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mercoledì 13 Ottobre 2021

Ufficio delle letture

MERCOLEDI' - XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - IV SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO

Cristo, sapienza eterna,
donaci di gustare
la tua dolce amicizia.
Angelo del consiglio,
guida e proteggi il popolo
che spera nel tuo nome.
Sii tu la nostra forza,
la roccia che ci salva
dagli assalti del male.
A te la gloria e il regno,
la potenza e l’onore,
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Benedici il Signore, anima mia,
          non dimenticare tanti suoi benefici.
SALMO 102    Inno alla misericordia di Dio

Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne
a visitarci dall’alto un sole che sorge
(cfr. Lc 1, 78).
I    (1-7)
Benedici il Signore, anima mia, *
   quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, *
   non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe, *
   guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, *
   ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni *
   e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia *
   e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, *
   ai figli d'Israele le sue opere.
1 ant.
Benedici il Signore, anima mia,
          non dimenticare tanti suoi benefici.
2 ant.
Come il padre ama i suoi figli,
          il Signore ha pietà di chi lo teme.
II    (8-16)
Buono e pietoso è il Signore, *
   lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare *
   e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, *
   non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, *
   così è grande la sua misericordia
      su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente, *
   così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, *
   così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, *
   ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo, *
   come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste *
   e il suo posto non lo riconosce.
2 ant.
Come il padre ama i suoi figli,
          il Signore ha pietà di chi lo teme.
3 ant.
Benedite il Signore,
          voi tutte opere sue.
III    (17-22)
La grazia del Signore è da sempre, *
   dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli, †
   per quanti custodiscono la sua alleanza *
   e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono *
   e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, †
   potenti esecutori dei suoi comandi, *
   pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, *
   suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, †
   in ogni luogo del suo dominio. *
   Benedici il Signore, anima mia.
3 ant.
Benedite il Signore,
          voi tutte opere sue.
V.
Fammi capire i tuoi insegnamenti:

R.
mediterò i tuoi prodigi, Signore.
PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Zaccaria
3, 1 - 4, 14

Promessa al principe Zorobabele
e a Giosuè sommo sacerdote

     Il Signore mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all'angelo del Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo. L'angelo del Signore disse a satana: «Ti rimprovera il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è eletto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco?». Giosuè infatti era rivestito di vesti immonde e stava in piedi davanti all'angelo, il quale prese a dire a coloro che gli stavano intorno: «Toglietegli quelle vesti immonde». Poi disse a Giosuè: «Ecco, io ti tolgo di dosso il peccato; fatti rivestire di abiti da festa». Poi soggiunse: «Mettetegli sul capo un diadema mondo». E gli misero un diadema mondo sul capo, lo rivestirono di candide vesti alla presenza dell'angelo del Signore. Poi l'angelo del Signore dichiarò a Giosuè: «Dice il Signore degli eserciti: Se camminerai nelle mie vie e osserverai le mie leggi, tu avrai il governo della mia casa, sarai il custode dei miei atri e ti darò accesso fra questi che stanno qui. Ascolta dunque, Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi compagni che siedono davanti a te, poiché essi servono da presagio: ecco, io manderò il mio servo Germoglio. Ecco la pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su quest'unica pietra; io stesso inciderò la mia iscrizione - oracolo del Signore degli eserciti - e rimuoverò in un sol giorno l'iniquità da questo paese. In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico».
     L'angelo che mi parlava venne a destarmi, come si desta uno dal sonno, e mi disse: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo un candelabro tutto d'oro; in cima ha un recipiente con sette lucerne e sette beccucci per le lucerne. Due olivi gli stanno vicini, uno a destra e uno a sinistra». Allora domandai all'angelo che mi parlava: «Che cosa significano, signor mio, queste cose?». Egli mi rispose: «Non comprendi dunque il loro significato?». E io: «No, signor mio». Egli mi rispose: «Questa è la parola del Signore a Zorobabele: non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti! Chi sei tu, o grande monte? Davanti a Zorobabele diventa pianura! Egli estrarrà la pietra, quella del vertice, fra le acclamazioni: Quanto è bello!».
     Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Le mani di Zorobabele hanno fondato questa casa: le sue mani la compiranno e voi saprete che il Signore degli eserciti mi ha inviato a voi. Chi oserà disprezzare il giorno di così modesti inizi? Si gioirà vedendo il filo a piomobo in mano a Zorobabele. Le sette lucerne rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la terra». Quindi gli domandai: «Che significano quei due olivi a destra e a sinistra del candelabro? E quelle due ciocche d'olivo che stillano oro dentro i due canaletti d'oro?». Mi rispose: «Non comprendi dunque il significato di queste cose?». E io: «No, signor mio». «Questi, soggiunse, sono i due consacrati che assistono il dominatore di tutta la terra».
 
RESPONSORIO                           Cfr. Ap 11, 4. 3
 
R.
Questi sono i due olivi e le due lampade
*
che
stanno davanti al Signore della terra.

V.
Il Signore concederà di compiere la missione
profetica ai suoi due testimoni,

R.
che stanno davanti al Signore della terra.
SECONDA LETTURA

Dalle «Risposte a Talassio» di san Massimo il Confessore, abate
​(Risp. 63; PG 90, 667-670)
​Luce che illumina ogni uomo
     La lampada posta sul candelabro è la luce del Padre, quella vera, che illumina ogni uomo che viene al mondo (cfr. Gv 1, 9). È il Signore nostro Gesù Cristo che, prendendo da noi la nostra carne, divenne e fu chiamato lampada, cioè sapienza e parola connaturale del Padre. È questa lampada che la Chiesa di Dio mostra con fede e amore nella predicazione, e che viene tenuta alta e splende agli occhi dei popoli nella vita santa dei fedeli e nella loro condotta ispirata ai comandamenti. Essa fa luce a tutti quelli della casa, cioè a tutti gli uomini di questo mondo, e perciò la stessa divina parola dice: «Né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt 5, 15). Il Verbo chiama se stesso lucerna in quanto, essendo Dio per natura, si fece uomo per dispensare la sua luce.
     E anche il grande Davide comprese tutto questo, io penso, quando chiamò il Signore lucerna dicendo: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 118, 105). Infatti il mio salvatore e mio Dio sa disperdere le tenebre dell'ignoranza e del vizio, e anche per questo la Scrittura lo chiamò lucerna.
     Egli con la sua potenza e sapienza ha dissipato, come fa il sole, ogni nebbia di ignoranza e di vizio, e guida coloro che camminano con lui sulla via della giustizia e dei comandamenti divini.
     Chiamò lucerniere la santa Chiesa, perché in essa risplende la parola di Dio mediante la predicazione, e così, con i bagliori della verità, illumina quanti si trovano in questo mondo come in una casa, arricchendo le intelligenze con la conoscenza di Dio.
     Questa parola annunziata dalla Chiesa esige di essere posta sulla sommità del lucerniere cioè all'apice dell'onore e dell'impegno di cui la Chiesa è capace. Infatti finchè la parola è nascosta dalla lettera della legge come da un moggio, lascia tutti privi della luce eterna. Essa non può trasmettere la visione spirituale a chi non si sforzi di togliere il velo del senso materiale che trae in inganno e può addirittura fuorviare verso l'errore e la falsità. Invece va posta sul lucerniere della Chiesa. Ciò significa che la parola rivelata va intesa nel senso interiore e spirituale, spiegato dalla Chiesa stessa. Solo così potrà illuminare veramente ogni uomo che si trova nel mondo. Se infatti la Scrittura non viene intesa spiritualmente, mostra solo un significato superficiale e parziale e non può far giungere al cuore tutta la sua ricca sostanza. Guardiamoci dunque dal porre sotto il moggio la lucerna, che accendiamo con la contemplazione e la pratica coerente della parola, cioè non mortifichiamo quella sua energia potente che dà luce e conoscenza. Non riduciamo colpevolmente la indescrivibile vitalità della sapienza a causa della lettera; ma poniamo la lucerna sopra il lucerniere cioè sulla santa Chiesa, di modo che dall'alta cima di una interpretazione autentica ed esatta, mostri a tutti lo splendore delle verità divine.
 
RESPONSORIO                      Gv 12, 35. 36; 9,39

R.
Camminate mentre avete la luce, perché non vi
sorprendano le tenebre.
*
Credete nella luce, per
diventare figli della luce.

V.
Io sono venuto in questo mondo, perché coloro
che non vedono vedano.

R.
Credete nella luce, per diventare figli della luce. 
ORAZIONE
   Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, Signore, perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.