A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, santi Fozio, Archelao, Quirino e altri diciassette, martiri.
A Treviri nella Renania in Austrasia, oggi Germania, san Basíno, vescovo, che, nato dai duchi del regno di Austrasia, divenne dapprima monaco, poi abate di San Massimino di Treviri e, elevato infine alla sede episcopale della città, consentì la fondazione del monastero di santa Irmina ad Echternach in Lussemburgo.
A Comacchio in Romagna, sant’Appiano, monaco, che, inviato dal monastero di Pavia, condusse in questa cittadina vita eremitica.
Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, san Pietro, che, dopo aver seguito fin da giovane la vita monastica, fu eletto vescovo di Policastro, ma, stanco del clamore della vita mondana, ritornò in monastero, dove, divenuto abate, rinnovò mirabilmente la disciplina.
A Chambery in Savoia, nell’odierna Francia, beato Umberto, terzo conte di Savoia, che, pur costretto a lasciare il chiostro per occuparsi degli affari pubblici, con grande dedizione praticò la vita monastica, a cui in seguito ritornò.
A Londra in Inghilterra, beati Cristoforo Bales, sacerdote, Alessandro Blake e Nicola Horner, martiri, che durante la persecuzione al tempo della regina Elisabetta I ricevettero insieme la corona della gloria.
Nel cenobio di Saint-Sauveur-le-Vicomte nella Normandia in Francia, beata Placida (Eulalia) Viel, vergine, che si distinse nel reggere con impegno e umiltà la Congregazione delle Scuole Cristiane della Misericordia.
A Vicenza, beato Giovanni Antonio Farina, vescovo, che in vari modi si adoperò nell’azione pastorale e fondò l’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori per provvedere all’educazione delle ragazze povere e a tutti gli afflitti e gli emarginati.
Nella cittadina di Berezwecz presso la città di Glebokie in Polonia, beati Miecislao Bohatkiewicz, Ladislao Mackowiak e Stanislao Pyrtek, sacerdoti e martiri, che, in tempo di guerra, per la loro fede in Cristo furono gettati in carcere e fucilati.