A Fermo nelle Marche, santa Sofia, vergine e martire.
A Roma nel cimitero di Pretestato sulla via Appia, san Quirino, martire, che, tribuno, coronò con il martirio la sua testimonianza di fede.
A Saintes nella regione dell’Aquitania, in Francia, sant’Eutropio, primo vescovo di questa città, che si dice sia stato mandato in Francia dal Romano Pontefice.
Ad Afrodisia in Caria, nell’odierna Turchia, santi Diodoro e Rodopiano, martiri, che, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, furono lapidati dai loro stessi concittadini.
A Paramythia in Epiro, nell’odierna Grecia, san Donato, vescovo, che al tempo dell’imperatore Teodosio rifulse di insigne santità.
A Novara, san Lorenzo, sacerdote e martire, che aveva costruito un sacro fonte nel quale battezzava i piccoli di cui aveva curato l’istruzione; un giorno, dopo aver portato una grande folla di bambini a Dio mediante il battesimo, per mano di alcuni malvagi trovò il martirio insieme ai fanciulli da lui appena battezzati.
A Forlì, san Mercuriale, vescovo, che si ritiene abbia istituito la sede episcopale in questa città.
A Napoli, san Pomponio, vescovo, che costruì all’interno della città una chiesa dedicata al Nome di Maria Madre di Dio e durante l’occupazione dei Goti difese dall’eresia ariana il popolo a lui affidato.
A Roma, beato Pietro Levita, che, monaco sul Celio, per mandato del papa san Gregorio Magno, amministrò con saggezza il patrimonio della Chiesa di Roma e, ordinato diacono, servì con fedeltà il pontefice.
A Viviers lungo il Rodano nel territorio della Neustria, in Francia, sant’Áugulo, vescovo, che si ritiene abbia aperto in questa città il primo ospedale e liberato molti schiavi.
A Barking in Inghilterra, transito di sant’Erconvaldo, vescovo, che fondò due monasteri, l’uno maschile, da lui stesso governato, l’altro femminile, guidato da sua sorella santa Etelburga.
A Verona, san Gualfardo, che, sellaio originario della Germania, dopo moltissimi anni passati in solitudine fu accolto in questa città dai monaci di San Salvatore.
A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi martiri Amatore, sacerdote, Pietro, monaco, e Ludovico, che, durante la persecuzione dei Mori, furono crudelmente uccisi per non aver smesso di predicare apertamente il Vangelo di Cristo.
A Vernon-sur-Seine in Francia, sant’Adiutore, che, fatto prigioniero in guerra, fu torturato per la sua fede e, tornato in patria, si ritirò in una cella conducendo una vita di penitenza.
A Newcastle-on-Tyne in Inghilterra, beato Guglielmo Southerne, sacerdote e martire, che, compiuti gli studi in Lituania, Spagna e a Douai, dopo essere stato ordinato sacerdote, si recò in Inghilterra e per questo fu condannato sotto il re Giacomo I all’atroce supplizio dell’impiccagione.
A Fossombrone nelle Marche, beato Benedetto da Urbino, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che fu compagno di san Lorenzo da Brindisi nella predicazione tra gli hussiti e i luterani.
Nel Québec in Canada, beata Maria dell’Incarnazione Guyart Martin, che, madre di famiglia, dopo la morte del marito affidò il figlioletto alle cure della sorella e, fatta la professione religiosa tra le Orsoline, aprì una loro casa in Canada, compiendo molte opere insigni.
A Chieri presso Torino, san Giuseppe Benedetto Cottolengo, sacerdote, che, confidando nel solo aiuto della divina Provvidenza, aprì una casa in cui si adoperò nell’accoglienza di poveri, infermi ed emarginati di ogni genere.
Nel villaggio di An Bái nel Tonchino, ora Viet Nam, san Giuseppe Tuan, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, arrestato su delazione per aver amministrato i sacramenti alla madre inferma, fu condannato alla decapitazione sotto l’imperatore Tu Duc.
A Paderborn in Germania, beata Paolina von Mallinckrodt, vergine, che fondò le Suore della Carità Cristiana, dedicandosi all’istruzione dei fanciulli poveri e ciechi e all’assistenza ai malati e ai bisognosi.