Carissimi Fratelli e Sorelle
La Liturgia del Vespro di Tutti i Santi è come un ponte che ci accompagna verso la Commemorazione dei Fedeli Defunti. Da un giorno all’altro, la Chiesa prega i Santi del Cielo e prega per i morti, credendo che la morte non è l’ultima parola sull’uomo e sul mondo: l’ultima parola, il vero e definitivo destino, è la vita eterna. A questa meta dobbiamo tutti guardare senza distrarci, a questo appuntamento dobbiamo prepararci con fede e serietà. Se la vita temporale, che passa, è una cosa seria, ben di più lo è la vita eterna che non avrà fine.
Nell’ora della sera, la lettura che abbiamo appena ascoltato ci ha ricordato che noi siamo il “tempio di Dio vivente” dove Egli abita. I Santi, nella loro diversità poliedrica, hanno vissuto di questa presenza, e questa presenza l’hanno offerta agli uomini del loro tempo secondo carismi propri: nella clausura o negli ospedali, nella scuola o negli oratori, sulle strade, tra i poveri e i ricchi, i bambini e i giovani, gli adulti e i vecchi. Ovunque, i Santi hanno portato non se stessi ma Lui, perché gli uomini hanno bisogno di Lui. E’ Dio, infatti, la grande e affidabile speranza, quella che raccoglie e dà compimento alle speranze umane: senza Dio, infatti, ogni altra speranza non basta, può soddisfare un momento, ma non può riempire la vita. Si può vivere con meno di beni materiali e di possibilità terrene, ma non si può vivere senza futuro, la certezza di un futuro che travalichi il tempo e la terra, e doni senso alla terra e al tempo. Solo Dio può essere questo, e i Santi, vivendo di Lui, l’hanno reso visibile. Per questo abbiamo bisogno di loro, per essere confermati nella speranza e per avere in loro gli intercessori presso il trono della grazia, presso il cuore di Dio.
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S. Em. Card. Angelo Bagnasco