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mercoledì 24 Febbraio 2021

Ufficio delle letture

MERCOLEDI' - I SETTIMANA DI QUARESIMA - I SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Protési alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore
seguiamo l’austero cammino
della santa Quaresima.
​La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero;
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia.
Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua ed il cuore;
fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.
​Forti nella fede vigiliamo
contro le insidie del nemico:
ai servi fedeli è promessa
la corona di gloria.
Sia lode al Padre onnipotente,
al Figlio Gesù redentore,
allo Spirito Santo Amore
nei secoli dei secoli. Amen.
​Oppure:
Nell’Ufficio domenicale:
Ex more docti mystico
servémus abstinéntiam,
deno diérum círculo
ducto quater notíssimo.
Lex et prophétæ prímitus
hanc prætulérunt, póstmodum
Christus sacrávit, ómnium
rex atque factor témporum.
​Utámur ergo párcius
verbis, cibis et pótibus,
somno, iocis et árctius
perstémus in custódia.
​Vitémus autem péssima
quæ súbruunt mentes vagas,
nullúmque demus cállido
hosti locum tyránnidis.
Præsta, beáta Trínitas,
concéde, simplex Unitas,
ut fructuósa sint tuis
hæc parcitátis múnera. Amen.
​Nell’Ufficio feriale:
Nunc tempus acceptábile
fulget datum divínitus,
ut sanet orbem lánguidum
medéla parsimóniæ.
​Christi decóro lúmine
dies salútis émicat,
dum corda culpis sáucia
refórmat abstinéntia.
Hanc mente nos et córpore,
Deus, tenére pérfice,
ut appetámus próspero
perénne pascha tránsitu.
​Te rerum univérsitas,
clemens, adóret, Trínitas,
et nos novi per véniam
novum canámus cánticum. Amen.
1 ant.
Ti amo, Signore, mia forza.
SALMO 17, 2-30
Ringraziamento per la salvezza e la vittoria
 
Le potenze del cielo saranno sconvolte. Allora vedranno
il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza
e gloria grande... Quando cominceranno ad accadere
queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra
liberazione è vicina.
(Lc 21, 26).

I    (2-7)
Ti amo, Signore, mia forza, *
  
   †
 Signore, mia roccia,
       mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; *
   mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
Invoco il Signore, degno di lode, *
   e sarò salvato dai miei nemici.
Mi circondavano flutti di morte, *
    mi travolgevano torrenti impetuosi;
già mi avvolgevano i lacci degli inferi, *
   già mi stringevano agguati mortali.
Nel mio affanno invocai il Signore, *
    nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce, *
    al suo orecchio pervenne il mio grido.
1 ant.
Ti amo, Signore, mia forza.
2 ant.
Il Signore mi ha liberato,
          perché mi vuol bene.
II    (8-20)
La terra tremò e si scosse; †
   vacillarono le fondamenta dei monti, *
   si scossero perché egli era sdegnato.
Dalle sue narici saliva fumo, †
   dalla sua bocca un fuoco divorante; *
   da lui sprizzavano carboni ardenti.
Abbassò i cieli e discese, *
   fosca caligine sotto i suoi piedi.
Cavalcava un cherubino e volava, *
   si librava sulle ali del vento.
Si avvolgeva di tenebre come di velo, *
   acque oscure e dense nubi lo coprivano.
Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi *
   con grandine e carboni ardenti.
Il Signore tuonò dal cielo, †
   l’Altissimo fece udire la sua voce: *
   grandine e carboni ardenti.
Scagliò saette e li disperse, *
   fulminò con folgori e li sconfisse.
Allora apparve il fondo del mare, *
   si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore, *
   per lo spirare del tuo furore.
Stese la mano dall’alto e mi prese, *
   mi sollevò dalle grandi acque,
mi liberò da nemici potenti, †
   da coloro che mi odiavano *
   ed erano di me più forti.
Mi assalirono nel giorno di sventura, *
   ma il Signore fu mio sostegno;
mi portò al largo, *
   mi liberò perché mi vuol bene.
2 ant.
Il Signore mi ha liberato,
          perché mi vuol bene.
3 ant.
Signore, tu sei luce alla mia lampada,
          tu rischiari le mie tenebre.
III    (21-30)
Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, *
   mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani;
perché ho custodito le vie del Signore, *
   non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, *
   non ho respinto da me la sua legge;
ma integro sono stato con lui *
   e mi sono guardato dalla colpa.
Il Signore mi rende secondo la mia giustizia, *
   secondo l’innocenza delle mie mani
      davanti ai suoi occhi.
Con l’uomo buono tu sei buono, *
   con l’uomo integro tu sei integro,
con l’uomo puro tu sei puro, *
   con il perverso tu sei astuto.
Perché tu salvi il popolo degli umili, *
   ma abbassi gli occhi dei superbi.

Tu, Signore, sei luce alla mia lampada; *
   il mio Dio rischiara le mie tenebre.
Con te mi lancerò contro le schiere, *
   con il mio Dio scavalcherò le mura.
3 ant.
Signore, tu sei luce alla mia lampada,
          tu rischiari le mie tenebre.
V.
Convertitevi, e fate penitenza,

R.
fatevi nuovi nel cuore e nello spirito.
PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Esodo
10, 21 – 11, 10
La piaga delle tenebre
e l’annunzio della piaga dei primogeniti
   Una volta il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano verso il cielo: verranno sul paese di Egitto tenebre tali che si potranno palpare!». Mosè stese la mano verso il cielo: vennero dense tenebre su tutto il paese d’Egitto, per tre giorni. Non si vedevano più l’un l’altro e per tre giorni nessuno si poté muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti c’era luce là dove abitavano.
   Allora il faraone convocò Mosè e disse: «Partite, servite il Signore! Solo rimanga il vostro bestiame minuto e grosso! Anche i vostri bambini potranno partire con voi». Rispose Mosè: «Anche tu metterai a nostra disposizione sacrifici e olocausti e noi li offriremo al Signore nostro Dio. Anche il nostro bestiame partirà con noi: neppure un’unghia ne resterà qui. Perché da esso noi dobbiamo prelevare le vittime per servire il Signore, nostro Dio, e noi non sapremo come servire il Signore finché non saremo arrivati in quel luogo». Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non volle lasciarli partire. Gli rispose dunque il faraone: «Vattene da me! Guardati dal ricomparire davanti a me, perché quando tu rivedrai la mia faccia morirai». Mosè disse: «Hai parlato bene: non vedrò più la tua faccia!».
   Il Signore disse a Mosè: «Ancora una piaga manderò contro il faraone e l’Egitto; dopo, egli vi lascerà partire di qui. Vi lascerà partire senza restrizione, anzi vi caccerà via di qui. Di’ dunque al popolo, che ciascuno dal suo vicino e ciascuna dalla sua vicina si facciano dare oggetti d’argento e oggetti d’oro».
   Il Signore fece sì che il popolo trovasse favore agli occhi degli Egiziani. Inoltre Mosè era un uomo assai considerato nel paese d’Egitto, agli occhi dei ministri del faraone e del popolo.
   Mosè riferì: «Dice il Signore: Verso la metà della notte io uscirò attraverso l’Egitto: morirà ogni primogenito nel paese di Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito della schiava che sta dietro la mola, e ogni primogenito del bestiame. Un grande grido si alzerà in tutto il paese di Egitto, quale non vi fu mai e quale non si ripeterà mai più. Ma contro tutti gli Israeliti neppure un cane punterà la lingua, né contro uomini, né contro bestie, perché sappiate che il Signore fa distinzione tra l’Egitto e Israele.
   Tutti questi tuoi servi scenderanno da me e si prostreranno davanti a me, dicendo: Esci tu e tutto il popolo che ti segue! Dopo, io uscirò». Mosè, acceso di collera, si allontanò dal faraone.
   Il Signore aveva appunto detto a Mosè: «Il faraone non vi ascolterà, perché si moltiplichino i miei prodigi nel paese d’Egitto». Mosè e Aronne avevano fatto tutti questi prodigi davanti al faraone; ma il Signore aveva reso ostinato il cuore del faraone, il quale non lasciò partire gli Israeliti dal suo paese.
 
RESPONSORIO           Cfr. Sap 18, 4; 17, 20; 18, 1
R.
Meritavano di essere privati della luce quelli che
avevano tenuto in carcere i tuoi figli:
*
questi, infatti,
dovevano portare al mondo la luce intramontabile
della legge.

V.
Sugli Egiziani si stendeva una notte profonda; per
i tuoi santi invece risplendeva una luce vivissima:

R.
questi, infatti, dovevano portare al mondo la luce
intramontabile della legge.
SECONDA LETTURA

Dalle «Dimostrazioni» di Afraate, vescovo

(Dim. 11 sulla circoncisione, 11-12; PS 1. 498-503)

​La circoncisione del cuore
   La legge e il patto hanno subìto totali mutazioni. Infatti Dio mutò il primo patto con Adamo e ne impose un altro a Noè. Poi un altro ne stipulò con Abramo, aggiornato in seguito con quello che strinse con Mosè. Siccome però anche il patto mosaico non veniva osservato, egli fece un’alleanza nuova con l’ultima generazione. Essa non doveva più essere mutata. Infatti ad Adamo aveva imposto la legge di non mangiare dall’albero della vita, a Noè fece apparire un arcobaleno nelle nubi, ad Abramo, già eletto per la sua fede, impose in seguito la circoncisione, come carattere e segno per i posteri. Mosè ebbe l’agnello pasquale, quale propiziazione per il popolo. Tutti questi patti differivano l’uno dall’altro. Tuttavia la vera circoncisione, approvata da colui che ha dato quei patti, è quella di cui parla Geremia quando dice: «Circoncidete il vostro cuore» (Ger 4, 4). Che se fu saldo il patto che Dio concluse con Abramo, anche questo è saldo e durevole, né si potrà più stabilire un’altra legge per iniziativa sia di coloro che sono fuori della legge, sia dei soggetti alla legge.
   Infatti egli diede la legge a Mosè con tutte le sue osservanze e i suoi precetti: però siccome non li osservavano, rese vani sia la legge che i profeti, promettendo che avrebbe dato un nuovo patto, che disse sarebbe stato diverso dal primo, quantunque il datore di entrambi fosse unico. Il patto poi che promise di dare è questo: «Tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro». E in questo patto non c’è più la circoncisione della carne e un segno distintivo del popolo.
   Dio, nelle diverse generazioni, stabilì delle leggi, che furono valide fino a che gli piacque, e poi andarono in disuso come dice l’Apostolo: In passato il regno di Dio assunse forme diverse nei diversi tempi.
   Tuttavia il nostro Dio è veritiero, e i suoi precetti sono fermissimi: e qualunque patto, nel suo tempo, fu mantenuto fermo e vero, e coloro che sono circoncisi nel cuore hanno la vita per la nuova circoncisione che si opera nel Giordano, cioè nel battesimo ricevuto per la remissione dei peccati.
   Giosuè, figlio di Nun, fece circoncidere nuovamente il popolo con un coltello di pietra, quando col suo popolo passò il Giordano; Gesù, nostro Salvatore, fa di nuovo circoncidere con la circoncisione del cuore le genti che hanno creduto in lui, e che furono lavate nel battesimo e circoncise con la spada, che è la parola di Dio, più tagliente di una spada a doppio taglio (cfr. Eb 4, 12).
   Giosuè, figlio di Nun, fece entrare il popolo nella terra promessa; Gesù, nostro Signore, promise la terra della vita a tutti coloro che hanno passato il vero Giordano e hanno creduto e furono circoncisi nell’intimo del loro cuore.
   Beati, quindi, coloro che furono circoncisi nell’intimo del cuore, e sono rinati dalle acque della seconda circoncisione. Essi riceveranno l’eredità con Abramo, capostipite fedele e padre di tutte le genti, perché la sua fede gli fu computata a giustizia.
 
RESPONSORIO              Cfr. Eb 8, 8. 10; 2 Cor 3, 3
R.
Stringerò con la casa d’Israele un’alleanza nuova:
porrò le mie leggi nella loro mente, e le scriverò nei
loro cuori,
*
non con inchiostro, ma con lo Spirito
del Dio vivente.

V.
Darò la mia legge non su tavole di pietra, ma su
tavole di carne, nei vostri cuori,

R.
non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio
vivente.
ORAZIONE
   Guarda benigno, Signore, questo popolo a te consacrato, e fa’ che, mortificando il corpo con l’astinenza, si rinnovi nello spirito con il frutto delle buone opere. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.