A Cesarea in Cappadocia, nell’odierna Turchia, deposizione di san Basilio, vescovo, la cui memoria si celebra domani.
In Campania e in Abruzzo, commemorazione di san Giustino, celebrato come vescovo, insigne per zelo e per la difesa dei cristiani.
A Roma, sant’Almachio, che, opponendosi agli spettacoli gladiatori, per ordine del prefetto di Roma Alipio fu ucciso dai gladiatori stessi e così ascritto tra i martiri vittoriosi.
In un villaggio della Gallia lugdunense, presso il massiccio del Giura, in Francia, commemorazione di sant’Eugendo, abate di Condat: vissuto in monastero fin dalla fanciullezza, si dedicò con grande impegno alla promozione della vita monastica.
A Ruspe, nel territorio bizaceno, nell’odierna Tunisia, san Fulgenzio, vescovo, che, dopo essere stato procuratore di quel territorio, si fece monaco; diventato poi vescovo, molto patì sotto la persecuzione dei Vandali ad opera degli ariani e per due volte fu relegato in Sardegna dal re Trasamundo; restituito finalmente al suo popolo, lo nutrì fedelmente per i restanti anni della sua vita con la parola di verità e di grazia.
A Vienne in Burgundia, nell’odierna Francia, san Chiaro, abate del monastero di San Marcello, che lasciò ai suoi monaci un esempio di perfetta vita religiosa.
A Troyes nel territorio della Neustria, nell’odierna Francia, san Frodoberto, fondatore e primo abate del monastero di Moutier-la-Celle.
Nel monastero di Fécamp in Normandia, transito di san Guglielmo, abate di San Benigno di Digione, che negli ultimi anni della sua vita governò con fermezza e prudenza i suoi moltissimi monaci distribuiti in quaranta monasteri.
Presso Sauvigny in Borgogna, nell’odierna Francia, transito di sant’Odilone, abate di Cluny, che, severo con se stesso, ma mite e misericordioso con gli altri, pacificò in nome di Dio popoli belligeranti, in tempo di fame sostenne con ogni mezzo gli afflitti e per primo istituì nei suoi monasteri la commemorazione di tutti i fedeli defunti il giorno dopo la festa di Tutti i Santi.
A Jablonné in Boemia, santa Zdisláva, madre di famiglia, che fu di grande conforto agli afflitti.
A Gualdo Cattaneo in Umbria, beato Ugolino, che condusse vita eremitica.
A Roma, san Giuseppe Maria Tomasi, sacerdote dell’Ordine dei Chierici regolari, detti Teatini, e cardinale: nell’ardente desiderio di rinnovare il culto divino, passò quasi tutta la sua vita a ricercare e pubblicare antichi testi e documenti della sacra Liturgia e si adoperò nel catechizzare i fanciulli.
A Roma, san Vincenzo Maria Strambi, vescovo di Macerata e di Tolentino, della Congregazione della Passione, che governò santamente le diocesi a lui affidate e a motivo della sua fedeltà verso il Romano Pontefice patì l’esilio.
Ad Hasselt vicino a Tongeren in Belgio, beato Valentino Paquay, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che nella preghiera, nel ministero della riconciliazione e nella devozione del Rosario offrì un mirabile esempio di carità cristiana, raggiungendo, in spirito di umiltà, dalle minime cose altezze sublimi.
A Leopoli in Ucraína, san Sigismondo Gorazdowski, sacerdote: di origine polacca, fu insigne per pietà verso il prossimo e pioniere di attività per la difesa della vita; fondò la Congregazione delle Suore di San Giuseppe, adoperandosi con ogni mezzo per il bene dei poveri e dei bisognosi.
Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beato Mariano Konopiński, sacerdote e martire: polacco di nascita, offrì la sua vita per Cristo Signore patendo dai medici crudeli atrocità.