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“Dalla Parola alle Opere” 15 anni di testimonianze del Vangelo della Carità nel Terzo Mondo
sintesi del volume
Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo

Dalla Parola alle Opere è un’ ampia e documentata illustrazione dei progetti e delle iniziative finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso il “Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo”, dal 1990 al giugno 2004. L’intento è di informare dettagliatamente sulla utilizzazione dei fondi provenienti dall’otto per mille destinati dalla Chiesa cattolica a sostegno della promozione umana, dello sviluppo, e di altri aiuti caritativi nelle emergenze dei paesi del Sud del mondo. Sono 6275 gli interventi caritativi effettuati in quindici anni di attività per un totale di 710milioni di Euro.  E’ la dimostrazione di come le nostre comunità cristiane si sono distinte per l’apporto generoso con cui sono andate incontro alle necessità delle popolazioni in gravi situazioni di povertà. I missionari, religiosi e laici, i volontari e i tecnici promotori di sviluppo hanno accompagnato gli ingenti aiuti in denaro, nella convinzione che il migliore contributo alla crescita globale delle società sia offerto dalla presenza di persone qualificate, che mettano la propria competenza a servizio di una reciproca collaborazione.
«L’istituto dell’otto per mille non ha rappresentato soltanto un’opportunità finanziaria in più, ma una forma di “democrazia fiscale”, aperta a tutti i contribuenti e finalizzata al sostegno di attività caritative e umanitarie, per combattere gravi forme di emarginazione e promuovere lo sviluppo integrale delle persone e delle comunità – sottolinea Sua Em.za Card. Camillo Ruini, Presidente della CEI, nella presentazione del Libro Bianco –. In questo spirito, nella nuova legislazione scaturita dall’Accordo concordatario è espressamente riservato uno spazio per la cooperazione internazionale con i paesi del Sud del mondo».
L’adempimento di questa finalità è stato affidato all’apposito Comitato, che da quindici anni persegue tale compito con dedizione e professionalità. Il volume che viene presentato oggi, oltre all’ampia e documentata informazione, rende conto della trasparenza di quanto si è operato, dando ragione di come si è risposto alla fiducia accordata da tanti contribuenti, nella speranza che anche in futuro non venga a mancare né diminuisca il sostegno a questa forma di attenta e mirata solidarietà.

Dal 1990 al 2004 sono stati effettuati 6275 interventi in Africa, America Latina, Asia, Europa, Medio Oriente per un totale di 710 milione di Euro. Così come è possibile osservare nelle tabelle (allegato 1) nel continente africano il numero di interventi è pari a 2314, mentre in quello latino–americano è di 2132. In Asia sono stati effettuati 1380 interventi; in Europa 146, in Medio Oriente 176, in Oceania 21, mentre è di 106 il numero degli interventi soprannazionali.
La maggior degli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo (per le macroaree) è stato impiegato in progetti di formazione (471.130.200 Euro per 4631 interventi); seguono 311 interventi utilizzate per le emergenze umanitarie per un totale di 105.452. 580. Sono invece di 69.357.638 Euro i fondi derivanti dall’Otto per mille per effettuare 770 interventi di costruzione. In particolare, poi, nell’ambito degli interventi che riguardano la formazione sono stati avviati e realizzati 1217 progetti nel settore delle comunicazioni, 810 per favorire l’apprendimento e la conoscenza di particolare attrezzature da lavoro; 605 hanno preso in considerazione il settore dell’ambiente.     
Dal Kenya, al Guatemala, alla Colombia, all’India e al Ruanda e in altre migliaia di Paesi del Sud del mondo l’attenzione ai poveri è rimasta sempre alta in questi ultimi quindici anni. I finanziamenti, grazie alla raccolta dell´Otto per mille, riguardano diversi ambiti di azione: alfabetizzazione, formazione professionale in campo sanitario, agricolo–ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali, compreso il sostegno alle associazioni locali per l´acquisizione di competenze nella gestione e nell’animazione del territorio.
«I Paesi più poveri – sottolinea monsignor Piergiuseppe Vacchelli, Sottosegretario Cei e Presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore dei Paesi in via di sviluppo – vanno trattati come soggetti, come persone. Costruire il futuro di questi Paesi per noi ha significato predisporre loro la strada per il riscatto e l´autopromozione umana. Da questo punto di vista il concetto di cooperazione da noi adottato è stato sempre fondato su criteri di umanità e discrezione, consulenza tecnico–organizzativa senza imposizioni di regole e atteggiamenti di superiorità e presunzione verso chi aveva bisogno».
Un esempio fra i tanti interventi sostenuti negli ultimi dodici anni è il St. Mary’s Hospital Lacor di Gulu, nel nord Uganda.
L’ospedale si trova a sei chilometri da Gulu e vi lavorano 520 persone tra medici, infermieri, paramedici e altro personale. Nel 2002 sono stati effettuati oltre 27 mila ricoveri ospedalieri e più di 190 mila prestazioni ambulatoriali.
L’ospedale come aggiunge monsignor Vacchelli è «un polo d’eccellenza. Un’opera della Chiesa che accoglie tutti senza distinzione». Non a caso il Lacor Hospital si avvale dei centri di salute periferici di Pabo ed Opit situati a quasi trenta chilometri dalla struttura ospedaliera ed ha attivato scuole e programmi formativi per infermieri professionali e caposala, il tirocinio per i medici neolaureati delle università di Makerere e Mbarara, per medici specializzandi dell’Università di Mbarara, e altri programmi di formazione per tecnici di laboratorio, per tecnici di anestesia e per i futuri tecnici di radiologia dell’Università di Kampala. Esso è inoltre uno dei principali siti di ricerca sul campo per gli studenti del Master in management sanitario della Uganda Martyr’s University di Nkozi.
In una situazione così compromessa come quella del Nord Uganda caratterizzata da una guerriglia endemica che dura da oltre diciotto anni, il Lacor Hospital rappresenta una delle poche realtà economiche della regione in grado di dare, con la sua offerta di lavoro e di formazione professionale, un minimo di speranza alle giovani generazioni e contribuire indirettamente alla stabilizzazione sociale e, si spera, alla pacificazione di una regione tra le più tormentate dell’intero continente.
In Cambogia per esempio è stato presentato un progetto nazionale dalla Conferenza episcopale del Paese asiatico. Qui la situazione sociale risente ancora dello sconvolgimento operato dai Khmer Rossi. Per questo occorre trasmettere nuovi valori per aiutare la società Khmer a rinascere, a ricostruire una trama di rapporti e relazioni nel rispetto dell’uomo. Il progetto prevede la preparazione di programmi radio, l’avvio di un notiziario mensile,  la produzione di video–cassette e Cd musicali di canzoni della cultura Khmer, siti web in lingua Khmer ed inglese sulla storia della Chiesa. La prima fase del programma è dedicata alla formazione di giovani giornalisti e alla preparazione specifica di tecnici ed operatori. I programmi radio riguardano: l’educazione familiare, lotta all’Aids, salute.
In Brasile, invece, nello Stato del Paranà, il progetto presentato dal vescovo di Ponta de Pedras ha come obiettivo quello di “mutare la situazione socio–economica delle famiglie migliorando la vita degli abitanti poveri’. Nell’area ci sono grosse difficoltà orografiche e mediante le trasmissioni radio si desidera raggiungere le località più ‘enclave’ della regione per educare e formare la popolazione nei settori come l’organizzazione comunitaria; nei progetti generatori di reddito; nell’alfabetizzazione; nella sensibilizzazione alle campagne di vaccinazione e di prevenzione delle malattie. 
In Camerun, nel 2003, sono stati avviati corsi di taglio e cucito, di falegnameria e agricoltura in zone svantaggiate. Alla fine di ogni corso ad ogni ragazzo e ragazza è stato fornito un kit professionale per iniziare l’attività in proprio. I Guiziga, la popolazione di questa zona,  un tempo cacciatori, oggi sono agricoltori, ma coltivano con mezzi assolutamente primitivi, a mano. Con questo progetto si vuole sviluppare un’agricoltura più moderna e meccanizzata ed aprire ai giovani nuove prospettive. Questo dovrebbe servire anche a sviluppare nei giovani la coscienza e la volontà di migliorare la loro vita e il loro ambiente, sviluppando anche il senso di appartenenza al villaggio. Un centro per la cura dell’ulcera di Buruli, inoltre, è stato realizzato in Costa D’Avorio. Il Buruli è una malattia della pelle, simile alla lebbra, che richiede una cura dai 6 mesi ai 3 anni. E’ stato avviato un Centro per la cura di questa malattia dove si accolgono un centinaio di degenti, soprattutto bambini. In seguito alla guerra il Centro è stato bombardato e saccheggiato. Ci si è dovuti spostare in un centro più lontano dalla capitale e provvedere all’allacciamento della corrente elettrica, senza la quale il centro non potrebbe funzionare
L’Avvio di cooperative musicali con relativa formazione di  musicisti, compositori e direttori nella Repubblica Democratica del Congo è l’obiettivo promosso e realizzato al fine di qualificare un certo numero di giovani con talento musicale, in vista di una loro occupazione futura. Si prevedono tre tappe: programmazione, selezione dei candidati (un centinaio) 3 loro formazione. Alla fine concorso per 10 migliori composizioni e premiazione dei  migliori. Sempre nella Repubblica democratica del Congo è stata compiuta una vasta opera di sensibilizzazione sul tema dell’aids con incontri formativi e seminari interessando la popolazione, genitori, insegnanti, giovani e fanciulli.

Un capitolo a parte è poi quello degli aiuti umanitari a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali e guerre di ogni genere. La Presidenza della Cei, attraverso i fondi derivanti dall’Otto per mille e alla conseguente erogazione degli stessi alla quale ha provveduto il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo, ha fornito un aiuto concreto a quanti, in diverse aree del mondo.