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Prolusione del Card. Angelo Bagnasco al Consiglio Episcopale Permanente - Roma, 26/29 marzo 2012


Venerati e cari confratelli, 

ci siamo posti con la preghiera alla presenza del Signore, dando in tal modo avvio ai lavori della sessione primaverile del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Lo sforzo sarà di armonizzare il nostro cuore a quello di Cristo: solo una simile tensione infatti è radice e garanzia di ogni esercizio di discernimento ecclesiale. Consentite tuttavia che già in apertura io ringrazi il Santo Padre per avermi voluto confermare – per i prossimi cinque anni – alla presidenza della CEI: desidero farlo, rinnovando anzitutto dinanzi a voi il mio impegno a servizio della coesione dei Vescovi del nostro Paese e per l’efficacia del nostro collegiale ministero in comunione con il Successore di Pietro, Pastore universale e Primate d’Italia. Così come confermo la mia gratitudine ai singoli Vescovi e alla Conferenza tutta per la fraterna amicizia e la cordiale comprensione di questi anni. Più in generale, sento che dobbiamo ringraziare Benedetto XVI per la sapienza del suo magistero e la mansuetudine con cui esercita la potestà petrina, offrendo a noi e al mondo intero l’esempio che viene dal Vangelo. Nell’impresa apostolica a cui in questi giorni si sta dedicando – pellegrino in Messico e a Cuba – va la fervida preghiera nostra e delle nostre comunità. In pari tempo, porgiamo le nostre felicitazioni all’Arcivescovo di Firenze, e già Segretario Generale della nostra Conferenza, Giuseppe Betori, per la sua elevazione al Cardinalato.
Fin dall’inizio vogliamo esprimere la nostra vicinanza ai connazionali che si trovano ancora – in diversi Paesi e per diverse congiunture – sotto sequestro, affinché quanto prima siano lasciati liberi di tornare sani alle loro famiglie. Così come, nella preghiera, porgiamo le più sentite condoglianze ai familiari dell’ingegner Franco Lamolinara e del sergente Michele Silvestri, che hanno perso la vita in circostanze drammatiche. A tutti i volontari e a tutti missionari sparsi per il mondo vanno la nostra ammirazione e la nostra partecipe solidarietà. (...)
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