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Discorso di Giovanni Paolo II ai giovani cubani

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile


"Non si deve eludere la sfida dell´epoca in cui si vive:
l´impegno è la risposta coraggiosa di chi non vuole sprecare la vita"


Discorso di Giovanni Paolo II ai giovani cubani a Camagüey
23 gennaio 1998

Cari giovani cubani,

1. "Allora Gesù, fissatolo, lo amò" (Mc 10,21). Così il Vangelo riferisce l´incontro di Gesù con il giovane ricco. Così il Signore guarda ad ogni uomo. I suoi occhi, colmi di tenerezza, fissano ancora oggi il volto della gioventù cubana. Ed io, nel suo nome, vi abbraccio, riconoscendo in voi la speranza viva della Chiesa e della Patria cubana.
Desidero trasmettervi il saluto cordiale e l´affetto sincero di tutti i giovani cristiani dei diversi Paesi e continenti che ho avuto occasione di visitare esercitando il ministero di Successore di Pietro. Anch´essi, come voi, comminano verso il futuro tra gioie e speranze, tristezze e angosce, come afferma il Concilio Vaticano II.
Sono venuto a Cuba come messaggero della verità e della speranza, per portarvi la Buona Novella, per annunciarvi "l´amore di Dio in Gesù Cristo, nostro Signore" (Rm 8,39). Solo questo amore può illuminare la notte della solitudine umana; esso solo è capace di rafforzare la speranza degli uomini nella ricerca della felicità.
Cristo ci ha detto che "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici: Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando... ma vi ho chiamati amici". (Gv 15, 13-15). Egli offre loro la sua amicizia. Ha dato la sua vita affinché coloro che desiderano rispondere alla sua chiamata siano, di fatto, suoi amici. Si tratta di un´amicizia profonda, sincera, leale, radicale, come dev´essere ogni autentica amicizia. Questa è la forma corretta di porsi in relazione con i giovani, dal momento che senza amicizia la gioventù s´impoverisce e si indebolisce. L´amicizia si coltiva con il proprio sacrificio per servire e amare in modo autentico gli amici. Infatti, senza sacrificio non c´è amicizia sincera, gioventù sana, un P
aese con un futuro, una religione autentica.
Per questo, ascoltate la voce di Cristo! Nella vostra vita sta passando Cristo e vi dice: "Seguitemi". Non chiudetevi al suo amore. Non passate lontano. Accogliete la sua parola. Ognuno ha ricevuto da Lui una chiamata. Egli conosce ciascuno per nome. Lasciatevi guidare da Cristo nella ricerca di ciò che vi può aiutare a realizzarvi pienamente. Aprite le porte del vostro cuore e della vostra esistenza a Gesù, "il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell´amore, il compagno e l´amico della gioventù" (Messaggio del Concilio Vaticano II ai giovani).

2. Conosco bene i valori dei giovani cubani, sinceri nei loro rapporti, autentici nei loro progetti, ospitali con tutti e amanti della libertà. So che, essendo figli dell´esuberante terra caraibica, si distinguono per le loro capacità artistiche e creative, per lo spirito gioviale e intraprendente, sempre disposti a lanciarsi in imprese grandi e nobili per la prosperità del Paese; si distinguono anche per la sana passione con cui affrontano le cose che interessano loro, nonché per la facilità con cui superano le contrarietà e le limitazioni. Questi valori emergono con maggiore nitidezza quando incontrano spazi di libertà e motivazioni profonde. Ho potuto, inoltre, verificare e ammirare con emozione la fedeltà di molti di voi alla fede ricevuta dagli avi, tante volte trasmessa dalle madri e dalle nonne durante questi ultimi decenni, in cui la voce della Chiesa sembrava soffocata.
Ciononostante, l´ombra dell´attuale terribile crisi di valori che scuote il mondo, minaccia anche la gioventù di questa luminosa Isola. Si sta diffondendo una perniciosa crisi d´identità che porta i giovani a vivere senza senso, senza un orientamento o un progetto futuro, assillati dall´immediato. Nascono in tal modo il relativismo, l´indifferenza religiosa e la mancanza di una dimensione morale, mentre si è tentati di arrendersi agli idoli della società dei consumi, affascinati
dal loro fatuo splendore. Anche tutto ciò che proviene dall´esterno del Paese sembra abbagliare.
Di fronte a ciò, le strutture pubbliche finalizzate all´educazione, alla creazione artistica, letteraria e umanistica o alla ricerca scientifica e tecnologica, così come la moltiplicazione di scuole e di maestri hanno contribuito a risvegliare una notevole preoccupazione per la ricerca della verità, per la difesa della bellezza e della bontà; tuttavia, hanno anche suscitato in molti di voi, un interrogativo: perché tale abbondanza di strumenti e di istituzioni non riesce a corrispondere pienamente al fine desiderato?
La risposta non va cercata unicamente nelle strutture, negli strumenti e nelle istituzioni, nel sistema politico o negli embarghi economici, che sono sempre da condannare in quanto lesivi nei confronti di chi è più nel bisogno. Queste cause sono solo parte della risposta, ma non giungono al nocciolo del problema.