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martedì 12 Dicembre 2023

Ufficio delle letture

BEATA MARIA VERGINE DI GUADALUPE - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
    «Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
    tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
    Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo ne l’eterna pace
così è germinato questo fiore.
    Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
    Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ali.
    La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
    In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate».
Oppure:
Quem terra, pontus, æthera
colunt, adórant, prædicant
trinam regéntem máchinam,
claustrum Maríæ báiulat.
Cui luna, sol et ómnia
desérviunt per témpora,
perfúsa cæli grátia
gestant puéllæ víscera.
Beáta mater múnere,
cuius, supérnus ártifex,
mundum pugíllo cóntinens,
ventris sub arca clausus est.
Beáta cæli núntio,
fecúnda Sancto Spíritu,
desiderátus géntibus
cuius per alvum fusus est.
Iesu, tibi sit glória,
qui natus es de Vírgine,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sæcula. Amen.
1 ant.
Affida al Signore la tua via,
          ed egli compirà la sua opera.
SALMO 36 Il destino dell’empio e del giusto
 
Beati i miti perché erediteranno la terra
(Mt 5, 5).
 
I    (1-11)
Non adirarti contro gli empi, *
   non invidiare i malfattori.
Come fieno presto appassiranno, *
   cadranno come erba del prato.
Confida nel Signore e fa’ il bene, *
   abita la terra e vivi con fede.
Cerca la gioia nel Signore, *
   esaudirà i desideri del tuo cuore.
Manifesta al Signore la tua via, *
   confida in lui: compirà la sua opera;
farà brillare come luce la tua giustizia, *
   come il meriggio il tuo diritto.
Sta’ in silenzio davanti al Signore *
   e spera in lui;
non irritarti per chi ha successo, *
   per l’uomo che trama insidie.
Desisti dall’ira e deponi lo sdegno, *
   non irritarti: faresti del male,
poiché i malvagi saranno sterminati, *
   ma chi spera nel Signore possederà la terra.
Ancora un poco e l’empio scompare, *
   cerchi il suo posto e più non lo trovi.
I miti invece possederanno la terra *
   e godranno di una grande pace.
1 ant.
Affida al Signore la tua via,
          ed egli compirà la sua opera.
2 ant.
Allontanati dal male, fa’ il bene:
          il Signore sostiene i giusti.
II    (12-29)
L’empio trama contro il giusto, *
   contro di lui digrigna i denti.
Ma il Signore ride dell’empio, *
   perché vede arrivare il suo giorno.
Gli empi sfoderano la spada
     e tendono l’arco †
   per abbattere il misero e l’indigente, *
   per uccidere chi cammina sulla retta via.
La loro spada raggiungerà il loro cuore *
   e i loro archi si spezzeranno.
Il poco del giusto è cosa migliore *
   dell’abbondanza degli empi;
le braccia degli empi saranno spezzate, *
   ma il Signore è il sostegno dei giusti.
Conosce il Signore la vita dei buoni, *
   la loro eredità durerà per sempre.
Non saranno confusi nel tempo della sventura *
   e nei giorni della fame saranno saziati.
Poiché gli empi periranno, †
   i nemici del Signore appassiranno
        come lo splendore dei prati, *
   tutti come fumo svaniranno.
L’empio prende in prestito e non restituisce, *
   ma il giusto ha compassione e dà in dono.
Chi è benedetto da Dio possederà la terra, *
   ma chi è maledetto sarà sterminato.
Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo *
   e segue con amore il suo cammino.
Se cade, non rimane a terra, *
   perché il Signore lo tiene per mano.
Sono stato fanciullo e ora sono vecchio, †
   non ho mai visto il giusto abbandonato *
   né i suoi figli mendicare il pane.
Egli ha sempre compassione e dà in prestito, *
   per questo la sua stirpe è benedetta.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, *
   e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama la giustizia
     e non abbandona i suoi fedeli; †
   gli empi saranno distrutti per sempre *
   e la loro stirpe sarà sterminata.
​I giusti possederanno la terra *
   e la abiteranno per sempre.
2 ant.
Allontanati dal male, fa’ il bene:
          il Signore sostiene i giusti.
3 ant.
Spera nel Signore
          e segui la sua via.
III    (30-40)
La bocca del giusto proclama la sapienza, *
   e la sua lingua esprime la giustizia;
la legge del suo Dio è nel suo cuore, *
   i suoi passi non vacilleranno.
L’empio spia il giusto *
   e cerca di farlo morire.
Il Signore non lo abbandona alla sua mano, *
   nel giudizio non lo lascia condannare.
Spera nel Signore e segui la sua via: †
   ti esalterà e tu possederai la terra *
   e vedrai lo sterminio degli empi.
Ho visto l’empio trionfante *
   ergersi come cedro rigoglioso;
sono passato e più non c’era, *
   l’ho cercato e più non si è trovato.
Osserva il giusto e vedi l’uomo retto, *
   l’uomo di pace avrà una discendenza.
Ma tutti i peccatori saranno distrutti, *
   la discendenza degli empi sarà sterminata.
La salvezza dei giusti viene dal Signore, *
   nel tempo dell’angoscia è loro difesa;
il Signore viene in loro aiuto e li scampa, †
   li libera dagli empi e dà loro salvezza, *
   perché in lui si sono rifugiati.
3 ant.
Spera nel Signore
          e segui la sua via.
V.
Nel deserto una voce grida: Preparate la via del
Signore,

R.
appianate la strada per il nostro Dio.
PRIMA LETTURA
Dal libro del profeta Isaia
24, 19 – 25, 5
Nel giorno del giudizio il regno di Dio si affermerà
e si udrà il canto dei salvati 
In quel giorno,
a pezzi andrà la terra,
in frantumi si ridurrà la terra,
crollando crollerà la terra.
Certo, barcollerà la terra come un ubriaco,
vacillerà come una tenda;
peserà su di essa
la sua iniquità,
cadrà e non si rialzerà.
In quel giorno il Signore punirà
in alto l’esercito di lassù
e quaggiù i re della terra.
Saranno radunati e imprigionati in una fossa,
saranno rinchiusi in un carcere
e dopo lungo tempo saranno puniti.
Arrossirà la luna,
impallidirà il sole,
perché il Signore degli eserciti regna
sul monte Sion e in Gerusalemme
e davanti ai suoi anziani sarà glorificato.
Signore, tu sei il mio Dio;
voglio esaltarti e lodare il tuo nome,
perché hai eseguito progetti meravigliosi,
concepiti da lungo tempo, fedeli e veri.
Poiché hai ridotto la città ad un mucchio di sassi,
la cittadella fortificata ad una rovina,
la fortezza dei superbi non è più città,
non si ricostruirà mai più.
Per questo ti glorifica un popolo forte,
la città di genti possenti ti venera.
Perché tu sei sostegno al misero
sostegno al povero nella sua angoscia,
riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo;
poiché lo sbuffare dei tiranni
è come pioggia d’inverno,
come arsura in terra arida il clamore dei superbi.
Tu mitighi l’arsura con l’ombra d’una nube,
l’inno dei tiranni si spegne.
 
RESPONSORIO                                        Is 25, 1. 4
R.
Signore, sei tu il mio Dio; voglio esaltarti e lodare
il tuo nome:
*
hai fatto per noi cose stupende.

V.
Al povero tu sei rifugio, sostegno al misero nella
sua angoscia:

R.
hai fatto per noi cose stupende.
SECONDA LETTURA
Dal racconto, chiamato «Nican Mopohua [Qui si racconta]»
(sec. XVI, Archivio dell’Arcidiocesi di Città del Messico)
Io sono Santa Maria, la perfetta sempre Vergine
   Nell’anno 1531, nei primi giorni di dicembre, accadde che un indio povero e gentile, il cui nome, secondo la tradizione, era Juan Diego, abitante a Cuauhtitlán, ma dipendente dai religiosi di Tlatelolco per quanto riguarda la cura spirituale, un sabato, di mattina assai presto, stava recandosi a Tlatelolco per la preghiera e la catechesi. Quando giunse nei pressi del colle chiamato Tepeyac già albeggiava. Udì allora sul colle un canto. Quando il canto s’interruppe e si fece un profondo silenzio, sentì che dalla sommità del colle una voce lo chiamava: «Amatissimo Juan Diego!». Senza esitazione osò salire verso il luogo da cui proveniva la voce.
   Appena giunto sulla sommità del colle, vide una signora che stava lì in piedi e lo invitava ad avvicinarsi. Quando fu di fronte a Lei, restò molto colpito dal suo affascinante aspetto: il suo vestito risplendeva come il sole. In quel luogo la Vergine gli dichiarò la sua volontà. Gli disse «Sappi, figlio amatissimo, che io sono Santa Maria, la perfetta sempre Vergine, la Madre del verissimo Dio, dell’Autore della vita, che ha creato ogni cosa e nel quale tutte le cose sussistono, del Signore del cielo e della terra. Intensamente voglio, ardentemente desidero che in questo luogo mi venga edificato un tempio, dove io possa rivelarlo e dargli lode, donare il mio amore, la mia compassione, il mio aiuto, la mia protezione, perché, in verità, io sono la vostra Madre buona: tua, di tutti voi che abitate questa terra e di tutti quegli uomini che mi amano, mi cercano e mi invocano con devozione e fiducia. Qui ascolterò il loro pianto e i loro lamenti. Mi prenderò a cuore tutte le loro pene e porrò rimedio ad ogni loro dolore. E perché si possa realizzare il mio desiderio, recati al palazzo del vescovo a Città del Messico. Gli dirai che io ti mando per rivelargli che voglio che mi sia edificata qui una casa, che mi sia costruito in questa valle un tempio».
   Entrato in città, si diresse subito al palazzo del vescovo. Il suo nome era Juan de Zumárraga, dell’ordine di san Francesco. Quando il vescovo ebbe ascoltato Juan Diego, mostrando di non credergli per niente, gli disse: «Figlio mio, torna un’altra volta e ti ascolterò. Rifletterò bene su cosa sia opportuno fare della tua volontà e del tuo desiderio».
   Un altro giorno Juan Diego, vide la Regina scendere dal colle da dove lo stava guardando. Ella gli venne incontro presso il colle, lo trattenne e disse: «Ascolta, figlio mio, non temere e non si turbi il tuo cuore e non preoccuparti né dell’infermità di tuo zio, né di qualsiasi altra difficoltà. Non sono forse io qui la tua Madre? Non stai forse sotto la mia ombra e la mia protezione? Non sono forse io la tua fonte di vita e di gioia? Non sei forse nel mio grembo, tra le mie braccia? Cos’altro di più ti è dunque necessario? Niente deve affliggerti e turbarti. Sali – disse – figlio amatissimo, sulla cima del colle, dove mi hai visto e dove ti ho parlato. Lì troverai una grande varietà di fiori. Tagliali e raccoglili, poi scendi e portali alla mia presenza».
   Juan Diego scese quindi di corsa e portò alla Regina del Cielo i fiori che aveva raccolto. Quando li vide, ella li prese nelle sue mani venerabili; poi li ripose nel mantello di Juan Diego dicendogli: «Figlio amatissimo, questi fiori costituiscono il segno che tu devi portare al vescovo. Tu sei mio fedele messaggero, a te affido questo compito. Ti comando con molto rigore di aprire il tuo mantello unicamente alla presenza del vescovo, solo a lui mostrerai ciò che porti. Gli racconterai che ti ho ordinato di salire sulla sommità del colle per tagliare fiori e gli riferirai tutto ciò che hai visto e ammirato, affinché creda e si decida ad edificare il tempio che desidero».
   Appena la Regina del Cielo ebbe finito di parlare, Juan Diego si mise di nuovo in cammino sulla strada che porta a Città del Messico. Procedeva contento perché era sicuro che questa volta ogni cosa sarebbe andata bene. Giunto alla presenza del vescovo si prostrò e raccontò quanto aveva visto e il motivo per il quale era stato inviato a lui. Gli disse: «Signore, ho eseguito quanto mi hai ordinato. Sono andato a dire alla mia Signora, Regina del Cielo, Santa Maria Madre di Dio, che chiedevi un segno per potermi credere e dare il via alla costruzione del tempio nel luogo indicato dalla Vergine stessa. E le ho detto anche che ti avevo dato la mia parola di venirti a portare un qualche segno della sua volontà. Ella ha accolto benevolmente il tuo desiderio e la tua richiesta, purché sia rispettata e realizzata anche la sua volontà. Ed oggi, di buon mattino, mi ha nuovamente inviato presso di te».
   Accorse allora l’intera città: tutti vedevano la venerabile immagine, si meravigliavano, l’ammiravano come opera divina, pregavano. Quel giorno lo zio di Juan Diego disse infine che la celeste Signora gli aveva fatto conoscere il titolo con cui la venerata Immagine avrebbe dovuto essere invocata: «Santa Maria sempre Vergine di Guadalupe».
 
RESPONSORIO                                                         Cf Ap 12, 1
R/.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole,
con la luna sotto i suoi piedi;
*
e, sul suo capo una corona di dodici stelle.

V/.
Gioiscano gli angeli, esultino gli arcangeli nella Vergine Maria.

R/.
E, sul suo capo una corona di dodici stelle.
ORAZIONE
   O Dio, Padre di misericordia, che hai affidato il tuo popolo alla materna protezione della santissima Madre del tuo Figlio, fa’ che tutti coloro che invocano la beata Vergine di Guadalupe ricerchino con fede più ardente il progresso dei popoli sulla via della giustizia e della pace. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

BEATA MARIA VERGINE DI GUADALUPE - MEMORIA FACOLTATIVA