Mercoledì delle Ceneri

Dal Sussidio CEI - Quaresima 2016, a cura dell'Ufficio Liturgico Nazionale

Tu ami tutte le creature, Signore,
e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni,
perché tu sei il Signore nostro Dio.
Antifona d’ingresso (Sap 11, 24-25.27)

 
 
Papa Francesco nel suo Messaggio per la Quaresima 2016 invita la Chiesa ad iniziare con il mercoledì delle ceneri un tempo di liberazione:
 
Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia
 
Con le concrete opere di misericordia corporale, noi tocchiamo “la carne di Cristo nei fratelli”; ancor di più, tocchiamo l’umanità peccatrice che è in noi tramite le opere di misericordia spirituale (consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare). Questo permette a noi di ridurre “quell’eterno abisso di solitudine che è l’inferno”. Quaranta giorni effettivi – escludendo dal conto le domeniche –  di sobrietà nel cibo, preghiera ed elemosina si aprono con questa liturgia semplice ed insieme impressionante. Prendendo la posizione dei catecumeni e dei penitenti, la Chiesa tutta si prepara a rinnovare “la prima Pasqua nel Battesimo” (Messale, rito per l’aspersione domenicale dell’acqua benedetta).
 
Le ceneri
Il simbolo delle ceneri è un sacramentale antico che la Chiesa ha adottato da ritualità penitenziali diffuse, più volte citate anche nella Scrittura. Esso comporta il riconoscimento della propria fragilità e mortalità, bisognosa della misericordia di Dio (Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai), e la disponibilità ad assumere un cuore penitente (Convertitevi e credete al Vangelo). Sarebbe proficuo introdurre ed usare entrambe le formule citate per l’imposizione delle ceneri stesse. Queste sono tratte dalla combustione dei rami di ulivo dell’anno precedente, uso che ne ricorda il legame tutto pasquale.
 
L’imposizione è prevista solo per questo giorno – e mai nel contesto della messa domenicale – al posto dell’atto penitenziale: la celebrazione dell’Eucaristia o della liturgia della Parola, dopo il saluto liturgico e la monizione, prevede subito l’orazione di Colletta propria. Conclusa la preghiera dei fedeli, il ministro cosparge se stesso in silenzio se è solo, o si lascia cospargere dal concelebrante, quindi procede con l’imposizione a tutta l’assemblea. Si ricorda che il gesto è di “imposizione sul capo”, dunque deve essere in un certo modo visibile e percepibile, non esagerato ma neppure impercettibile. Perché il rito possa emergere nella sua profondità non si aggiungano altri gesti o sottolineature.
La celebrazione può essere ripetuta più volte durante il giorno, anche in oratori o luoghi di culto diversi per la miglior partecipazione dei credenti impegnati nel lavoro.

Lo spazio liturgico e le parole
Il linguaggio del contesto liturgico permette di comunicare senza aggiunge verbali al rituale già ricco di questo giorno. Siano valorizzati la croce, l’ambone, l’altare. Si potrebbe rendere evidente il legame delle ceneri con i rami di ulivo da cui sono state tratte, con una citazione nella decorazione.
Si abbia cura di comporre prima le brevi monizioni, da offrire prima del canto d’inizio o dopo il saluto liturgico o, ancora, prima del segno delle ceneri.
 
prima del canto d’inizio o dopo il saluto liturgico
Iniziamo con questo giorno la Quaresima, un tempo favorevole di purificazione e ricerca. Come il Gesù nel deserto, il popolo liberato dal Faraone ed Elia verso il monte di Dio, così anche la Chiesa intraprende questo percorso di digiuno, preghiera e carità. Oggi non è proposto il consueto atto penitenziale, sostituito dall’antico rito delle Ceneri.
Si omette l’atto penitenziale, perché è sostituito dal rito di imposizione delle ceneri.
 
Prima del rito delle ceneri
Imporre la cenere è un antico segno di speranza ed impegno. Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai, diremo: l’umano è fragile. Convertitevi e credete al Vangelo, questa nostra povertà è però amata e sollecitata con misericordia dal Signore.
 
Tra gli avvisi, sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe richiamare l’opportunità di preparare e celebrare il sacramento della Riconciliazione, in particolare nel tempo del Giubileo. Si suggerisce in merito la convenienza di lasciare a disposizione o divulgare buone schede catechistiche che ne richiamino il valore. Ci si può ispirare al Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1440-1498 o ai sussidi offerti per il Giubileo.
Si può adottare la benedizione solenne per la Quaresima (Messale romano p. 431).

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