HomeLiturgia delle Ore
sabato 24 Luglio 2021

Ufficio delle letture

SABATO - XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO -  IV SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
O re d’eterna gloria,
che irradi sulla Chiesa
i doni del tuo Spirito,
assisti i tuoi fedeli.
Illumina le menti,
consola i nostri cuori,
rafforza i nostri passi
sulla via della pace.
E quando verrà il giorno
del tuo avvento glorioso,
accoglici, o Signore,
nel regno dei beati.
A te sia lode, o Cristo,
speranza delle genti,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Il Signore cònvoca cielo e terra
          per giudicare il suo popolo.
SALMO 49    Il culto gradito a Dio
 
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua
perfezione; disse infatti: Non sono venuto per abolire,
ma per dare compimento
(cfr. Mt 5, 17).
 
I    (1-6)
Parla il Signore, Dio degli dèi, *
    cònvoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, splendore di bellezza, *
    Dio rifulge.
Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; †
    davanti a lui un fuoco divorante, *
    intorno a lui si scatena la tempesta.
Cònvoca il cielo dall’alto *
    e la terra al giudizio del suo popolo:
«Davanti a me riunite i miei fedeli, *
    che hanno sancito con me l’alleanza
      offrendo un sacrificio».
Il cielo annunzi la sua giustizia: *
    Dio è il giudice.
1 ant.
Il Signore cònvoca cielo e terra
          per giudicare il suo popolo.
2 ant.
Grida a me nel giorno della prova:
          verrò a liberarti.
II   (7-15)
​«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, †
   testimonierò contro di te, Israele: *
   Io sono Dio, il tuo Dio.
​Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; *
   i tuoi olocausti mi stanno sempre dinanzi.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, *
   né capri dai tuoi recinti.
Sono mie tutte le bestie della foresta, *
   animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo, *
   è mio ciò che si muove nella campagna.
​Se avessi fame, a te non lo direi: *
   mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori, *
   berrò forse il sangue dei capri?
​Offri a Dio un sacrificio di lode *
   e sciogli all’Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno della sventura: *
   ti salverò e tu mi darai gloria».
2 ant.
Grida a me nel giorno della prova:
          verrò a liberarti.
3 ant.
Chi offre il sacrificio della lode,
          questi mi onora.
III   (16-23)
​All’empio dice Dio: †
   «Perché vai ripetendo i miei decreti *
   e hai sempre in bocca la mia alleanza,
​tu che detesti la disciplina *
   e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui; *
   e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male *
   e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, *
   getti fango contro il figlio di tua madre.
​Hai fatto questo e dovrei tacere? †
   Forse credevi ch’io fossi come te! *
   Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati».
​Capite questo voi che dimenticate Dio, *
   perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
​Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, †
   a chi cammina per la retta via *
   mostrerò la salvezza di Dio.
3 ant.
Chi offre il sacrificio della lode,
          questi mi onora.
V.
Preghiamo e domandiamo in ogni tempo

R.
la piena conoscenza della volontà di Dio.
PRIMA LETTURA
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo
6, 1 – 7, 1
Le tribolazioni di Paolo. Esortazione alla santità

 

   Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
«Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso» (Is 49, 8). Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
   Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!
   La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi, e il nostro cuore si è tutto aperto per voi. Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto. Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore!
   Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo (Lv 26, 12).
Perciò uscite di mezzo a loro
e riparatevi, dice il Signore,
non toccate nulla d’impuro.
E io vi accoglierò,
e sarò per voi come un padre,
e voi mi sarete come figli e figlie,
dice il Signore onnipotente (Is 52, 11; 2 Sam 7, 8-14).
   In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio. 
 
RESPONSORIO           2 Cor 6, 14. 16; 1 Cor 3, 16

R.
Quale rapporto tra la giustizia e l’iniquità? Quale
accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?
*
Voi siete il
tempio del Dio vivente.

V.
Non sapete che siete tempio di Dio e il suo
Spirito abita in voi?

R.
Voi siete il tempio del Dio vivente. 
SECONDA LETTURA
Dalle «Omelie sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 13, 1-2; PG 61, 491-492)
Il nostro cuore si è aperto per voi
   «Il nostro cuore si è tutto aperto per voi» (2 Cor 6, 11). Come il calore, così la carità ha la prerogativa di dilatare: è, infatti, una virtù ardente e impetuosa. Essa apriva la bocca e dilatava il cuore di Paolo. E non vi era nessun cuore più grande del cuore di Paolo. Egli, come ogni persona che ama, abbracciava con amore tanto profondo tutti i fedeli che nessuno ne era escluso o messo da parte. E non ci meravigli questo suo amore verso i credenti, dal momento che il suo amore si estendeva anche ai non credenti. Non disse infatti: «Amo soltanto con la bocca, ma anche il cuore canta all’unisono nell’amore con la bocca, perciò parlo con fiducia, con tutto il cuore e con tutta la mente». Non dice: «vi amo», ma usa un’espressione assai più significativa: «La nostra bocca si è aperta e il nostro cuore si è dilatato» cioè vi porto tutti nell’intimo del cuore, in un abbraccio universale. Chi è amato, infatti, si muove a suo piacimento nell’intimo del cuore che lo ama. Per questo l’Apostolo afferma: «Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto. Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore!» (2 Cor 6, 12-13). Nota il rimprovero, addolcito dall’amore, caratteristica delle persone che amano. Non dice loro che non lo amano, ma fa capire che non gli vogliono bene come lui a loro. Non vuole rimproverarli, se non dolcemente.
   Si scorge dappertutto, nelle singole lettere, la presenza di questo suo vivissimo amore per i fedeli. Scrive ai Romani: Bramo vedervi e spesso mi son proposto di venire da voi. Spero di poter in qualche modo venir a trovarvi (cfr. Rm 1, 10-11). Ai Galati manda a dire: «Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore» (Gal 4, 19). Agli Efesini: «Per questo motivo, piego le ginocchia davanti al Padre per voi» (Ef 3, 14). Ai Tessalonicesi aggiunge: Qual è la mia speranza o la mia gioia o la mia corona di gloria? Non siete forse voi? (cfr. 1 Ts 2, 19). Asserisce così di portarli in cuore anche se incatenato.
   Scrive inoltre ai Colossesi: Voglio che sappiate quale lotta io sostengo per voi, anche per coloro che non mi conoscono di vista, perché trovino consolazione i vostri cuori (cfr. Col 2, 1), e ai Tessalonicesi: Come una nutrice, che cura i suoi bambini, così avremmo voluto, per il grande affetto per voi, darvi non solo il Vangelo, ma anche la vita (cfr. 1 Ts 2, 7- 8). Non vuole che si angustino per lui. Però non desidera essere solo lui ad amare, ma anche essere riamato da loro, per attirare maggiormente i loro animi. E gioisce di questo loro atteggiamento. Assicura infatti: È venuto Tito e ci ha fatto conoscere il vostro desiderio, il vostro pianto, il vostro amore per me (cfr. 2 Cor 7, 7).
 
RESPONSORIO          Cfr. 1 Cor 13, 4. 6; Pro 10, 12
R.
La carità è buona e paziente; non è invidiosa,
non manca di rispetto;
*
non gode dell’ingiustizia,
ma si compiace della verità.

V.
L’odio suscita i litigi; l’amore ricopre ogni colpa,

R.
non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
ORAZIONE
   Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di fede, speranza e carità, restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.