online dell‘equipe su lavoro e disabilità