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Commento al Messaggio ai Giovani per la XVII GMG Toronto 2002

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile

Verso Toronto 2002: il sapore della vita e la luce della fede.
d. Domenico Sigalini



E´ tracciata la strada che i giovani sono invitati a percorrere da qui al 28 luglio del 2002. Il Santo Padre ha inviato il messaggio che costituisce per tutti coloro che si interessano ai cammini di fede dei giovani che preparano alla celebrazione della GMG di Toronto 2002 il percorso fondamentale. Sentinelle del mattino, fuoco che brucia il mondo, testimoni coraggiosi del vangelo erano stati chiamati dal Papa a Tor Vergata. Si potrebbe dire, forse semplificando troppo, che con questa GMG si passa da una fase di contemplazione a una fase di missione. I temi delle GMG del secolo scorso erano quasi tutti presi da versetti del vangelo di Giovanni e quasi sempre erano inviti alla contemplazione. Io sono la via la verità e la vita… Venite e vedrete… Il Verbo si è fatto carne.. Ora il Papa dice ai giovani: Voi siete il sale della terra…Voi siete la luce del mondo… C´è un invito perentorio a buttarsi nella mischia e a vivere nel mondo la propria identità cristiana. Non è un intervento alternativo, perché alla base ci sta sempre un approfondimento dell´identità cristiana, un atto contemplativo e adorante, quindi, uno scavare più in profondità nelle proprie radici, ma il versante su cui giocare l´identità cristiana è la terra e il mondo. Oggi sono invitati a diventare sale e luce.


Il sapore della vita


Il nostro tempo ha bisogno di riscoprire il sapore della vita e chi dà sapore alla vita, ciò che la terra aspetta da un cristiano, è la sua grazia battesimale, è la vita nuova che viene da Cristo, è la rigenerazione che rende capaci di rispondere alla Sua chiamata, è il modo diverso di vivere e di pensare dei battezzati, che non si adattano alla mentalità di questo tempo e di qualsiasi tempo, ma si sanno trasformare e rinnovare dall´interno per poter leggere nelle pieghe della vita e della storia "ciò che è buono, a lui gradito e perfetto". L´identità cristiana non si snatura, anche in un tempo fortemente secolarizzato. E´ sempre necessario però che alla base ci sia un radicamento nella vera fede, una consapevolezza alta che si è di fronte alla sfida dell´adattamento, della riduzione, della trasformazione, della soggettivizzazione, della relativizzazione, dell´abbassamento. Per essere veri apostoli e testimoni del nuovo millennio occorre radicamento nelle sorgenti della fede cristiana, conoscenza della vita della Chiesa, della sua storia, dei suoi testimoni e maestri. Mediocrità e conformismo sono sempre alla porta o per delusione o per rassegnazione a mode passeggere o per delusioni della vita e scoraggiamento. Ma un giovane cerca sempre l´Assoluto, il senso e la pienezza dell´esistenza, non si può accontentare di stare al di sotto di ideali alti.


La luce della fede.


Ma il mondo ha desiderio di verità e sete di giungere alla pienezza della conoscenza, nel cuore della notte ci si può sentire intimoriti ed insicuri e si aspetta con impazienza che la sentinella del mattino annunci l´arrivo del sole. Il sole, la luce è Cristo risorto, la luce di cui parla Gesù è la luce della fede. E la fede non è solo un insieme di affermazioni teoriche da ratificare con l´intelligenza, ma un´esperienza da assimilare, una verità da vivere, una esperienza personale che impegna tutta l´esistenza. Le irrazionalità che stanno conquistando molte domande religiose degli uomini di oggi, soprattutto dei giovani, hanno bisogno di incontrare l´intelligenza della fede, questo nuovo modo di guardare al mondo e alle persone che ci viene da Gesù, una decisione che impegna tutta l´esistenza. L´irrazionalità alla fine è molto comoda, perché non cambia la vita, ma la sospende nell´artificiosità e nel virtuale. E´ solo Lui che può dire "Io sono la luce del mondo" e il vangelo è il grande criterio che guida le scelte e gli orientamenti della vita.
Ma la luce non va messa sotto "il moggio", non va tenuta sotto, chiusa, nascosta, coperta, filtrata, attenuata, dispersa, ma va fatta vedere, va collocata sul banco di scuola e sul tavolo di lavoro, in università e nei cantieri, nelle strade del mondo e nei luoghi del divertimento, negli spazi istituzionali della vita del giovane e negli innumerevoli spazi informali, nelle piazzette, nei pub, nelle ville comunali, nelle notti, nei luoghi della sofferenza e della gioia, negli ospedali e nei campi profughi, nelle sedi di associazione e nelle riunioni delle comunità cristiane, nelle manifestazioni civili e pacifiche e nei sit-in, nelle vite di gruppo e sui muretti, nelle carceri e nelle caserme…
I giovani devono poter vivere la vita cristiana nella normalità della quotidianità, dei rapporti di amicizia e nei rapporti affettivi: e dovunque c´è bisogno di sapore e di luce.


Una vita così è ancora santità che dà senso pieno alla vita.


Il giovane deve continuamente trarre forza da altri giovani come lui che hanno fatto risplendere la luce della fede in maniera eroica. Il Papa ne fa un elenco nuovo ancora più universale: Agnese di Roma, Andreas di Phú Yên, Pedro Calungsod, Giuseppina Bakhita, Teresa di Lisieux, Pier Giorgio Frassati, Marcel Callo, Francisco Castelló Aleu o ancora Kateri Tekakwitha, la giovane irochese detta "il giglio dei Mohawks".
Il percorso della santità è fatto di slanci, di emozionanti esempi, di stupore, di volontà di emulazione, ma si basa sul cammino classico della vita del cristiano: stare "cuore a cuore" con Gesù nell´Eucaristia, riscoprire il suo perdono nella Riconciliazione, ascoltare la Parola, abitare nella vera casa della comunione che è la Chiesa, dedicarsi ai poveri.


Una sfida che ci viene da Toronto


La città è multiculturale e multiconfessionale. La cosa che impressiona di più è la pacifica convivenza di tante lingue, nazioni, culture, religioni. In una parrocchia media si parlano più di dieci lingue diverse e la Chiesa è lo spazio garantito della comunione tra tutti. Chi va a Toronto si deve preparare a dire l´unicità di Cristo Salvatore e l´universalità del suo mistero di salvezza. Dialogo interreligioso e dialogo ecumenico saranno lo stile obbligato delle relazioni, la preghiera per l´unità dei cristiani un imperativo, la capacità di dire l´annuncio gioioso di Cristo in ogni segno di bene, di bellezza e di verità presente nella città umana una missione



Don Domenico Sigalini