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bellezza 
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Luned́ 5 Gennaio 2015
Il Segretario generale al Convegno vocazionale
Un'impegnativa
bellezza   versione testuale
“Cosa vede chi mi incontra, cosa vede chi mi sente parlare, cosa vede chi mi osserva agire? Davvero dai miei gesti e dalle mie scelte, anche da quelle più comuni – il modo di vestire, di spendere il tempo e di impegnare il mio denaro – si percepisce la sensatezza e la bellezza di quello che dico?”.
Gli interrogativi, posti lunedì 5 gennaio da Mons. Nunzio Galantino nella celebrazione conclusiva del Convegno promosso a Roma dall’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni, suonano come un mandato impegnativo.
Il Segretario generale ha ripercorso la pagina evangelica valorizzando le figure di Filippo e di Natanaele nel loro rispettivo coinvolgersi nell’incontro con il Cristo: la testimonianza del primo – che poteva dire “Vieni e vedi” – e la storia fatta di ricerca e di disponibilità a fidarsi, che ha contraddistinto il secondo.
Mons. Galantino, riprendendo il tema stesso della tre giorni di Convegno (È bello con te. Vocazioni e santità: toccati dalla bellezza), ha messo in guardia dal rischio di “confondere la Bellezza dalla quale dobbiamo lasciarci raggiungere e toccare con vuoti estetismi, fatti di apparenza inconcludente, di tradizioni che niente hanno a che fare con la vita vera della Chiesa e che sono portatrici solo di fisime a buon mercato; vuoti estetismi con i quali si pensa di coprire mancanza di equilibrio interiore e di ricchezza umana”.
È la stessa ricchezza di umanità – ha sottolineato – che “la Chiesa vuole aiutare a rimettere al centro e a coniugare nel prossimo Convegno ecclesiale di Firenze per il quale siamo invitati a lavorare e a pregare fin d’ora”.

In allegato, il testo integrale dell’omelia di Mons. Galantino.