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La Giornata Mondiale della Gioventù, un evento nel grande Giubileo.

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile

La Giornata Mondiale della Gioventù, un evento nel grande Giubileo.


Programma pastorale


PRESENTAZIONE


Cari amici,


in ogni parte del mondo, al seguito del Santo Padre Giovanni Paolo II che in questi 20 anni di pontificato ha tracciato la strada, si sta iniziando con impegno ed entusiasmo il pellegrinaggio che ci condurrà alla XV Giornata Mondiale della Gioventù, situata nel cuore del Grande Giubileo dell’anno 2000.


Il Comitato italiano, che si occupa insieme al Pontificio Consiglio per i Laici di preparare il grande evento, ha elaborato un "programma pastorale" nel quale si evidenziano i contenuti di fondo di quel che fin d’ora consideriamo un "tempo di grazia" per i giovani.


Come si sa, il tema che il Santo Padre ha scelto per la Giornata è: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Alla luce di tali parole è stata pensata l’idea madre attorno alla quale far convergere le fasi di preparazione e celebrazione del "Giubileo dei giovani" nei suoi molteplici contenuti teologici, comunitari, spirituali e pastorali. Essa richiama uno dei momenti più alti ed espressivi della professione pubblica della fede: la "consegna (traditio) - riconsegna (redditio)" del Credo, Simbolo della fede. All’inizio del terzo millennio, i giovani sono chiamati a riconoscere e vivere la fede come dono e risposta a Dio in Gesù Cristo, Verbo fatto carne.


Tenendo conto di questo obiettivo, nel cammino di avvicinamento alla Giornata essi sono invitati a prendere coscienza e a fare viva memoria del deposito della fede radicata nella storia, resa manifesta da tanti testimoni di ieri e di oggi, vissuta nelle Chiese locali e proclamata, in mirabile unità, dalla Chiesa universale. Questa fede, che i giovani hanno "gratuitamente" ricevuto, viene loro di nuovo consegnata, con solenne conferma, dal successore di Pietro, il Papa, durante la Giornata Mondiale della Gioventù, a Roma, città in cui i Santi Apostoli Pietro e Paolo e i Martiri l’hanno profe
s
s
a
ta fino all’effusione del sangue.


E una traditio che sollecita una redditio vitale e convinta, una risposta ricca di entusiasmo e di coraggio missionario. Per questo, al termine della Giornata, i giovani ricevono il mandato di annunciare e di testimoniare il Simbolo della fede in mezzo ai loro coetanei, nei vari ambienti di vita, nella comunità e nella società.


Il Pontificio Consiglio per i Laici assume questo programma pastorale e volentieri lo presenta ai Responsabili della pastorale giovanile delle Conferenze Episcopali, Movimenti, Associazioni e Comunità come utile e prezioso strumento di lavoro. Esso può divenire punto di riferimento per eventuali sussidi futuri, rivolti sia agli animatori e catechisti che agli stessi giovani.


Affidiamo all’intercessione della Madre del Signore e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo il cammino che ci condurrà, insieme con i giovani del mondo, alla Porta Santa.


Roma, 1 novembre 1998
Solennità di Tutti i Santi


James Francis Card. Stafford
Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici

«VOGLIAMO VEDERE GESÙ» (Gv 12,21)
Il contesto di riferimento


1. - Le Giornate Mondiali della Gioventù (GMG), dal loro inizio fino ad oggi - Roma (1984), Buenos Aires (1987), Santiago de Compostela (1989), Czestochowa (1991), Denver (1993), Manila (1995), Parigi (1997) - si sono dimostrate avvenimenti provvidenziali, occasioni di grazia per moltissimi giovani, momenti privilegiati per riscoprire e professare la fede in Cristo, per rinsaldare la comunione con la Chiesa, per sentirsi chiamati all’impegno della nuova evangelizzazione nel mondo. Le Giornate sono state eventi missionari e pastorali di prim’ordine, stimolando nelle Chiese particolari il rinnovamento della cura dei giovani, con obiettivi e contenuti di largo respiro ecclesiale, spirituale e culturale.
Ora questo dono di Dio è proposto dal Santo Padre nel cuore del Grande Giubileo che celebra il bimillenario dell’incarnazione di Cristo, perché le giovani gen
er
az
io
ni, cui appartiene «il futuro del mondo e della Chiesa», possano incontrare in modo nuovo Cristo che le attende, e così «recare il proprio contributo alla sua presenza nel prossimo secolo» (Tertio millennio adveniente, 58).
La GMG di Roma nel 2000 si propone quindi come un’esperienza di fede, che va compresa e vissuta nello spirito e con i significati del Giubileo, diventando così il Giubileo della "Chiesa giovane".


«IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI» (Gv 1,14)
Il quadro teologico



2. - Il fondamento teologico e centro ispiratore della GMG è dato dal tema scelto dal Santo Padre : «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).
Questa affermazione del quarto Vangelo come pure tutto il prologo dello stesso Vangelo, in cui essa è collocata, mettono in evidenza la salvezza che viene da Dio, tanto assolutamente necessaria quanto imprevedibilmente gratuita e generosamente donata. L’incarnazione del Verbo segna l’inizio della redenzione dell’umanità e del cosmo, si compirà pienamente nella Pasqua di morte e risurrezione e con il dono dello Spirito Santo.
Nella lettura della fede cogliamo così la divina economia o progetto di salvezza nel suo farsi misterioso:
* Gesù Cristo, Verbo del Padre, fatto uomo, è il dono più grande offerto da Dio all’umanità: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).
* Cristo è contemporaneamente la risposta più fedele dell’uomo a Dio, in quanto figlio obbediente al volere del Padre, dalla sua incarnazione fino all’offerta totale di sé sulla croce: «Un corpo mi hai preparato. Allora ho detto: Ecco, io vengo... per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,5-7).
* Cristo non conserva per sé l’amore e la missione del Padre, ma ne rende partecipi quanti credono in Lui. La sera di Pasqua annuncia ai suoi discepoli: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi»; e dona loro il suo Spirito pe
r u
na
nuo
va vita, libera dal peccato e dal male (Gv 20,21-22).
Così uno straordinario circolo di comunione missionaria, animata dallo Spirito Santo, coinvolge e muove la storia dell’umanità: il Padre dona il Figlio al mondo (cf. Rm 8,32); il Figlio corrisponde al Padre, dando tutto se stesso a Lui per noi (cf. Gv 19,30); i discepoli, su mandato di Gesù, portano il suo Vangelo a tutti i popoli, sicuri della sua compagnia, fino alla fine del mondo (cf. Mt 28,19-20).



3. - La Chiesa si riconosce in questa dinamica di "dono-risposta" e la vive secondo molteplici aspetti:
* La esprime in modo visibile e pubblico nel cammino di fede e di vita cristiana (ad esempio con il catecumenato), segnatamente attraverso la consegna e l’accoglienza consapevole del Simbolo della fede; la celebra ogni domenica, giorno del Signore e Pasqua settimanale.
* La pone a fondamento della sua vocazione missionaria, per coinvolgere tutti gli uomini nella gioia del dono e nella responsabilità della risposta: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).
* La sperimenta nell´esercizio continuo del perdono, accolto e offerto a tutti. Consapevole infatti che la concreta possibilità di peccato consiste sempre in una cattiva risposta - di rifiuto o infedeltà - dell’uomo ai grandi doni ricevuti da Dio, la Chiesa confessa che ogni credente in Cristo vi è esposto a causa della sua fragilità: «Egli era nel mondo eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,10-11).



4. - Strettamente collegata al tema generale e da esso conseguente è l’idea madre e sintesi dell’intera Giornata: RICONOSCERE E VIVERE LA FEDE COME DONO-RISPOSTA A DIO IN GESÙ CRISTO, IL VERBO FATTO CARNE.
Essa trova nella consegna ("traditio") e riconsegna ("redditio") del Simbolo (Credo) una delle forme più alte ed espressive sia della professione pubblica della fede nella Chiesa, sia della sua testimonianza nel mondo. A questa "icona", squisitamente biblica
e s
tori
co-e
cclesiale, si ispireranno i diversi momenti della Giornata, culminando nella Veglia del sabato sera e nella solenne Celebrazione eucaristica conclusiva.



CRISTO CERCA I GIOVANI - I GIOVANI INCONTRANO CRISTO (cf. TMA, 58)
Il quadro pastorale



5. - Compresa e vissuta come "consegna-riconsegna della fede", la GMG esprime efficacemente il suo significato mediante i diversi aspetti che la caratterizzano all’interno del Grande Giubileo:
* Globalmente si manifesta come avvenimento intrinsecamente missionario: l’amore del Padre rinnova nello Spirito il dono del Figlio ai giovani del mondo, li stimola ad una scelta libera e fedele, li manda a darne "bella notizia" al millennio che inizia: «Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, veduto, contemplato, toccato..., ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza), noi lo annunziamo anche a voi» (Gv 1,1-3).
* Diventa esperienza forte di conversione, di riconciliazione, di perdono, di gioia nel passare al terzo millennio attraverso Cristo, porta della salvezza.
* Si alimenta con un singolare momento di grazia: l’incontro con la viva memoria della fede, rappresentata dagli apostoli Pietro e Paolo e dai primi martiri della Chiesa.
* Riceve direttamente dalle mani del Papa il mandato a restituire la fede ricevuta con l’impegno di una coerente vita di testimonianza e di annuncio di Cristo nel mondo.
* Entra nella storia di ogni giovane come singolare annuncio evangelico di pace, di libertà, di speranza, da portare con sé nel varcare la soglia del terzo millennio come dono per l’umanità del futuro.
In sintesi, il "Giubileo" e "Roma" rappresentano per i giovani il tempo e il luogo quanto mai propizi di un’esperienza cristiana unica nel suo genere: la fede, manifestatasi in certo modo come invocazione nei loro desideri e domande, viene ora attinta e donata alla sorgente del Cristo Salvatore, è professata sulle tombe degli
apost
oli e
dei
martiri, è confermata dal Papa e da lui riconsegnata ai giovani, perché diventi sostanziale ragione della loro vita e speranza, ed anzi perché se ne facciano coraggiosi testimoni ed annunciatori nel terzo millennio cristiano, in tutto il mondo, in ogni cultura, verso ogni creatura.


6. - La GMG, con il suo pregnante significato giubilare, non deve apparire estranea al mondo dei giovani, perché di fatto non lo è. Infatti, «con l’incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo» (Gaudium et spes, 22). Per questo «Gesù Cristo è la via principale della Chiesa. Egli stesso è la nostra via alla "casa del Padre" (cf. Gv 14,1ss), ed è anche la via a ciascun uomo» (Redemptor hominis, 13).
In questi duemila anni il Verbo si è veramente incarnato in ogni popolo, cultura e tradizione, ha posto la sua "tenda" in mezzo ad ogni nazione della terra e chiama anche oggi ogni uomo e donna ad aprire il proprio cuore e la propria vita a Lui. Nel dinamismo della GMG ogni giovane è perciò chiamato a riscoprire e rinnovare i grandi momenti del cammino di fede iniziato nella propria comunità di origine: in famiglia, nella parrocchia, nelle aggregazioni ecclesiali, ecc., con sentimenti di profonda riconoscenza a Dio, di gioiosa condivisione di doni, di partecipazione piena a precisi impegni:
* La memoria della fede ricevuta nella propria Chiesa locale e sperimentata come evento di unità e di comunione nella Chiesa universale, si fa ora nitida e cosciente e riceve dal Papa, successore di Pietro, conferma di verità e di comunione.
* Ognuno eleva a Dio una confessione umile e sincera delle proprie debolezze e peccati, chiedendone sincero perdono e gustando la sua misericordia di Padre.
* Ciascuno è invitato ad esprimere un’accoglienza incondizionata al Vangelo di Gesù Cristo secondo la fede della Chiesa, percorrendo cammini specifici di fede, animati dalle risorse proprie dei giovani, quali la percezione dei nuovi problemi dell’esistenza, la ricerca
di nu
ove mo
tivazi
oni per vivere e credere, l’uso di linguaggi e segni nuovi, il coraggio delle scelte, un sincero dono di sé verso i poveri e gli oppressi.
* La rinnovata consegna della fede viene accolta con un solenne impegno di riconsegna carica di frutti (cf. Gv 15,18), dandone testimonianza a tutti, in particolare ai giovani coetanei, che, pur desiderando di aprire la loro vita alla trascendenza, non trovano risposte adeguate nella cultura in cui sono immersi. Questa responsabilità missionaria sarà vissuta come «Inizio del vangelo di Gesù Cristo» (Mc 1,1) nel terzo millennio, imitando in tutto Gesù in mezzo alla gente, facendosi carico delle domande, delle aspirazioni, dei bisogni degli altri, orientandoli a Lui con l’annuncio e la testimonianza della carità.
In questo modo ogni giovane riconosce che la sua vita, il suo quotidiano, così carico di aspirazioni e non di rado segnato dalla delusione e dal dolore, diventa luogo di incontro con Cristo, che lo vede, lo ama e lo invita a seguirlo, a servizio del più vasto mondo dei poveri e degli infelici, dei giovani anzitutto, con le risorse delle tante doti di natura e di grazia che ha ricevuto e che questo Grande Giubileo manifesta e conferma: «Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi viene e seguimi"» (Mc 10,21).



«E VOI, CHI DITE CHE IO SIA?» (Mc 8,29)
Il quadro operativo


7. - La dinamica della consegna -riconsegna della fede, percorre ed ispira tutte le fasi della GMG, dal cammino preparatorio alla sua celebrazione in Roma. A tale riguardo si terrà presente che la GMG del 2000 avviene a Roma, città santuario, dove le memorie vive degli apostoli Pietro e Paolo, dei martiri e confessori della fede e la presenza ed il magistero del Papa parlano direttamente a chi si fa pellegrino in essa. Il luogo stesso rappresenta per i giovani una "catechesi in atto", da valorizzare opportunamente. Roma poi, d
iocesi
del Pap
a, non
è soltanto un insieme di ricordi e di memorie, ma una comunità ecclesiale viva, che nel 2000 si dispone ad accogliere i giovani di tutto il mondo per un reciproco scambio di doni.
* La fase della preparazione: i giovani sono invitati a prendere coscienza della "memoria fidei" nella propria Chiesa particolare, ad aprirsi all’unità della fede della Chiesa universale, a metterla a confronto con l’oggi della storia e a cogliere le nuove impellenti sfide che ciò comporta per la loro vita in Cristo e nella Chiesa e per la loro testimonianza missionaria.
* Le catechesi in Roma: due di esse, proposte da Vescovi, secondo la formula tradizionale, al mattino dei tre giorni prima della Veglia, in diversi luoghi della città, inviteranno i giovani a riflettere sull’annuncio-consegna della fede personale e sulla dimensione ecclesiale della fede ricevuta; la terza catechesi assumerà la forma di un pellegrinaggio di carattere penitenziale, verso la Porta Santa in San Pietro, segno di Cristo: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo, entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9). Tale giornata giubilare che sarà svolta a turno da gruppi di giovani, secondo un apposito programma stabilito, comprenderà una celebrazione penitenziale con la possibilità di celebrare il sacramento della Riconciliazione individualmente, il contatto con i segni della "memoria fidei" dei martiri di Roma, la preghiera e la "professio fidei" sulla Tomba dell’apostolo Pietro, la fatica del pellegrinaggio che fa vivere l’attesa nella speranza dell’incontro definitivo con il Signore.
* Proposte di incontri ed esperienze spirituali e culturali: saranno promosse ogni pomeriggio, in chiese e luoghi prestabiliti, da parte di parrocchie, movimenti, associazioni, gruppi, realtà ecclesiali. Il giorno precedente la Veglia è prevista la "via Crucis", che sarà svolta, per un congruo numero di giovani, dai Fori al Colosseo e, per tutti gli altri, nei diversi quartieri e piazze
della ci
ttà.
*
La Vegli
a: in essa la dinamica della "consegna-riconsegna" della fede, si esprimerà attraverso le dimensioni della narrazione - mettendo a tema la memoria, la fedeltà e la novità della fede in Gesù Cristo e dando voce ai testimoni della fede nella storia e nell’oggi: Maria in primo luogo, i santi apostoli Pietro e Paolo, i santi e martiri della Chiesa di Roma e delle Chiese in Italia in particolare -; del dialogo tra il Papa e i giovani, sui loro interrogativi ed attese in rapporto alla fede sulla soglia del terzo millennio; della celebrazione, per riconsegnare ai giovani la fede e la sua espressione con i diversi linguaggi propri del mondo giovanile.
* La Celebrazione eucaristica domenicale: in essa si radicano e si esprimono la grazia e l’impegno missionario della "traditio-redditio", manifestati nel mandato solenne del Papa ai giovani. Essa costituisce il culmine di tutta la Giornata, in quanto consegna al giovane, nella Parola e nel Sacramento, il centro della fede della Chiesa, cioè la presenza viva e perenne del Verbo fatto carne, Salvatore del mondo, «unica via di accesso al Padre» (Tertio millennio adveniente, 55). L’Eucaristia è anche la fonte da cui scaturisce la risposta di una fede vissuta e annunciata a tutti: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta» (Messale Romano, Preghiera eucaristica).


* * *


In sintesi la GMG del 2000 intende proporsi nel suo farsi come una forte e coinvolgente esperienza di consegna e riconsegna della fede, che vede protagonisti i giovani con tutta la carica di novità e di futuro che essi esprimono e testimoniano nella Chiesa e nel mondo intero.



Roma, 29 giugno 1998
Solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo



IL COMITATO ITALIANO
PER LA XV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ - ROMA 2000