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Convegno su "Il Vicario Episcopale per la vita religiosa nelle Chiese particolari"


Il Convegno si è svolto a Roma, nei giorni 6-8 aprile 1987, per iniziativa della Commissione Episcopale per la vita consacrata e della Commissione mista Vescovi-Religiosi, in continuità con quella precedente, dell’aprile 1981, sul tema più generale « Comunione e corresponsabilità ecclesiale nelle “Mutuae relationes”, in Italia ».
Vi hanno preso parte 6 Vescovi, 2 Abati, i Consigli Nazionali della CISM e dell’USMI e circa 160 Vicari Episcopali.
Il Convegno è stato aperto da Mons. Camillo Ruini, Segretario Generale della C.E.I.; vi ha partecipato anche il Card. Jerôme Hamer, Prefetto della Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari.
L´obiettivo è stato indicato sinteticamente da Mons. Benigno Papa, Presidente della Commissione, all´inizio dei lavori: « approfondire e chiarire, a tutto vantaggio del bene delle Chiese particolari e della vita religiosa, la figura, la funzione e il ruolo del Vicario Episcopale per i religiosi ».
Si riportano in questo numero del Notiziario le linee essenziali emerse dal Convegno.
 
 
LINEE ESSENZIALI EMERSE DAL CONVEGNO
 
1. - Sono state richiamate, messe in luce e sviluppate alcune idee di fondo sul tema
a) « Il Vescovo diocesano, nella Chiesa particolare, è soprattutto padre, pastore, maestro, segno di Cristo e presidente della carità. Il suo specifico ministero pastorale riguarda anche i Religiosi, che non sono un´altra Chiesa o una realtà parallela o giustapposta alla Chiesa, ma sono un momento intimamente vivo della Chiesa come Chiesa ».
b) Inoltre all´interno dell´unica carità di Dio, manifestata in Cristo Signore, Salvatore e Redentore del mondo, vita religiosa e Vescovo s´incontrano per essere coinvolti in un dono che tutti e due assume, coinvolge e impegna in un´unica causa ed in un unico scopo: la gloria di Dio e la salvezza del mondo, in maniera indivisibile ».
c) In questo quadro « la missione del Vescovo diocesano riguardo la vita religiosa può essere riassunta in tre termini: promozione, animazione, comunione ».
 
2. - Relativamente alla figura e al ruolo del Vicario Episcopale si è precisato quanto segue
a) Il Vicario Episcopale per la vita religiosa nelle Chiese particolari è il frutto di una necessità: aiutare il Vescovo diocesano a realizzare la propria responsabilità di promozione, di animazione e di
comunione verso la vita religiosa nella propria diocesi.
Il suo rapporto, perciò, è più col Vescovo diocesano, di cui è collaboratore nell´adempimento di un campito che gli è proprio ed esclusivo, che con gli Istituti religiosi.
b) La sua funzione, che è di consultazione e di collaborazione, non di potestà o di competenza canonica speciale, non diminuisce in alcun modo l´autonomia dell´Istituto religioso, anche se di diritto diocesano.
c) L´azione del Vicario Episcopale per la vita religiosa non è rivolta all´interno degli Istituti, perché egli non è un visitatore, ma piuttosto alla comunità diocesana.
d) Il compito del Vicario Episcopale verso gli Istituti religiosi è principalmente quello di promuovere, in nome e per mandato del Vescovo, la santità delle persone che ne fanno parte, secondo l´itinerario proprio della loro spiritualità, e di indicare ai religiosi le necessità pastorali della diocesi, perché offrano ogni collaborazione e per suscitare nuovi carismi e nuove forme di servizio.
 
3. - Gli impegni e i compiti del Vicario Episcopale sono stati così espressi
a) Non può essere considerato la continuazione del « Vicario monialium », ma è chiamato piuttosto a sostenere la vita religiosa e gli Istituti religiosi presenti nella diocesi, a conoscerne i carismi concreti, per inserirli nell’attività pastorale; egli, perciò, è protagonista di unità e di pluriformità.
b) Anch´egli è chiamato a promuovere, .animare e difendere la vita religiosa a nome e per mandato del Vescovo in una chiesa particolare, per cui è indispensabile e la conosca a fondo, l´apprezzi e la voglia effettivamente incrementare nella diocesi, anche attraverso una pastorale vocazionale aperta a tutte le vocazioni, nella linea degli orientamenti della Chiesa.
Di conseguenza, deve amministrare saggiamente il dono della vita religiosa che lo Spirito fa alla Chiesa, là dove essa si concretizza, si manifesta e realizza la missione di evangelizzazione e di santificazione dell’uomo non solo per ciò che essa la, ma anche e soprattutto per ciò che essa è e rappresenta nella vita, nel mistero e nell´impegno apostolico della Chiesa.
c) Ne consegue .che ciascun Istituto religioso va da lui incoraggiato ed aiutato a contribuire all´attuazione del piano pastorale della diocesi, secondo le caratteristiche istituzionali, spirituali ed apostoliche proprie.
 
4. - Alcune proposte concrete
a) Informare i Vescovi italiani, attraverso i Presidenti delle Conferenze Regionali, su quanto è stato puntualizzato, chiarito e proposto nel Convegno; perché, nelle Chiese particolari, possa contribuire a far compiere ulteriori progressi nell´attuazione delle indicazioni del Concilio e delle linee operative ecclesiali da esse scaturite.
b) Continuare ad approfondire, nelle varie sedi e nelle forme più idonee, il ruolo, i compiti, la funzione, gli ambiti di azione del Vicario Episcopale per la vita religiosa, allo scopo di precisarne il ministero, a tutto vantaggio della Chiesa particolare e della vita religiosa.
c) Offrire ai Vescovi, attraverso la Commissione Episcopale per la vita consacrata e la Commissione mista Vescovi-Religiosi, una traccia di Direttorio, per caratterizzare la figura del Vicario Episcopale, lasciando ai singoli Vescovi, secondo la diversità delle situazioni, di specificare e determinare ulteriormente gli impegni, i compiti, gli ambiti e le facoltà che intendono attribuirgli.
d) Promuovere nelle diocesi una migliore conoscenza della vita religiosa, quale componente della comunità ecclesiale, attraverso giornate di studio, momenti d´impegno vocazionale, lettere pastorali, corsi di formazione negli Istituti diocesani o regionali di Scienze religiose e nei Seminari per la formazione dei futuri Presbiteri.
e) Favorire all´interno delle comunità religiose, attraverso gli organismi della CISM e dell´USMI, una maggiore disponibilità a farsi carico - insieme con le altre componenti ecclesiali e secondo le caratteristiche degli Istituti - dei nuovi bisogni pastorali del popolo di Dio nelle Chiese particolari, per contribuire più efficacemente a dare risposte adeguate con nuove forme di servizio pastorale.
 
5. - A conclusione dei lavori, Mons. Papa rilevava che la figura del Vicario Episcopale per la vita religiosa, delineata in modo essenziale al n. 54 di Mutuae relationes, ne è uscita consolidata a livello strutturale, in riferimento agli organismi della curia diocesana; e, a livello operativo, in riferimento a tutto il popolo di Dio, essa è apparsa come « una nuova diaconia » nella Chiesa; una diaconia non marginale, perché, mentre si fa carico di rispettare e valorizzare tutti i doni coi quali il Signore Gesù, morto e risorto, arricchisce la sua Chiesa - mistero di comunione e tutta impegnata nella missione - fa comprendere ai religiosi, che aprirsi alla realtà delle Chiese particolari non vuol dire mortificare l´universalità dei carismi che Dio e Cristo donano alla Chiesa.

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