A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Zenone, martire.
A Nicea sempre in Bitinia, passione di santa Teódota con i figli Evódio, Ermógene e Callisto.
A Edessa nell’antica Siria, sant’Abib, diacono e martire, che, sotto l’imperatore Licinio, concluse il suo glorioso combattimento condannato al rogo dal governatore Lisania.
Ad Apamea in Siria, sant’Antonino, martire, che, scalpellino, si tramanda sia stato ucciso a vent’anni dai pagani per avere abbattuto, a motivo della sua ardente fede, i loro idoli.
A Tarragona in Spagna, san Prospero, vescovo.
A Lione in Francia, deposizione di san Giusto, vescovo, che, lasciato l’episcopato dopo il Concilio di Aquileia, si ritirò insieme al lettore Viatore in un eremo in Egitto, dove condusse per alcuni anni umile vita in compagnia dei monaci; il suo santo corpo insieme alle ossa di san Viatore fu poi traslato a Lione.
Sul monte Soratte sulla via Flaminia nel Lazio, san Nonnoso, abate.
A Autun in Borgogna, ora in Francia, san Siagrio, vescovo, che nei concili ai quali prese parte rifulse per scienza e zelo.
Ad Avignone in Provenza, sant’Agricola, vescovo, che, dopo aver condotto vita monastica nell’isola di Lérins, fu di aiuto a san Magno, suo padre, e gli succedette nell’episcopato.
A Pontida in provincia di Bergamo, santi Alberto e Vito, monaci, dei quali il primo antepose alle armi e agli onori del mondo il servizio a Cristo e fondò nella sua città un monastero amprontato alle consuetudini cluniacensi, che il secondo governò.
Sul monte Carmelo in Palestina presso la fonte di Elia, beato Brocardo, priore degli eremiti ai quali sant’Alberto, vescovo di Gerusalemme, diede come regola di vita che meditassero giorno e notte la legge del Signore e fossero vigili nella preghiera.
A Skänninge in Svezia, beata Ingrid Elofsdotter, che, rimasta vedova, consacrò tutti i suoi beni alla gloria di Dio e dopo un pellegrinaggio in Terra Santa vestì l’abito delle monache dell’Ordine dei Predicatori.
A Parigi in Francia, passione dei beati martiri Giovanni Maria du Lau d’Allemans, Francesco Giuseppe e Pietro Ludovico de la Rochefoucauld, vescovi, e novantatrè compagni, chierici o religiosi, che, radunati nel convento dei Carmelitani, furono trucidati per Cristo in odio alla religione per essersi rifiutati di prestare l’empio giuramento imposto al clero durante la rivoluzione francese.
I loro nomi sono: beati Vincenzo Abraham, Andrea Angar, Giovanni Battista Claudio Aubert, Francesco Balmain, Giovanni Pietro Bangue, Ludovico Francesco Andrea Barret, Giuseppe Bécavin, Giacomo Giulio Bonnaud, Giovanni Antonio Giacinto Boucharène de Chaumeils, Giovanni Francesco Bosquet, Claudio Cayx o Dumas, Giovanni Charton de Millon, Claudio Chaudet, Nicola Clairet, Claudio Colin, Francesco Dardan, Guglielmo Antonio Delfaut, Maturino Vittore Deruelle, Gabriele Desprez de Roche, Tommaso Nicola Dubray, Tommaso Renato Dubuisson, Francesco Dumasrambaud de Calandelle, Enrico Ippolito Ermès, Armando de Foucauld de Pontbriand, Giacomo Friteyre-Durvé, Claudio Francesco Gagnières des Granges, Ludovico Lorenzo Gaultier, Giovanni Goizet, Andrea Grasset de Saint-Sauveur, Giovanni Antonio Guilleminet, Giovanni Battista Jannin, Giovanni Lacan, Pietro Landry, Claudio Antonio Rodolfo de Laporte, Roberto le Bis, Maturino Nicola Le Bous de Villeneuve de la Villecrohain, Oliviero Lefèvre, Carlo Francesco Legué, Giacomo Giuseppe Lejardiniere Deslandes, Giacomo Giovanni Lemeunierre, Vincenzo Giuseppe le Rousseau de Rosencoat, Francesco Cesare Londiveau, Ludovico Longuet, Giacomo Francesco de Lubersac, Gaspare Claudio Maignien, Giovanni Filippo Marchand, Ludovico Mauduit, Francesco Ludovico Méallet de Fargues, Giacomo Alessandro Menuret, Giovanni Battista Nativelle, Renato Nativelle, Mattia Agostino Nogier, Giuseppe Tommaso Pazery de Thorame, Giulio Onorato Cipriano Pazery de Thorame, Pietro Francesco Pazery de Thorame, Pietro Ploquin, Renato Nicola Poret, Giuliano Poulain-Delaunay, Giovanni Roberto Quéneau, Francesco Urbano Salins de Niart, Giovanni Enrico Ludovico Samson, Giovanni Antonio de Savine, Giovanni Antonio Barnaba Séguin, Giovanni Battista Maria Tessier, Lupo Tommaso o Bonnotte, Francesco Vareilhe-Duteil, Pietro Ludovico Giuseppe Verrier; e Ludovico Barreau de la Touche, della Congregazione di San Mauro dell’Ordine di San Benedetto; Giovanni Francesco Burté, dell’Ordine dei Frati Minori; Apollinare (Giovanni Giacomo) Morel, dell’Ordien dei Frati Minori Cappuccini; Ambrogio Agostino Chevreux e Renato Giuliano Massey, dell’Ordine di San Benedetto; Bernardo Francesco de Cucsac, Giacomo Gabriele Galais, Pietro Gauguin, Pietro Michele Guérin, Giacomo Stefano Filippo Hourrier, Enrico Augusto Luzeau de la Mulonnière, Giovanni Battista Michele Ponto, Pietro Nicola Psalmon e Claudio Rousseau, della Società di San Sulpicio; Carlo Geremia Bérauld du Pérou, Francesco Ludovico Hébert e Francesco Lefranc, della Società di Gesù e Maria; Urbano Lefèvre, della Società Parigina delle Missioni all’estero; Severino (Giorgio) Girauld, del Terz’Ordine regolare di San Francesco, tutti sacerdoti; Ludovico Alessio Mattia Boubert, Stefano Francesco Deusdedit de Ravinel e Giacomo Agostino Roberto de Lézardières, diaconi; Salomone (Guglielmo Nicola Ludovico) Leclerq, religioso delle Scuole Cristiane; Augusto Nézel, chierico, e Carlo Regis Matteo de la Calmette.
Nello stesso luogo (Parigi), giorno e anno, beato Pietro Giacomo Maria Vitalis, sacerdote, e venti compagni44, martiri, uccisi in odio alla Chiesa nella medesima circostanza nell’abbazia di Saint-Germain-des-Prés.
I loro nomi sono: beati Daniele Ludovico André des Pommerayes, Ludovico Remigio Benoist, Ludovico Renato Nicola Benoist, Antonio Carlo Ottaviano du Bouzet, Giovanni Andrea Capeau, Armando Chapt de Rastignac, Claudio Fontaine, Pietro Ludovico Gervais, Santo Huré, Giovanni Ludovico Guyard de Saint-Clair, Alessandro Carlo Lenfant, Lorenzo, Ludovico le Danois, Tommaso Giovanni Monsaint, Francesco Giuseppe Pey, Giovanni Giuseppe Rateau, Marco Ludovico Royer, Giovanni Pietro Simon, e Carlo Ludovico Hurtrel, dell’Ordine dei Minimi, tutti sacerdoti, e Ludovico Beniamino Hurtrel, diacono.