Ad Alessandria d’Egitto, sant’Epimachio di Pelusio, martire, che, come si tramanda, durante la persecuzione dell’imperatore Decio, vedendo che il prefetto costringeva i cristiani a sacrificare agli idoli, tentò di rovesciare l’altare e fu per questo arrestato, torturato e, infine, decapitato con la spada.
A Fosses nel Brabante, nel territorio dell’odierno Belgio, san Foillano, sacerdote e abate, che, di origine irlandese, fu fratello e compagno di san Furséo e, sempre fedele alle norme monastiche della sua patria, fondò a Fosses e a Nivelles due monasteri, l’uno maschile e l’altro femminile, e fu ucciso da alcuni briganti mentre si recava in visita dall’uno all’altro.
A Ratisbona nella Baviera, in Germania, san Volfango, vescovo, che, dopo aver svolto l’ufficio di maestro di scuola e aver fatto professione di vita monastica, elevato alla sede episcopale, ristabilì la disciplina del clero e morì umilmente mentre era in visita nel territorio di Pupping.
A Cahors in Aquitania, ora in Francia, beato Cristoforo di Romagna, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, mandato da san Francesco, morì centenario dopo molte fatiche intraprese per la salvezza delle anime.
A Rieti, beato Tommaso da Firenze Bellaci, religioso dell’Ordine dei Minori, che, partito per la Terra Santa e l’Etiopia, patì il carcere e le torture per Cristo da parte degli infedeli e, tornato infine in patria, riposò in pace quasi centenario.
A Youghall in Irlanda, beato Domenico Collins, religioso della Compagnia di Gesù e martire, che, a lungo detenuto e ripetutamente interrogato e sottoposto a tortura, professò con fermezza la sua fede cattolica e portò per questo a termine il suo martirio con l’impiccagione.
Nell’isola di Palma di Maiorca, sant’Alfonso Rodríguez, che, perduti la moglie, i figli e tutti i suoi beni, fu accolto come religioso nella Compagnia di Gesù, dove svolse per molti anni la mansione di portinaio nel Collegio, divenendo un esempio di umiltà, obbedienza e costanza nel sacrificio.
Nella cittadina di Piotrków Kujawski in Polonia, beato Leone Nowakowski, sacerdote e martire, che, durante l’occupazione militare della Polonia, fu fucilato per aver difeso strenuamente la fede davanti al regime nemico di Dio.