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L'insegnamento della religione cattolica


MESSAGGIO DEI VESCOVI
 
 
Il presente Messaggio, approvato dalla XXVIII Assemblea Generale, è stato inviato ai Membri della C.E.I. con lettera n. 493/87 del 25 maggio 1987, con preghiera di renderlo noto nella maniera che sarà ritenuta più opportuna.
Il Messaggio è stato pubblicato da molti Vescovi, mentre la Segreteria Generale non ha ritenuto di pubblicarlo a motivo del delicato momento di polemiche in atto sulla stampa a riguardo di una precedente Nota della Presidenza sulle consultazioni elettorali.
 

Ai genitori, agli studenti, agli insegnanti!

1. - Mentre vi salutiamo cordialmente, vorremo compiere insieme con voi qualche riflessione sullŽinsegnamento della religione cattolica, per il quale nellŽanno scolastico che sta per terminare è stata applicata per la prima volta la nuova normativa concordataria.
LŽavvio non si è dimostrato facile perché si è trattato di un cambiamento profondo e complesso.
Il senso di responsabilità delle autorità scolastici he e soprattutto la scelta positiva compiuta dalla grandissima maggioranza degli studenti e delle famiglie hanno però consentito di affrontare con fiducia i problemi e di indirizzarli a soluzione.
LŽesperienza di questŽanno appare preziosa in vista del futuro: particolarmente per migliorare lŽorganizzazione scolastica dellŽinsegnamento della religione e delle attività alternative.
La Chiesa si sta impegnando con le sue migliori energie, mossa unicamente da spirito di servizio, per rinnovare lŽinsegnamento della religione nei programmi, nei libri di testo, nella qualificazione dei docenti.
In questi giorni è stato approvato dal Presidente della Repubblica il nuovo programma di religione per la scuola elementare. Quelli per le scuole medie e superiori, da parte nostra, sono già stati preparati e sono ora allŽesame del Ministero della Pubblica Istruzione.
2. - Sono programmi che permettono di comprendere meglio il significato, gli obiettivi e i contenuti dell’insegnamento della religione, nel quadro delle finalità della scuola. In realtà esso porta un suo specifico contributo:
- Per la crescita culturale: conoscere il cristianesimo e il cattolicesimo è indispensabile per comprendere la storia del nostro Paese e la sua civiltà. Arte, letteratura, correnti di pensiero, istituzioni, modi di vivere, di ieri e di oggi, sono impregnati di cristianesimo, anche quando sembrano ignorarlo o gli si oppongono.
Una formazione culturale organica e profonda non è dunque pensabile senza lŽinsegnamento della religione, condotto in stretto rapporto con le altre discipline.
- Per lŽeducazione morale: gli anni della scuola sono quelli decisivi per la formazione delle coscienze. La conoscenza del Vangelo di Cristo, con il suo messaggio di amore per lŽuomo e di fraternità universale, è uno stimolo potente al rispetto di ogni persona, alla (giustizia e alla solidarietà, al perdono e alla pace. LŽinsegnamento della religione è dunque un contributo sicuro alla crescita di giovani dotati di forza morale, aperti ai bisogni degli altri, capaci di usare bene della propria libertà.
- Per dare un senso alla vita: già nei fanciulli e con maggior forza negli adolescenti e nei giovani, sono presenti profonde esigenze spirituali e domande sul senso della vita. Esse riflettono il bisogno di un approdo ad autentici valori, che si fa più acuto in questi tempi di rapidi mutamenti e di inquietanti incertezze. Per tali esigenze e interrogativi la religione ha una risposta che giova conoscere: essa aiuta ad orientare responsabilmente il proprio futuro. Anche per questo lŽinsegnante di religione diventa spesso lŽamico col quale si può dialogare e nella sua ora trovano spazio quei problemi che i giovani portano dentro.
3. - È per questa specifica fisionomia culturale e normativa dellŽinsegnamento della religione cattolica che la Chiesa rivolge a tutti la sua proposta e invita a scelte personali coerenti con la propria coscienza. Scelte che tra breve si riproporranno per insegnanti, genitori, giovani.
Disagi, polemiche, possibili esperienze insoddisfacenti circa lŽinsegnamento della religione, registrati questŽanno, non devono impedire la serena valutazione delle ragioni che sollecitano una rinnovata scelta positiva.
Invitiamo perciò genitori e giovani che lo scorso anno decisero di avvalersi dellŽinsegnamento della religione ad approfondire il significato culturale ed educativo di tale scelta; chiediamo a chi finora ha preferito non avvalersene di interrogarsi e confrontarsi su un tema così decisivo per la formazione della persona.
Rinnoviamo fiducia e gratitudine agli insegnanti di religione. Esprimiamo stima e rispetto a tutti i docenti e invitiamo i maestri della scuola elementare e materna a rendersi disponibili a insegnare personalmente la religione ai propri alunni.
A tutti noi è affidato il compito di lavorare perché alle nuove generazioni sia assicurato, anche nella scuola, un serio confronto con il problema religioso, per la loro crescita in piena umanità e libertà.

ASSEMBLEA GENERALE DELLA CEI