A Catania, sant’Euplo, martire: secondo la tradizione, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, fu gettato in carcere dal governatore Calvisiano perché trovato con il libro dei Vangeli tra le mani; interrogato più volte, fu battuto a morte per aver risposto di serbare con vanto il Vangelo nel suo cuore.
A Nicomedia, nell’odierna Turchia, santi Aniceto e Fozio, martiri.
A Killala in Irlanda, san Muredach, vescovo.
Sempre in Irlanda, in una cella che porta il suo nome, santa Lelia, vergine.
A Brescia, sant’Ercolano, vescovo.
Nell’isola di Lérins nella Provenza in Francia, santi martiri Porcario, abate, e molti altri monaci, che si tramanda siano stati uccisi dai Saraceni.
A Ruthin nel Galles settentrionale, beato Carlo Meehan, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, irlandese di origine, fu arrestato mentre era in viaggio attraverso questa regione verso la patria e, condannato a morte per essere entrato nei domini del re Carlo II, ottenne la palma del martirio subendo l’impiccagione e lo sventramento.
A Roma, beato Innocenzo XI, papa, che resse saggiamente la Chiesa, sebbene provato da forti dolori e tribolazioni.
In una sordida galera al largo di Rochefort in Francia, beato Pietro Jarrige de la Morélie de Puyredon, sacerdote, che durante la persecuzione contro la Chiesa morì per Cristo, esposto lungamente alla cocente violenza del sole.
Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, santi martiri Giacomo Do Mai Nam, sacerdote, Antonio Nguy n Dich, contadino, e Michele Nguy n Huy My, medico, decapitati per Cristo dopo atroci supplizi sotto l’imperatore Minh Mang.
Nella cittadina di Hornachuelos vicino a Córdova in Spagna, beata Vittoria Díez y Bustos de Molina, vergine e martire, che, insegnante nell’Istituto Teresiano, allo scoppio delle ostilità contro la Chiesa, confessò la sua fede cristiana e subì il martirio, mentre esortava gli altri a fare altrettanto.
A Valmoran presso Madrid sempre in Spagna, beato Flavio (Atilano) Argüeso González, religioso dell’Ordine di San Giovanni di Dio e martire, che nella medesima persecuzione fu ucciso in odio alla fede.
A Barbastro vicino a Huesca nell’Aragona in Spagna, beati Sebastiano Calvo Martínez, sacerdote e cinque compagni, martiri, che, religiosi della Congregazione dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria, ancora nella stessa persecuzione portarono a termine il glorioso combattimento.
I loro nomi sono: beati Pietro Cunill Padrós, Giuseppe Pavón Bueno, Nicasio Sierra Ucar, sacerdoti; Venceslao Clarís Vilaregut, suddiacono, e Gregorio Chirivás Lacambra, religioso.
A Tarragona sempre in Spagna, beato Antonio Perulles Estívill, sacerdote della Società dei Sacerdoti Operai Diocesani e martire, che ancora nella stessa persecuzione consumò sulla strada il suo martirio.
A Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beati Floriano Stepniak, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, e Giuseppe Straszewski, sacerdoti e martiri, che, al tempo dell’invasione della Polonia durante la guerra, morirono nel campo di prigionia in una camera a gas.
In località Planegg vicino a Monaco di Baviera, beato Carlo Leisner, sacerdote e martire, che, ancora diacono, fu deportato in un carcere per la sua pubblica professione di fede e l’assiduo servizio reso alle anime e, ordinato sacerdote nel campo di prigionia di Dachau, tornato in libertà, morì per le torture patite durante la detenzione.