Ad Atene, sant’Aristide filosofo, che, insigne per fede e sapienza, indirizzò all’imperatore Adriano degli scritti sulla religione cristiana.
A Treviri nell’odierna Germania, san Paolino, vescovo e martire, che durante l’invasione ariana fu vero araldo della verità e nel Sinodo di Arles, convocato dall’imperatore ariano Costanzo, non si lasciò indurre né da minacce né da adulazioni a condannare sant’Atanasio e a desistere dalla retta fede; per questo fu relegato in Frigia, nell’odierna Turchia, dove dopo cinque anni portò a compimento in esilio il suo martirio.
A Lindisfarne nella Northumbria, in Inghilterra, sant’Aidano, vescovo e abate, che, uomo di somma mansuetudine, pietà e rettitudine di governo, dal monastero di Iona fu chiamato dal re sant’Osvaldo a questa sede episcopale, dove fondò un monastero per attendere efficacemente all’evangelizzazione del regno.
A Cardona in Catalogna, san Raimondo Nonnato, che fu tra i primi compagni di san Pietro Nolasco nell’Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede e si tramanda che abbia molto patito in nome di Cristo per la liberazione dei prigionieri.
Nell’eremo di Vallucola in Toscana, beato Andrea da Borgo Sansepolcro, sacerdote dell’Ordine dei Servi di Maria, dedito alle penitenze e alla contemplazione.
Ad Almería in Spagna, beati Edmigio (Isidoro) Primo Rodríguez, Amalio (Giusto) Zariquiegui Mendoza e Valerio Bernardo (Marciano) Herrero Martínez, martiri, che, fratelli delle Scuole Cristiane, durante la persecuzione furono uccisi in odio alla fede.