“Quella grande pietra, fatta rotolare perché sigillasse per sempre le viscere della terra, ci procura un brivido, quasi una sentenza perentoria e inappellabile. Quella pietra tombale rappresenta il peso e la durezza della insensibilità del mondo davanti alla luce: Dio è venuto nel tempo per illuminarlo con il suo amore, per liberare la libertà malata degli uomini. Ed è stato sepolto sotto ad una grande pietra”.
Nella notte di Pasqua il Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova e Presidente della CEI, ha aggiunto: “La storia non è mai finita, si ripete cambiando modalità e tempi, ma rimane uguale per alcuni aspetti di fondo. Perché questo? Non potrà mai esserci un effettivo crescere del bene, della vera civiltà, di una umanità nuova e migliore? Siamo condannati ad un eterno e pesante ritorno delle cose? A rimanere sempre uguali, impossibilitati di vedere un mondo nuovo?”
(Nella foto, Resurrezione di Francesco Fontebasso, Trento)