Nell’Illirico, nell’odierna Croazia, sant’Ursicino, martire.
Ad Apamea in Siria, san Marcello, vescovo e martire, ucciso dalla furia dei pagani per aver abbattuto un tempio dedicato a Giove.
A Roma, sant’Eusebio, fondatore della basilica del suo titolo sul colle Esquilino.
A Ross in Irlanda, san Fachanano, vescovo e abate, che fondò in questo luogo un monastero, celebre per l’insegnamento delle scienze sacre e umane.
Ad Altenburg nelle Fiandre, ora in Germania, transito di sant’Arnolfo, vescovo di Soissons, che da soldato si fece monaco e, eletto poi vescovo, si adoperò per la pace e la concordia, morendo, infine, nel monastero da lui stesso fondato.
Vicino a Montebaroccio nelle Marche, beato Sante da Urbino Brancorsini, fratello laico dell’Ordine dei Minori.
A Otranto in Puglia, circa ottocento beati martiri, che, incalzati dall’assalto dei soldati Ottomani a rinnegare la fede, furono esortati dal beato Antonio Primaldo, anziano tessitore, a perseverare in Cristo e ottennero così con la decapitazione la corona del martirio.
A Nagasaki in Giappone, santi martiri Domenico Ibáñez de Erquicia, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, e Francesco Shoyemon, novizio nel medesimo Ordine e catechista, uccisi in odio al nome di Cristo sotto il comandante supremo Tokugawa Yemitsu.
A Coriano in Romagna, beata Elisabetta Renzi, vergine, che, fondatrice delle Maestre Pie della Vergine Addolorata, si adoperò con tutte le forze perché le ragazze povere ricevessero una formazione umana e catechistica nelle scuole.
Nel villaggio di Picassent nel territorio di Valencia in Spagna, beato Vincenzo Rubiols Castellò, sacerdote e martire, che durante la persecuzione testimoniò con il martirio la sua fede in Cristo.
In località El Saler vicino a Valencia sempre in Spagna, beato Felice Yuste Cava, sacerdote e martire, che per la sua coraggiosa fedeltà ricevette dal Signore il premio della vita eterna.