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giovedì 02 Aprile 2020

Ufficio delle letture

GIOVEDI' - V SETTIMANA DI QUARESIMA - I SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Protési alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore
seguiamo l’austero cammino
della santa Quaresima.
​La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero;
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia.
Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua ed il cuore;
fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.
​Forti nella fede vigiliamo
contro le insidie del nemico:
ai servi fedeli è promessa
la corona di gloria.
Sia lode al Padre onnipotente,
al Figlio Gesù redentore,
allo Spirito Santo Amore
nei secoli dei secoli. Amen.
​Oppure:
Nell’Ufficio domenicale:
Ex more docti mystico
servémus abstinéntiam,
deno diérum círculo
ducto quater notíssimo.
Lex et prophétæ prímitus
hanc prætulérunt, póstmodum
Christus sacrávit, ómnium
rex atque factor témporum.
​Utámur ergo párcius
verbis, cibis et pótibus,
somno, iocis et árctius
perstémus in custódia.
​Vitémus autem péssima
quæ súbruunt mentes vagas,
nullúmque demus cállido
hosti locum tyránnidis.
Præsta, beáta Trínitas,
concéde, simplex Unitas,
ut fructuósa sint tuis
hæc parcitátis múnera. Amen.
​Nell’Ufficio feriale:
Nunc tempus acceptábile
fulget datum divínitus,
ut sanet orbem lánguidum
medéla parsimóniæ.
​Christi decóro lúmine
dies salútis émicat,
dum corda culpis sáucia
refórmat abstinéntia.
Hanc mente nos et córpore,
Deus, tenére pérfice,
ut appetámus próspero
perénne pascha tránsitu.
​Te rerum univérsitas,
clemens, adóret, Trínitas,
et nos novi per véniam
novum canámus cánticum. Amen.
1 ant.
La tua parola, Signore,       
          è scudo per chi si rifugia in te.
SALMO 17, 31-51    Ringraziamento a Dio salvatore

Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?
(Rm 8, 31).

IV    (31-35)
La via di Dio è diritta, †
   la parola del Signore è provata al fuoco; *
   egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Infatti, chi è Dio, se non il Signore? *
   O chi è rupe, se non il nostro Dio?
Il Dio che mi ha cinto di vigore *
   e ha reso integro il mio cammino;
mi ha dato agilità come di cerve, *
   sulle alture mi ha fatto stare saldo;
ha addestrato le mie mani alla battaglia, *
   le mie braccia a tender l’arco di bronzo.
1 ant.
La tua parola, Signore,       
          è scudo per chi si rifugia in te.
2 ant.
La tua destra mi sostiene, o Signore.
V    (36-46)
Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, †
   la tua destra mi ha sostenuto, *
   la tua bontà mi ha fatto crescere.
Hai spianato la via ai miei passi, *
   i miei piedi non hanno vacillato.
Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, *
   non sono tornato senza averli annientati.
Li ho colpiti e non si sono rialzati, *
   sono caduti sotto i miei piedi.
Tu mi hai cinto di forza per la guerra, *
   hai piegato sotto di me gli avversari.
Dei nemici mi hai mostrato le spalle, *
   hai disperso quanti mi odiavano.
Hanno gridato e nessuno li ha salvati, *
   al Signore, ma non ha risposto.
Come polvere al vento li ho dispersi, *
   calpestati come fango delle strade.
Mi hai scampato dal popolo in rivolta, *
   mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito; *
   all’udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore, †
   impallidivano uomini stranieri *
   e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
2 ant.
La tua destra mi sostiene, o Signore.
3 ant.
Viva il Signore:
          benedetto il Dio della mia salvezza.
VI    (47-51)
Viva il Signore e benedetta la mia rupe, *
   sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Dio, tu mi accordi la rivincita †
   e sottometti i popoli al mio giogo, *
   mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare *
   e mi liberi dall’uomo violento.
Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli *
   e canterò inni di gioia al tuo nome.
Egli concede al suo re grandi vittorie, †
   si mostra fedele al suo consacrato, *
   a Davide e alla sua discendenza per sempre.
3 ant.
Viva il Signore:
          benedetto il Dio della mia salvezza.
V.
Chi medita la legge del Signore,

R.
porta frutto a suo tempo.
PRIMA LETTURA

Dalla lettera agli Ebrei
7, 1-11
Melchisedek figura del vero e perfetto sacerdote
   Fratelli, Melchisedek, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo è colui che andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa. Anzitutto il suo nome tradotto significa re di giustizia, inoltre è anche re di Salem, cioè re di pace (Gn 14, 17-20). Egli, senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni, né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote in eterno.
   Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale persino Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino. Anche quelli tra i figli di Levi, che assumono il sacerdozio, hanno il mandato di riscuotere, secondo la legge, la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, benché essi pure discendenti da Abramo. Egli invece, pur non essendo della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che era depositario della promessa. Ora, senza dubbio, è l’inferiore che è benedetto dal superiore.
   Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece le riscuote uno di cui si attesta che vive. Anzi, per così dire, lo stesso Levi, che pur riceve le decime, ha versato la sua decima in Abramo: egli si trovava infatti ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchisedek (cfr. Gn 14, 17).
   Or dunque, se la perfezione ci fosse stata per mezzo del sacerdozio levitico – sotto di esso infatti il popolo ha ricevuto la legge – che bisogno c’era che sorgesse un sacerdote differente alla maniera di Melchisedek, e che non venisse detto sacerdote alla maniera di Aronne?
 
RESPONSORIO                 Gn 14, 18. Cfr. Eb 7, 3; ​
                                                 Sal 109, 4; Eb 7, 16
R.
Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era
sacerdote del Dio altissimo, a somiglianza del Figlio
di Dio.
*
A lui il Signore ha giurato: Tu sei sacerdote
per sempre al modo di Melchisedek.

V.
Non è diventato tale per una legge terrena, ma
per la potenza di una vita indefettibile.

R.
A lui il Signore ha giurato: Tu sei sacerdote per
sempre al modo di Melchisedek.
SECONDA LETTURA

Dalla Costituzione dogmatica «Lumen gentium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa.
(N. 9)

​La Chiesa, sacramento visibile di unità
   Ecco, verranno giorni, dice il Signore, nei quali io stringerò con Israele e con Giuda un patto nuovo... Porrò la mia legge nelle loro viscere e nei loro cuori l’imprimerò: essi mi avranno per Dio e io li avrò per mio popolo... Tutti essi, piccoli e grandi, mi riconosceranno, dice il Signore (cfr. Ger 31, 31-34). Cristo istituì questo nuovo patto, cioè la nuova alleanza nel suo sangue (cfr. 1 Cor 11, 23), chiamando gente dai giudei e dalle nazioni, perché si fondesse in unità non secondo la carne, ma nello Spirito, e costituisse il nuovo popolo di Dio. Infatti i credenti in Cristo, essendo stati rigenerati non di seme corruttibile, ma di uno incorruttibile, per la parola di Dio vivo (cfr. 1 Pt 1, 23), non dalla carne ma dall’acqua e dallo Spirito Santo (cfr. Gv 3, 5-6), costituiscono una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo tratto in salvo... quello che un tempo non era neppure popolo, ora invece è il popolo di Dio (cfr. 1 Pt 2, 9-10).
   Questo popolo messianico ha per capo Cristo che è stato dato a morte per i nostri peccati, ed è risuscitato per la nostra giustificazione (cfr. Rm 4, 25), e che ora, dopo essersi acquistato un nome che è al di sopra di ogni altro nome, regna glorioso in cielo. Questo popolo ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come nel suo tempio. Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati (cfr. Gv 13, 34). E, finalmente, ha per fine il regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a compimento, quando comparirà Cristo, vita nostra (cfr. Col 3, 4) e anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio (cfr. Rm 8, 21). Perciò il popolo messianico, pur non comprendendo di fatto tutti gli uomini, e apparendo talora come il piccolo gregge, costituisce per tutta l’umanità un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza. Costituito da Cristo in una comunione di vita, di carità e di verità, è pure da lui preso per essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra (cfr. Mt 5, 12-16), è inviato a tutto il mondo.
   Come già Israele secondo la carne, pellegrinante nel deserto, viene chiamato la chiesa di Dio (Ne 13, 1. cfr. Nm 20, 4; Dt 23, 1 ss.), così il nuovo Israele, che cammina nel secolo presente alla ricerca della città futura e permanente (cfr. Eb 13, 14), si chiama pure la Chiesa di Cristo (cfr. At 20, 28), riempita del suo Spirito e fornita di mezzi adatti per l’unione visibile e sociale. Dio ha convocato l’assemblea di coloro che guardano nella fede a Gesù, autore della salvezza e principio di unità e di pace, e ne ha costituito la chiesa, perché sia per tutti e per i singoli il sacramento visibile di questa unità salvifica.
 
RESPONSORIO               Cfr. 1 Pt 2, 9. 10; Sal 32, 12
R.
Voi, che un tempo eravate non-popolo, ora siete il
popolo che Dio si è acquistato;
*
voi, un tempo 
esclusi dalla misericordia, ora avete ottenuto
misericordia.

V.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo
che si è scelto come erede.

R.
Voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora avete
ottenuto misericordia.
ORAZIONE
   Assisti e proteggi sempre, Signore, questa tua famiglia che ha posto in te ogni speranza, perché liberata dalla corruzione del peccato resti fedele all’impegno del Battesimo, e ottenga in premio l’eredità promessa. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.