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martedì 31 Marzo 2020

Ufficio delle letture

MARTEDI' - V SETTIMANA DI QUARESIMA - I SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Protési alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore
seguiamo l’austero cammino
della santa Quaresima.
​La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero;
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia.
Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua ed il cuore;
fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.
​Forti nella fede vigiliamo
contro le insidie del nemico:
ai servi fedeli è promessa
la corona di gloria.
Sia lode al Padre onnipotente,
al Figlio Gesù redentore,
allo Spirito Santo Amore
nei secoli dei secoli. Amen.
​Oppure:
Nell’Ufficio domenicale:
Ex more docti mystico
servémus abstinéntiam,
deno diérum círculo
ducto quater notíssimo.
Lex et prophétæ prímitus
hanc prætulérunt, póstmodum
Christus sacrávit, ómnium
rex atque factor témporum.
​Utámur ergo párcius
verbis, cibis et pótibus,
somno, iocis et árctius
perstémus in custódia.
​Vitémus autem péssima
quæ súbruunt mentes vagas,
nullúmque demus cállido
hosti locum tyránnidis.
Præsta, beáta Trínitas,
concéde, simplex Unitas,
ut fructuósa sint tuis
hæc parcitátis múnera. Amen.
​Nell’Ufficio feriale:
Nunc tempus acceptábile
fulget datum divínitus,
ut sanet orbem lánguidum
medéla parsimóniæ.
​Christi decóro lúmine
dies salútis émicat,
dum corda culpis sáucia
refórmat abstinéntia.
Hanc mente nos et córpore,
Deus, tenére pérfice,
ut appetámus próspero
perénne pascha tránsitu.
​Te rerum univérsitas,
clemens, adóret, Trínitas,
et nos novi per véniam
novum canámus cánticum. Amen.
1 ant.
Il Signore fa giustizia per i poveri.
SALMO 9 B    Preghiera e ringraziamento

Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio
(Lc 6, 20).

I    (22-32)
Perché, Signore, stai lontano, *
   nel tempo dell’angoscia ti nascondi?
Il misero soccombe all’orgoglio dell’empio *
   e cade nelle insidie tramate.
L’empio si vanta delle sue brame, *
   l’avaro maledice, disprezza Dio.
L’empio insolente disprezza il Signore: †
   «Dio non se ne cura: Dio non esiste»; *
   questo è il suo pensiero.
Le sue imprese riescono sempre. †
   Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi: *
   disprezza tutti i suoi avversari.
Egli pensa: «Non sarò mai scosso, *
   vivrò sempre senza sventure».
Di spergiuri, di frodi e d’inganni
      ha piena la bocca, *
   sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
Sta in agguato dietro le siepi, *
   dai nascondigli uccide l’innocente.
I suoi occhi spiano l’infelice, *
   sta in agguato nell’ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero, *
   ghermisce il misero attirandolo nella rete.
Infierisce di colpo sull’oppresso, *
   cadono gl’infelici sotto la sua violenza.
Egli pensa: «Dio dimentica, *
   nasconde il volto, non vede più nulla».
1 ant.
Il Signore fa giustizia per i poveri.
2 ant.
L’affanno e il dolore degli umili
          tu li vedi, o Signore.
II    (33-39)
Sorgi, Signore, alza la tua mano, *
   non dimenticare i miseri.
Perché l’empio disprezza Dio *
   e pensa: «Non ne chiede conto»?
Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, *
   tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero, *
   dell’orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell’empio e del malvagio; *
   punisci il suo peccato e più non lo trovi.
Il Signore è re in eterno, per sempre: *
   dalla sua terra sono scomparse le genti.
Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, *
   rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio
per far giustizia all’orfano e all’oppresso; *
   e non incùta più terrore l’uomo fatto di terra.
2 ant.
L’affanno e il dolore degli umili
          tu li vedi, o Signore.
3 ant.
Le parole del Signore sono pure,
          argento raffinato nel fuoco.
SALMO 11    Preghiera nella persecuzione

Dio Padre si è degnato di mandare il suo Figlio per noi,
poveri
(sant’Agostino).

Salvami, Signore! Non c’è più un uomo fedele; *
   è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo.
Si dicono menzogne l’uno all’altro, *
   labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
Recida il Signore le labbra bugiarde, *
   la lingua che dice parole arroganti,
quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, †
   ci difendiamo con le nostre labbra: *
   chi sarà nostro padrone?».
«Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, †
   io sorgerò, dice il Signore, *
   metterò in salvo chi è disprezzato».
I detti del Signore sono puri, †
   argento raffinato nel crogiuolo, *
   purificato nel fuoco sette volte.
Tu, o Signore, ci custodirai, *
   ci guarderai da questa gente per sempre.
Mentre gli empi si aggirano intorno, *
   emergono i peggiori tra gli uomini.
3 ant.
Le parole del Signore sono pure,
          argento raffinato nel fuoco.
V.
Ecco il tempo della grazia,

R.
ecco i giorni della salvezza.
PRIMA LETTURA

Dalla lettera agli Ebrei
3, 1-19
Gesù, apostolo e sommo sacerdote
della nostra professione di fede
   Fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate bene la mente in Gesù, l’apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo, il quale è stato fedele a colui che l’ha costituito, così come lo fu Mosè in tutta la sua casa (cfr. Nm 12, 7). Ma in confronto a Mosè, egli è stato giudicato degno di una gloria tanto maggiore, quanto di un maggiore onore gode il costruttore in confronto alla casa stessa. Ogni casa infatti viene costruita da qualcuno; ma colui che ha costruito tutto è Dio. In verità Mosè fu fedele in tutta la casa di lui come servitore, per rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunziato più tardi; Cristo, invece, lo fu in qualità di figlio costituito sopra la sua propria casa. E la sua casa siamo noi, a condizione che conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo.
   Per questo, come dice lo Spirito Santo:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori
come nel giorno della ribellione,
nel giorno della tentazione nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri
mettendomi alla prova,
pur avendo visto per quarant’anni le mie opere.
Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: Hanno sempre il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
Così ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo (Sal 94, 8-11).
   Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest’oggi, perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato. Siamo diventati infatti partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuto da principio. Quando pertanto si dice:
​Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori
come nel giorno della ribellione (Sal 94, 8),
chi furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall’Egitto sotto la guida di Mosè? E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant’anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto? (cfr. Nm 14, 29). E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo (cfr. Nm 14, 22 ss.), se non a quelli che non avevano creduto? In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede.
 
RESPONSORIO                        Cfr. Eb 3, 6; Ef 2, 21
R.
Cristo, come figlio, è capo della propria casa:
*
e
la sua casa siamo noi.

V.
In Cristo ogni costruzione cresce ben ordinata per
essere tempio santo nel Signore;

R.
e la sua casa siamo noi.
SECONDA LETTURA

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 8 sulla passione del Signore, 6-8; PL 54, 340-342)

La croce di Cristo è la sorgente di ogni benedizione
e la causa di tutte le grazie
   Il nostro intelletto, illuminato dallo Spirito di verità, deve accogliere con cuore libero e puro la gloria della Croce, che diffonde i suoi raggi sul cielo e sulla terra. Con l’occhio interiore deve scrutare il significato di ciò che disse nostro Signore, parlando dell’imminenza della sua passione: «È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo» (Gv 12, 23), e più avanti: Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il Figlio tuo (cfr. Gv 12, 27-28). Ed essendosi fatta sentire dal cielo la voce del Padre, che dichiarava: «L’ho glorificato, e di nuovo lo glorificherò», rispondendo ai circostanti, Gesù disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12, 30-32).
   O ammirabile potenza della Croce! O ineffabile gloria della passione, in cui troviamo riuniti insieme il tribunale del Signore, il giudizio del mondo e il potere del Crocifisso. Sì, o Signore, tu hai attirato a te tutte le cose, perché ciò che si svolgeva nell’unico tempio della Giudea, sotto il velo di arcane figure, fosse celebrato in ogni luogo e da ogni popolo con religiosità sincera e culto solenne e pubblico.
   Ora, infatti, più nobile è la gerarchia dei leviti più augusta la dignità dei presbiteri e più santa l’unzione dei vescovi, perché la tua Croce, sorgente di tutte le benedizioni, è causa di tutte le grazie. Per essa viene elargita ai credenti la forza nella loro debolezza, la gloria nell’umiliazione, nella morte la vita. Ora inoltre, cessata la varietà dei sacrifici materiali, l’offerta unica del tuo corpo e del tuo sangue sostituisce pienamente tutte le specie di vittime, poiché tu sei il vero Agnello di Dio che togli i peccati del mondo (cfr. Gv 1, 29). Così compi in te tutti i misteri, e come unico è il sacrificio, che succede alla moltitudine delle vittime, così unico è anche il regno formato dall’insieme di tutti i popoli.
   Confessiamo dunque, o miei cari, quanto l’apostolo Paolo, dottore delle genti, ha dichiarato solennemente: «Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori» (1 Tm 1, 15). La misericordia di Dio verso di noi è davvero meravigliosa proprio perché Cristo non è morto solo per i giusti e i santi, ma anche per i cattivi e per gli empi. E, poiché la sua natura divina non poteva essere soggetta al pungolo della morte, egli, nascendo da noi, ha assunto quanto potesse poi offrire per noi.
   Un tempo infatti aveva minacciato la nostra morte con la potenza della sua morte dicendo per bocca del profeta Osea: «O morte, sarò la tua morte, o inferno, sarò il tuo sterminio» (Os 13, 14 volgata). Morendo, infatti, subì le leggi della tomba, ma risorgendo le infranse e troncò la legge perpetua della morte, tanto da renderla, da eterna, temporanea. Poiché «come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo» (1 Cor 15, 22).
 
RESPONSORIO               Cfr. Col 2, 14-15; Gv 8, 28
R.
Cristo ha annullato il documento del nostro debito
e lo ha inchiodato alla croce;
*
le potenze del mondo,
sconfitte, seguono il corteo trionfale di Cristo.

V.
Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora
saprete che Io Sono.

R.
Le potenze del mondo, sconfitte, seguono il corteo
trionfale di Cristo.
ORAZIONE
   Il tuo aiuto, o Dio onnipotente, ci renda perseveranti nel tuo servizio, perché anche nel nostro tempo la tua Chiesa si accresca di nuovi membri e si rinnovi sempre nello spirito. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.